presto per poter arrivare a Belinda almeno un’ora prima della funzione funebre. Tra la musica e le sue riflessioni sulla vita e la morte di Kathy Wilson, le centinaia di chilometri erano passate senza che se ne accorgesse.
L’autopsia eseguita da Joe Keller su Kathy aveva rivelato ben poco. Il cervello, almeno a un primo esame, sembrava normale. Nessun tumore, nessun vecchio colpo, nessuna malformazione vascolare o occlusioni, nessuna cicatrice, in breve nessuna spiegazione della trasformazione psicologica invasiva che alla fine l’aveva uccisa. Le sezioni microscopiche del cervello sarebbero state pronte per la lettura entro oggi o domani, ma Nikki non s’aspettava molto ne da quello ne dall’esame tossicologico del sangue.
Secondo l’ironica saggezza medica, gli internisti sapevano tutto, ma non facevano nulla; i chirurghi non sapevano niente, ma facevano tutto; i patologi, infine, sapevano tutto, ma un giorno troppo tardi. Nel caso di Kathy, il vecchio detto non avrebbe potuto essere piu lontano dalla realta. Anche dopo il piu esauriente esame autoptico, si sarebbero ritrovati tra le mani solo domande, con poche valide risposte.
Neppure gli spaventosi neurofibromi avevano rivelato qualcosa. La prima impressione di Joe sulle protuberanze che coprivano il volto e il cuoio capelluto di Kathy era che fossero caratteristiche di quella malattia, di cui era ignota la causa, a parte la probabilita che fossero provocate da qualche mutazione o altro fattore genetico. Aveva assicurato Nikki che non si sarebbe dato per vinto e che avrebbe chiesto il consiglio di qualche altro patologo e provato alcune speciali tecniche di colorazione. Ma, per il momento almeno, le domande che restavano senza risposta erano come promesse non esaudite.
Nikki apri a meta il finestrino e aspiro la fragrante aria degli Appalachi. Aveva visitato in lungo e in largo gli Stati Uniti, aveva disceso il fiume Colorado attraverso il Grand Canyon su un gommone, aveva girato con la mountain bike i parchi nazionali Bryce, Zion e Yosemite e aveva trascorso almeno una settimana in citta come New Orleans, Chicago e San Francisco. Questa era la prima volta che andava nel West Virginia. Anche se solo dall’autostrada, la zona era straordinariamente selvaggia e bella, con boschi fitti e lussureggianti, e in gran parte intatti. Un infinito numero di torrenti e fiumi s’insinuava sotto la strada, intorbidendosi dopo lunghi tratti di acque chiare o serpeggiando attraverso verdi distese verso montagne lontane e semibuie. Cascate che altrove sarebbero state un’attrazione, erano semplicemente… li. Attraversando quella regione, le fu facile capire la passione per la natura che si intuiva nella musica di Kathy.
Il cartello sulla Statale 29 diceva BELINDA, TRENTA CHILOMETRI. Come programmato, sarebbe arrivata un’ora o poco piu prima della cerimonia funebre. Avrebbe potuto prendere un aereo e poi noleggiare un’auto come aveva fatto il complesso di Kathy, ma, pur dovendo tornare immediatamente a Boston per non sprecare parte delle ferie o, peggio ancora, per non ritrovarsi indebitata con Brad Cummings che avrebbe dovuto lavorare al posto suo, aveva voluto passare un po’ di tempo da sola per ascoltare la musica e riflettere sulle scelte che aveva fatto nella sua vita.
La decisione di iscriversi a medicina, che pure si era rivelata giusta, si era basata piu che altro sul desiderio di emulare il padre. Lo stesso valeva per la decisione di diventare chirurgo. L’unica svolta decisiva della sua vita e della sua autoconsapevolezza era stata la decisione di abbandonare la chirurgia per la patologia. Finalmente non sceglieva piu una via solo perche altri la spingevano in quella direzione. La rottura del fidanzamento con Joe DiMare, un uomo che tutti, genitori e amici, consideravano un ottimo partito, perfetto per lei, aveva sottolineato la sua crescita. Era successo un anno dopo aver portato a termine l’internato di patologia. Un anno circa dopo la rottura, era uscita dal complesso di musica da camera e aveva supplicato Kathy di insegnarle la musica bluegrass.
La sua esistenza, come quella di quasi tutti gli altri esseri umani, era imprevedibile e fragile anche nei momenti di massima serenita. Sulla sua strada, come massi in un fiume che scorre veloce, c’erano malattie, incidenti, errori di giudizio, scelte errate, assieme a sfide d’amore, di lavoro e di relazione. Tutto quello che poteva fare, come stava finalmente apprendendo, era esaminare di continuo la propria anima per capire chi fosse e cosa volesse, prendere decisioni senza timori e far si che ogni giorno fosse importante.
Quando Nikki, in un completo pantaloni in lino nero con camicetta in seta color argento senza maniche, arrivo, la bianca chiesa battista si stava riempiendo. C’erano piu di ventisei gradi e la gente era vestita in modo abbastanza informale da permetterle di tenere la giacca sul braccio.
