approvato. Ogni tanto gli ospiti usavano le scale — di solito solo se avevano paura degli ascensori, perche ce n’erano molti — e questa era la loro visione dell’interno. Niente quadri alle pareti, niente tappeto con i quadratini dorati, nulla dell’opulenza che veniva ostentata nelle altre zone dell’hotel. Era un…

Katelyn scosse la testa. Cristo, stai zitta. Non c’era nessun fascino misterioso, erano solo delle scale. C’era il linoleum grigio e rimbombavano. Non c’era niente di interessante. Non c’era nessuno ad ascoltare. Il suo lavoro era percorrerle. Punto e basta.

Ascolto il rumore delle sue scarpe sui gradini, concentrandosi sul mondo esterno alla sua testa. Parlare a se stessi era parlare a se stessi anche se lo si faceva in silenzio. Ed e quello che lei faceva in continuazione, ne era consapevole, come nel ritornello di una canzone di Shania Twain, ancora, ancora e ancora: pop e leggera, era piacevole in sottofondo, ma se ascoltavi attentamente cio che diceva suonava vuota come una pallina da ping- pong.

Era sul pianerottolo a meta della scala, quando senti un rumore provenire da sopra. Alzo lo sguardo, pronta a sorridere, credendo che fosse Burt venuto a fare qualcosa nella tromba delle scale. Ma non c’era nessuno.

Strano. Il rumore non poteva provenire da sotto perche lei poteva vedere la porta del quinto piano. Si sporse dalla ringhiera. Nessun movimento nemmeno da quella parte.

Poco importa. Gli hotel sono rumorosi. Forse era uno degli addetti alle pulizie che montava di turno. Anche se, e controllo l’orologio, le tre e un quarto non era l’ora giusta.

Apri la porta in fondo alla rampa, quasi certa di vedere Burt che scorrazzava e con l’intento di dirgli qualcosa di amichevole, per dimostrargli che nel suo sguardo non c’era nessun tipo di discriminazione, di eta, di razza o gerarchica.

Il corridoio era vuoto.

Be’, Burt non avrebbe mai saputo cosa si era perso.

Il quinto piano scarseggiava anch’esso di menu. Qualche toast, qualche caffe, ma… Ah. Uova, salsicce, bacon, salsicce extra, frittelle di patate, fiocchi d’avena, frutta, caffe e te per quante persone… Quattro? Una colazione continentale con toast. E un english muffin, probabilmente, anche se era difficile da interpretare. Poteva voler dire piu toast o bacon. E un succo d’arancia. Da servire alle sette e mezzo.

Katelyn sorrise: dovevano essere i turisti ubriachi. Estrasse la penna dalla tasca della giacca e fece qualche cambiamento, ridimensionando assennatamente il loro ordine, e portandolo a qualcosa che non li avrebbe spaventati. Sposto anche la consegna alle otto meno un quarto. L’avrebbero ringraziata per questo.

Prosegui. Altri toast e altre uova. Cerco di ricordarsi rultima volta in cui lei era stata in vacanza. Certo che ne era passato di tempo: doveva essere stato prima che i suoi genitori morissero, cosa avvenuta cinque anni prima. E strano quello di cui ti ricordi. Un caffe prediletto, mentre leggi un romanzo da quattro soldi. Qualche ninnolo fortemente desiderato, poi comprato e ora dimenticato in un cassetto. Sesso vacanziero. Ragazzi ora diventati uomini proprio come lei ora era diventata una donna. Chiunque sopra i quaranta la considerasse ancora una ragazzina la prendeva in giro, indipendentemente da quello che potevano sostenere le riviste, che si finanziavano grazie alla pubblicita di creme antirughe.

Senti una porta che si apriva.

Si volto. «Burt, sei tu?»

Nessuna risposta. Aveva parlato sottovoce — nessuno desiderava essere svegliato a quell’ora — ma lui l’avrebbe sentita e le avrebbe risposto.

Che fosse un ospite dell’albergo? Aggiunse il menu dei turisti alla pila e torno indietro da dove era venuta. Quando passo davanti alla porta delle scale, noto che era aperta. Non spalancata, ma socchiusa.

Lei non l’aveva lasciata cosi, perche bisognava chiuderla, le prescrizioni antincendio erano piuttosto rigide in merito e c’era un cartello che lo diceva in modo inequivocabile. Anche Burt ne era informato. Era un’ora strana per usare le scale, comunque.

Apri ulteriormente la porta e disse: «C’e qualcuno?»

