«Giusto», rispose Matt. «Vi state comportando benissimo. Grazie a questi eroi e alla buona tecnica bocca a bocca effettuata dai due agenti, questa donna ce la fara. Ha pero ancora bisogno del nostro aiuto. Infilero ora il tubo di ventilazione per farle arrivare dell’ossigeno concentrato nei polmoni. Mettiamola sulla barella, Gary, e solleviamola. Non vorrei lavorare disteso sulla pancia, con lei sdraiata a terra.»

In ospedale gli anestesisti erano le autorita dell’intubazione, avendo affinato la loro capacita centinaia di volte in sala operatoria. Durante uno dei suoi internati, Matt aveva scelto anestesia e intubato decine di casi sotto la loro guida. Negli anni successivi, aveva apprezzato quelle opportunita per una miriade di motivi. La regola principale era che, se il sanitario non eseguiva l’intervento in posizione comoda, fisicamente e mentalmente, le probabilita che l’intubazione non riuscisse aumentavano di molto. Le sciagure che capitavano piu spesso erano le intubazioni esofagee invece che tracheali, il che portava al riempimento d’aria dello stomaco; la lacerazione dei tessuti della gola che causavano emorragie, che rendevano a loro volta piu difficili i tentativi successivi; danni alle corde vocali, provocati nel tentativo di forzare il tubo troppo in profondita senza una adeguata visione; e infine, un’inserzione troppo profonda della cannula e l’occlusione di uno dei due condotti bronchiali.

Matt fece cio che gli era stato insegnato e cio che aveva poi insegnato a tanti studenti e paramedici, ma prima spreco alcuni secondi per posizionare la sua nuova paziente e calmarsi prima di procedere. Piego leggermente all’indietro la testa della donna, sdraiata sulla schiena, raddrizzandole il collo. Gary Lydon s’inginocchio accanto a lui per tenere bloccata la testa in quella posizione. Ben saldo su un ginocchio e fiducioso nelle sue capacita per quanto poteva esserlo in quella situazione, Matt infilo la lama curva e illuminata del laringoscopio lungo la lingua della donna, quindi tiro la lama in su verso il mento. Tutto quello che riusci a vedere fu acqua lacustre che sgorgava dai polmoni. Guai, forse grossi guai. Al pronto soccorso avrebbe potuto liberare le vie aeree con suzione. Qui no. Era possibile infilare alla cieca il tubo semirigido, una manovra comunque pericolosa. L’avrebbe fatto solo come ultimo espediente.

Adagio, ora, con calma.

Il colorito della donna era ancora brutto. Di secondo in secondo le cellule cerebrali venivano compromesse. Presto avrebbero iniziato a morire.

Forza, Rutledge. Mantieni la calma e non farti prendere dal panico. Lo puoi fare… Tu… lo… puoi… fare.

Trasse un profondo respiro, strinse il manico del laringoscopio e spinse la lama verso l’alto di un altro quarto di centimetro. Il movimento sposto ancora di piu la lingua della vittima e sollevo l’epiglottide, la cartilagine che impedisce che i polmoni aspirino cibo o liquidi. Il lieve aggiustamento fece si che l’acqua si ritirasse di quel tanto da esporre le due mezzelune argentee che erano le corde vocali.

Si!

Infilo delicatamente il tubo tra le corde vocali.

«Ci siamo», esclamo, cercando, inutilmente, di suonare indifferente.

Si udi il sollievo dei due tecnici del soccorso e dei poliziotti.

«Bel lavoro», commento uno dei due.

Matt utilizzo una grossa siringa per gonfiare il pallone fissato attorno all’estremita del tubo, e lo chiuse ermeticamente per evitare che l’aria fuoriuscisse. Kirsten Langham fisso rapidamente il pallone in lattice nero al tubo e lo collego all’ossigeno. Nel giro di pochi secondi, il colorito grigiastro e chiazzato della donna comincio a cambiare. Forse ce l’avrebbe fatta. Restava da vedere che cosa era successo al suo cervello.

Matt aziono il pallone di ventilazione, mentre i due paramedici spingevano la barella lungo il sentiero fino all’ambulanza. Mentre la donna veniva issata nella cabina posteriore, Matt prese da parte i ragazzi.

«Voi due avete fatto una cosa fantastica. E piu che probabile che le abbiate salvato la vita.»

«E stata fortunata che fossimo li», commento uno dei due.

«Direi proprio di si. Tu sei Harris?»

«Io sono Michael. Lui e Harris.»

«Capito. Due domande. In primo luogo, ripetete cosa e successo. Stavate pescando e lei e caduta in acqua proprio davanti a voi.»

