una notte contro gli elementi, dall’altro non ospitavano nessun altro essere vivente o calore umano. La casa di Nina mi faceva lo stesso effetto e lo pensai in quanto persona esperta, che aveva alloggiato in squallidi motel e fabbriche con le finestre sigillate da tavole di legno, e ai muri grandi cartelli con scritto «Da demolire».

«Ward.»

Guardai oltre e vidi che Nina non era piu al telefono e si trovava sulla soglia. I suoi capelli erano un po’ piu lunghi e sembrava che lei avesse perso qualche altro chilo da una corporatura che era sempre stata snella. Qualcosa di lei mi faceva venire in mente qualcosa o qualcuno, ma non riuscii a capire subito cosa fosse.

«Dovresti chiamare la polizia,» dissi. «Qualcuno ti ha rubato tutte le provviste.»

«Non hai cercato abbastanza bene. Sono tutte sistemate dove ne ho bisogno: in un supermarket.»

«Almeno hai del caffe, sul posto? O per quello ci pensa Starbucks?»

Scoprii che ne aveva una grande quantita.

«Ho fatto tutte le prove che ho potuto col software,» dissi restituendole il disco. «E non ho cavato un ragno dal buco. Ci sono ancora un paio di tentativi che potrei fare, ma possono lasciare tracce, quindi li faro sulla copia, se ce l’hai ancora. Il succo del discorso e che chiunque abbia ripulito il disco lo ha fatto con mano da esperto. E molto, molto vuoto. Mi dispiace. A volte… li non c’e niente.»

«Non ti preoccupare,» disse Nina. Era appoggiata alla ringhiera del balcone e fissava il mare coperto di foschia. «Sapevo che era un’impresa quasi impossibile.»

«Hai fatto qualche progresso per la cattura del tizio?» Tenni la mia sedia il piu possibile indietro sul balcone, allo scopo di aumentare almeno in parte le mie chance di sopravvivenza nel caso avesse ceduto di schianto. Forse avrei potuto lanciarmi e afferrare l’intelaiatura della porta o qualcos’altro. Forse Nina avrebbe potuto afferrare il mio piede.

«No. I poliziotti stanno interrogando i principali frequentatori del suo sito. Non sono molti e nessuno di loro sembra essere la persona giusta. Abbiamo fatto due chiacchiere con il fan numero uno, ma anche da quella parte non credo ci sia qualcosa. Abbiamo una descrizione piuttosto generica dell’uomo con il quale la ragazza e stata vista la notte in cui e morta, ora sappiamo che ogni tanto lei serviva ai tavoli: i poliziotti hanno interrogato le persone che lavoravano con lei. Questo e tutto.»

«Comunque, sappiamo chi era quella ragazza?»

Nina scosse la testa. «Veniva dalla Bay Area. La polizia di Los Angeles sta ancora cercando di rintracciare la sua famiglia a Monterey. Hanno un indirizzo che credono sia valido, ma sembra che i genitori siano in vacanza. Le sue poche conoscenze di Los Angeles sembra non sappiano nulla del suo passato. Sai come sono queste persone: ieri e stata una brutta giornata — allora perche non dimenticarlo? Avresti dovuto vedere quella sua amica, Jean. Apparentemente erano grandi amiche — avevano la stessa iniziale e via discorrendo, stavano un sacco al bar, sai, proprio come due amiche per la pelle. Ora lei e morta e l’atteggiamento di Jean e del tipo: ‘Che fregatura. Dov’e la prossima festa?’.»

«Carina.»

«Che ti aspettavi? La gente cancella il proprio passato in tempo reale. Jessica era una ragazza che viveva in un appartamento e ogni tanto si sentiva triste, che beveva troppo e che alla fine e morta. Questo potrebbe essere tutto quello che sapremo di lei.»

La sua voce era andata calando nelle ultime frasi, fino a diventare poco piu di un borbottio.

«Nina, tutto okay?»

Si volto verso di me. I suoi occhi erano verdi e luminosi. «Certo,» rispose con voce piu alta. «Semplicemente non conosco la risposta alla tua domanda. Chi era? Dimmelo tu. Aveva un nome e una chitarra. Era viva, e adesso e morta. Quando arrivera il giorno del Giudizio, questo e tutto quello che si potra dire di chiunque.»