Le sue parole rimbombarono nella tromba delle scale, ma non sembrarono raggiungere nessuno, ne in salita ne in discesa. Doveva essere un altro dei suoi rumori inventati. Eccetto che…

Si volto di scatto.

Naturalmente il corridoio alle sue spalle era vuoto, ma l’impressione era che un secondo prima non fosse stato cosi.

Era una situazione abbastanza da brividi. Burt non si sarebbe comportato in questo modo e non l’avrebbe fatto neppure un ospite che fosse rimasto in giro fino a tardi.

C’era solo una direzione dove una persona sarebbe potuta andare. Katelyn torno rapidamente nel foyer passando davanti agli ascensori. Uno sguardo all’indicatore del piano le confermo che si trovavano tutti al pianterreno. Il che lasciava…

Guardo lungo l’altro corridoio.

Vuoto. Un paio di porte che conducevano fuori e tutto silenzioso come doveva essere.

Ma poi senti un click quasi impercettibile che proveniva dal fondo del corridoio.

Quindi si trattava, probabilmente, di un ospite rientrato molto tardi, che era salito per le scale per motivi suoi ed era entrato in camera. Forse aveva paura dell’ascensore. Tutto qui. Niente di drammatico.

Solo che… c’era qualcosa che non quadrava.

L’ospite sarebbe dovuto passare alle sue spalle — nel qual caso lei avrebbe dovuto accorgersene. Non era strano che non l’avesse salutata, anche se era ubriaco e imbarazzato per farsi trovare in quello stato dal personale?

A meno che la persona non dovesse affatto trovarsi li.

Sono cose che capitavano: le porte dell’hotel erano aperte tutto il giorno e fino a meta notte. Tu entravi, facevi un cenno confidenziale verso il bancone e nessuno ti creava problemi. Nelle ore pomeridiane e serali giuste potevi tranquillamente infiltrarti in una delle camere.

Katelyn aveva due possibilita: andare al pianoterra, prendere la radio che avrebbe dovuto avere con se — dannazione — e rintracciare Burt, oppure dare una sveglia all’inutile tizio della sorveglianza che passava la notte nascosto nel seminterrato a masturbarsi. Era meglio Burt perche non l’avrebbe guardata come per domandarle a che scopo faceva il direttore di notte se aveva bisogno che qualcuno le tenesse la mano al buio. Burt non lo avrebbe detto o pensato. Ma chiunque altro si, se ne avesse avuto notizia.

Il che portava all’opzione due.

Volto le spalle agli ascensori e comincio a percorrere il corridoio. Sforzandosi di essere molto tranquilla, professionale e rilassata, ritiro un paio di menu mentre passava. Altre colazioni continentali.

Avverti alle sue spalle il rumore di uno degli ascensori che si muoveva.

Si fermo e si volto, sperando che si fermasse a quel piano, che le porte si aprissero e che arrivasse un altro impiegato. Se fosse stato cosi, avrebbe trovato un pretesto per farsi raggiungere.

Ma le porte non si aprirono. Katelyn scosse la testa, irritata. Questo era il suo hotel. Non si sarebbe fatta spaventare.

Un altro menu, qualche porta senza istruzioni per la colazione, un altro menu. Poi si fermo a meta strada e si volto.

Strano che la camera 511 non avesse il menu attaccato alla porta, mentre invece aveva il cartello: «Rifare la stanza».

Non aveva senso. Chi lo metterebbe mai prima di andare a letto?

Spinse leggermente la porta, che si apri di qualche centimetro.

Dentro era tutto buio. Strano anche questo. Naturalmente la porta avrebbe dovuto essere chiusa a chiave, dato che quelle con serratura automatica sono uno standard di sicurezza in un hotel moderno. Per non parlare della serratura a scatto che, almeno, avrebbe dovuto essere chiusa.

Busso delicatamente. Nessuna risposta.

Non si ricordava se la stanza fosse occupata. Avrebbe dovuto portarsi, oltre alla radio, anche l’elenco degli ospiti. Non ne aveva mai visto il motivo. La gente voleva la colazione oppure no. Cosa doveva fare, svegliarli per sapere se l’avevano dimenticata?

Infilo una mano e aziono l’interruttore della luce. Non accadde nulla. Improvvisamente tutto assumeva contorni piu definiti. Certamente c’era un problema con la stanza 511, corto circuito o qualcos’altro. Succedeva. Molto probabilmente il cartellino sulla porta serviva a ricordare a qualcuno di provvedere.

Allora perche non gliel’avevano detto? Questo era esattamente il tipo di problema che doveva esserle

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