«Si.»

«Ed e andata a fondo?»

«Potrebbe essere rimasta a galla per un paio di secondi», s’intromise Michael, «ma nel complesso le cose sono andate proprio cosi. Mi sono immerso, ma non sono riuscito ad afferrarla prima di restare senza fiato. Poi l’abbiamo fatto insieme e l’abbiamo tirata su per i capelli.»

Due minuti, al minimo, valuto di nuovo Matt. Quattro al massimo, a seconda di quando hanno iniziato a farle la respirazione bocca a bocca e di quanto bene l’hanno fatta.

«Avete fatto la respirazione bocca a bocca?»

«E stato Harris. Io mi sono messo a chiedere aiuto a squarciagola.»

«Harris, le hai tenuto chiuso il naso?»

«Sissignore. E le ho anche inclinato la testa all’indietro.»

«Dove hai imparato a fare al respirazione bocca a bocca?»

«Ce lo hanno insegnato durante l’ora di igiene, signore. Abbiamo usato un manichino per impratichirci.»

«Non c’e che dire, siamo proprio felici che tu abbia prestato attenzione a quella lezione», scherzo. «E ora, riguardo a quegli spari?»

«Non erano spari», s’intromise Michael. «Troppo deboli. Forse era il rumore di rami spezzati o il ritorno di fiamma di una macchina sulla strada.»

«No, erano degli spari», insiste Harris. «Michael, ascolta, le pistole non fanno lo stesso rumore di un ritorno di fiamma. Ci sono stati due spari, forse tre.»

«Pronti», grido Gary dal retro dell’ambulanza. «Kirsten l’aiutera con il palloncino. Io guidero.»

«Ragazzi, siete stati fantastici», ripete il dottore. «Molte persone, inclusi medici, credono a volte di avere salvato la vita a qualcuno, mentre, in verita, potrebbero non averlo fatto. Credetemi, voi due l’avete veramente fatto.»

Salto sull’ambulanza e saluto con la mano i due ragazzi, mentre Gary chiudeva lo sportello. Si sedette sulla panca di fronte a Kirsten e, per la prima volta, guardo attentamente la donna che per poco non moriva sotto la Niles Ledge.

Era ancora priva di sensi. Il gonfiore sopra l’occhio sinistro era pronunciato e cominciava a sbiadire. Matt lo tocco, ma non ebbe l’impressione che sotto vi fosse una frattura del cranio. L’incisione lineare sopra la tempia destra avrebbe potuto essere stata causata da una pallottola. Aveva graffi anche sulle guance e il mento, simili a quelli che si era fatto Matt solo dodici ore prima. Non era esagerato immaginarla attraversare correndo quel fitto bosco, atterrita, inseguita da qualcuno che le sparava contro.

Separo le palpebre e uso la penna luminosa per esaminare di nuovo la reazione delle pupille alla luce. Questa volta il risultato cambio.

«Entrambe le pupille reagiscono», dichiaro.

«Fantastico», commento Kirsten. «La saturazione di ossigeno nel sangue e novantasette.»

«Sufficientemente buona. Non saprei dire il perche, ma non mi sembra che il suo stato di incoscienza sia piu tanto profondo.»

«So che cosa intende dire. Ha come iniziato a mordicchiare il tubo.»

Matt le sposto i capelli bagnati dalla fronte. Il volto, un po’ deformato dal tubo di ventilazione, aveva una sua serenita, una certa delicatezza, fronte liscia, pallida… zigomi alti… occhi grandi a mandorla. Sollevo la mano floscia e la pose sulla sua. Aveva dita lunghe e sottili, unghie tagliate corte. Se erano coperte di smalto, doveva essere trasparente. Nell’anulare destro era infilato un anello Claddagh d’oro, simbolo d’amicizia — due mani che reggevano un cuore — e un singolo cerchietto d’oro al polso sinistro. Nessun altro gioiello. I palmi erano morbidi senza accenno di calli, ma avevano una certa muscolosita. Matt immagino quelle mani suonare il piano o scrivere o creare vasi in creta, qualcosa di manuale e di artistico.

Ehi, tu, forza, la esorto silenziosamente, svegliati!

L’apparecchiatura mobile per la risonanza magnetica nucleare che serviva la regione si trovava al momento, per i suoi due mesi di rotazione, all’ospedale Hastings, a quaranta chilometri di distanza. La contea di Montgomery aveva, tuttavia, un apparecchio per la tomografia computerizzata quasi altrettanto preciso per traumi senza fratture della testa. Matt chiese via radio che gli riservassero una camera entro un’ora. Chiese inoltre al capo del

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