«Una visione deprimente, ma non era quello che intendevo. Era John al telefono? Puoi lasciare da parte frasi del tipo ‘E andato a fare compere’, comunque. Ho gia intuito che non state piu insieme.»

Nina apri la bocca, ma poi cambio idea e rimase in silenzio.

Insistetti. «Allora, dov’e?»

«Non lo so,» mormoro. «Ci sono voluti un giorno e mezzo di messaggi perche mi richiamasse e ottenessi cinque minuti di risposte evasive e poi il segnale di linea libera. Non sto cercando di ossessionarlo. Abbiamo chiuso e questo a me sta bene. Sono solo preoccupata. Si sta comportando in modo strano, piu strano del solito.»

«Cosa vi e successo?»

«Hai fatto la stessa domanda anche a lui?»

«Si.»

«E cosa ha risposto?»

«Niente di comprensibile.»

«Lo immagino.» Sembro rassegnata. «Semplicemente non ha funzionato, Ward. Forse e vero che non si puo tornare indietro, e poi noi non e che avessimo molto da rivisitare. Avevamo una cosa in comune — forse due: il tempo passato insieme prima che Karen fosse uccisa e il fatto che nessuno di noi fara mai parte della schiera degli innamorati a vita.»

«In piu siete entrambi un po’ inquietanti.»

Sorrise apertamente per la prima volta da quando ero ricomparso. «Inquietanti?»

«In modo gentile.»

«Detto da uno con le ferite sulle nocche e una pistola nella giacca lo prendero come un complimento.»

Feci scivolare le mani sotto il tavolo. «Sei un’ottima osservatrice. Dovresti lavorare nelle forze dell’ordine o qualcosa del genere.»

«Mi vuoi parlare di quello scontro?»

Non lo feci. Confessare a Nina quello che avevo fatto in preda a un’insostenibile tensione nervosa non era un argomento che desideravo affrontare in quel momento. «Quel tizio continuava a chiedermi se volevo delle altre patatine fritte e io sono esploso. Sai come succede.»

Lei scrollo le spalle. «John e stato qui per qualche settimana. Sembrava funzionare. Ci vedevamo, facevamo passeggiate, parlavamo del mio lavoro — perche, naturalmente, lui non ce l’aveva piu. Una parte del problema era questo. Forse era ‘il’ problema. John era un detective molto, molto bravo. Aveva questo insaziabile desiderio di sapere. Lui semplicemente non si sarebbe fermato. Ma non poteva tornare al Dipartimento di Polizia di Los Angeles e non riusciva a vedere in quale altro posto potesse andare. Di li a poco cominciai a tornare a casa dal lavoro e a non trovarlo. Rientrava dopo mezzanotte, senza dire che cosa aveva fatto. Di solito passava le serate a bere, ma non era questo il punto. Aveva cominciato a vacillare. La sua mente era da qualche altra parte. Poi all’improvviso non si e fatto vivo per cinque giorni.»

«Dove era andato?»

«In Florida, dove vive la sua ex moglie.»

Sapevo che il matrimonio di Zandt era naufragato dopo la scomparsa della loro figlia Karen. Sapevo anche che lui aveva fatto un visita a sua moglie dopo che trovammo i resti di Karen, diciotto mesi piu tardi; e mi ricordavo che la notte precedente mi aveva detto che gli assassini non erano l’unica cosa importante della sua vita. «E tornato li anche due giorni fa.»

«Lo so. Mi ha mandato un messaggio.»

«Pensi che voglia tornare con lei?»

«Non lo so, e credo che non lo sappia neanche lui. In questo momento c’e solo un’idea nella sua testa: trovare l’Homo Erectus. Su tutto il resto e impantanato.»

«Strano, a me ha detto esattamente l’opposto.»

«John mente.» Nina lo disse con una punta di autentica amarezza, ma poi si corresse. «A volte. Ogni tanto dice anche la verita.»

«Be’, la sua abilita investigativa si sta arrugginendo, mi dispiace. La sola cosa che ha saputo offrire per tutto il tempo passato dopo Yakima e stata uno strano tipo di non informazione sulla colonia Roanoke della fine del ’500.»

«Cosa?»

Le feci il resoconto di quello che ricordavo della lezione di storia che mi aveva tenuto John. Quando ebbi finito, Nina aveva un aspetto tetro, e rimanemmo in silenzio per un po’.

Alla fine si alzo. «Bisogna che vada al lavoro. Tu hai fretta?»

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