Il complesso di Kathy la saluto calorosamente, come fecero i suoi genitori, Sam, un allevatore di mucche da latte, e Kit, che creava e vendeva trapunte. Erano due campagnoli austeri e taciturni, i visi affaticati dalle difficolta della vita, e ora ancor piu dalla morte della loro unica figlia. Kathy aveva parlato di loro con amore e ammirazione, malgrado le differenze di carattere e di filosofia di vita avessero, con il passare degli anni, reso difficile il loro rapporto.
Nikki rimase sorpresa quando Kit le chiese di accompagnarli lungo una strada sterrata che portava oltre la chiesa e attraversava un grande campo incolto. Quando aveva telefonato loro dopo l’autopsia, a parte alcune domande indirette per sapere se Kathy fosse ubriaca o drogata quando era stata uccisa, nessuno dei due si era mostrato interessato a dettagli sulla sua salute o alle conclusioni dell’esame autoptico. Forse lo choc aveva tolto loro lucidita mentale, ma neppure ora Nikki penso di dover rispondere a domande che non avevano posto. Avevano deciso rapidamente per la cremazione e una funzione religiosa in sua memoria, e questo fu tutto.
Ora Nikki camminava tra i due, senza riuscire a immaginare completamente la loro perdita.
«La ringraziamo per essere venuta», disse Kit con una voce che assomigliava paurosamente a quella di Kathy.
«Mi manca moltissimo», ammise Nikki. «Aveva un anno meno di me, ed ero io quella che aveva trascorso tutta la vita nella grande citta, ma lei era tanto saggia e tanto sintonizzata con la vita che a volte pensavo a lei come a una sorella maggiore.»
«Capisco. Anche quando era molto giovane, a volte la sentivo io stessa come una sorella maggiore.»
«Quando l’ho conosciuta la prima volta, suonavo il violino e solo musica classica. Le avevo chiesto se poteva trasformarmi in una suonatrice di fiddle bluegrass e lei mi aveva risposto che ci avrebbe pensato. Non era una decisione facile. Era venuta a casa mia la sera successiva e mi aveva portato in un campo enorme in aperta campagna. Aveva poi disteso una coperta, tirato fuori una fiaschetta di whisky di mele dal sapore terribile e un lettore CD portatile. Eravamo rimaste ad ascoltare fin oltre l’alba un esecutore dopo l’altro di musica bluegrass e a bere quell’orribile whisky finche non seppe di miele. Al mattino, le zanzare mi avevano mangiata tanto che faticavo a muovermi. Lei non aveva una sola puntura d’insetto, si era avvolta in un repellente. Aveva voluto vedere se io mi sarei immersa tanto nella musica da non notare che le zanzare mi stavano mangiando viva. Il giorno seguente mi diede la prima lezione. Mio Dio, se sapeva suonare.»
«Lo sappiamo», osservo la madre. «Lo sappiamo. A volte le vie del Signore ci sono occulte, finche non siamo pronti a capirle e accettarle.» Fece girare il marito e Nikki verso la chiesa dove la folla continuava ad aumentare, quindi chiese: «Nikki, Sam e io vogliamo saperlo, Kathy aveva un volto splendido, un viso d’angelo. L’incidente lo ha…? Quello che intendo dire e…?»
«Kit, era splendida anche alla fine», rispose Nikki, scacciando le infinite immagini sgradevoli. «Si sono separate due ossa nel collo. Ecco perche e morta. Nient’altro. Il viso e stato salvaguardato.»
«Grazie a Dio», borbotto Sam. «Ha sempre detto che voleva essere cremata se le fosse accaduto qualcosa, per cui abbiamo pensato che dovevamo farlo.»
Nikki accompagno i genitori di Kathy in chiesa e rimase seduta accanto a loro. Al telefono le avevano chiesto di dire qualche cosa durante la funzione. Piuttosto che parlare dei ricordi che teneva in cuore, per paura di non riuscire a essere abbastanza forte, Nikki aveva deciso di leggere alcune poesie di Kathy e il testo di due sue canzoni per le quali non aveva ancora scritto la melodia. Dovette interrompersi parecchie volte per calmarsi, ma la forza e la fede imperturbabile che sentiva in quella sala le diedero l’impressione che qualsiasi cosa dicesse o facesse fosse adeguata. La funzione duro meno di un’ora e fu tanto intensa, con inni, letture, ricordi, due brani del CD di Kathy e una canzone cantata da alcuni amici e il complesso, che, alla fine, ben pochi occhi erano asciutti.
Il ricevimento in una sala adiacente alla chiesa fu molto piu una celebrazione della vita e della musica di Kathy che una commemorazione. Con il suo complesso al centro, i musicisti venivano, suonavano per un po’, se ne andavano e tornavano. In gran parte erano dilettanti, ma tutti sorprendentemente ricchi di talento. Qualcuno menzionava un motivo o semplicemente iniziava a suonare, e subito gli altri si univano a lui. Nikki si cambio, indosso jeans e scarpe da ginnastica e ando a prendere in macchina il suo violino. Era ancora una principiante rispetto alla maggior parte degli altri, ma riusci ad accompagnarli per una mezz’ora senza disonore e a suonare un suo assolo improvvisato in