XXVII
Arrivo per prima, alle undici, la nipote di Encarnacion, Juanita. Falcon era ancora intontito da un sonno pesante indotto dalle pillole; l'ultima, presa alle quattro del mattino, lo aveva praticamente sepolto nel cemento.
Dopo la doccia indosso un paio di pantaloni grigi, cosi larghi in vita che dovette cercare una cintura. Anche la giacca non gli cingeva piu bene le spalle. Stava perdendo peso: nello specchio le guance apparivano incavate, gli occhi infossati nelle orbite e cerchiati di scuro. Si stava trasformando nell'immagine che da sempre aveva dei pazzi.
Le scarpe da ginnastica nere di Juanita scricchiolavano sul pavimento della cucina e un fiume di capelli scuri si agitava lungo la sua schiena ogni volta che la ragazza scuoteva la testa. Falcon controllo che il frigorifero fosse ben rifornito di
La cantina si trovava sul retro della casa, sotto lo studio; era un locale buio che aveva usato anche come camera oscura, ma nel quale non era piu entrato da quando Ines se ne era andata. I suoi attrezzi per lo sviluppo delle foto erano ancora la in un angolo, il filo di nylon era ancora teso attraverso la stanza, con le mollette per appendere le stampe ad asciugare. Senti all'improvviso la mancanza di quell'emozione che provava sempre davanti all'immagine che si andava formando sul foglio bianco immerso nel liquido, al volto che gli veniva incontro. Era quello dunque il segreto chiuso nella sua testa? Immagini che dovevano essere sviluppate, perche i ricordi latenti riprendessero forma e sfondassero il muro della consapevolezza, risolvendo il suo tormento?
La rastrelliera di metallo per le bottiglie di vino era divisa tra vini francesi e spagnoli. Falcon non toccava mai quelli francesi, bottiglie costose comprate da suo padre; ma quel giorno si sentiva in vena di festeggiare. Gli ultimi paragrafi dei diari che aveva letto la notte precedente lo avevano spinto alle lacrime, prima che il sonno giungesse, e sentiva di voler brindare alla generosita del suo defunto genitore. L'intimita che era esistita tra loro aveva trovato una conferma e Javier era disposto a perdonargli la depravazione e l'infedelta. Scelse qualche bottiglia di Chateau Duhart-Milon, di Chateau Giscours, di Montrachet, di Pommard, di Clos-des-Ursules e comincio a portarle in sala da pranzo, disponendole sul piano della credenza. Risalendo per la seconda volta dalla cantina, in una nicchia sopra la porta, vide un'urna che non aveva mai notato.
Non era piu alta di quindici centimetri, troppo piccola per contenere resti umani. Poso le bottiglie, depose l'urna sul tavolo di sviluppo e accese la lampada che lo illuminava. Il tappo era un semplice cono di argilla sigillato con la cera; nessun segno particolare sull'urna di terracotta non smaltata. Falcon ruppe il sigillo e tolse il tappo. Verso una parte del contenuto sul tavolo. Era una sostanza gialliccia e granulosa, con qualche pezzetto piu grosso e tagliente. La smosse con il dito: alcuni frammenti erano scuri e all'improvviso quei sedimenti gli apparvero macabri, simili a ossa frantumate. Lascio tutto sul tavolo, colto da un improvviso moto di repulsione.
Paco e la sua famiglia furono i primi ad arrivare e mentre le donne salivano al piano superiore e i bambini scorrazzavano nella galleria, Paco porto in casa un
Juanita dispose sul tavolo apparecchiato nel patio ciotole di olive e altri
Paco era soddisfattissimo e parlo dei suoi tori, tutti consegnati in perfette condizioni per la corrida del giorno seguente. Il segno dell'incornata era ancora visibile su Biensolo, ma il
Alle quattro del pomeriggio erano seduti a tavola davanti all'agnello arrosto. Manuela noto subito la qualita del vino e domando quante altre bottiglie stesse nascondendo il «fratellino». Per distrarre la sua attenzione Javier le parlo dell'urna. La sorella gli chiese di vederla e, quando il pasto fu arrivato alla fine e Paco si fu acceso il suo primo Montecristo, Javier ando a prenderla in cantina. Manuela la riconobbe subito.
«Che strano», disse, «non so come papa abbia perduto i gioielli della mamma e sia riuscito a far arrivare sana e salva