«Qui non siamo a Twin Peaks, figliolo. Stavo semplicemente passando da queste parti e vi ho visto entrare.»

Henrickson bevve un sorso di birra e guardo l’uomo al di sopra del bicchiere. «Ha qualche problema con noi, Sceriffo?»

«Non so neanche chi e lei.»

«Sono uno scrittore.»

«E cosa diavolo ci fa uno come lei in un posto come Sheffer?»

«Un articolo da prima pagina. Le incantevoli localita vacanziere del Nord-ovest.»

«E Mr. Kozelek la sta aiutando, vero?»

«Diciamo di si.»

«Non ho mai avuto molto tempo da dedicare alla lettura,» disse Connelly. «La maggior parte di quelle cose mi sembra solo un cumulo di stronzate.»

A Tom non piaceva il modo in cui i due si guardavano. Cerco di trovare qualcosa da dire, una cosa cosi banale da allentare la tensione. Poi alzo lo sguardo quando senti la porta del bar aprirsi. Entrarono due persone intente a scuotersi l’acqua dai capelli.

«Salve,» disse una delle persone, che era una donna. Tom si rese conto che si trattava della dottoressa che lo aveva visitato. La donna si avvicino al gruppo.

«Sono Melissa,» disse per aiutarlo. «Non si preoccupi, quando ci siamo visti la prima volta era piuttosto a pezzi. Come si sente?»

«Sto meglio,» disse Tom. Dietro la donna c’era il marito. Fece un cenno di saluto a Connelly e si diresse verso il tavolo da biliardo dall’altra parte della sala, nell’angolo in fondo. Aveva l’aria di qualcuno che non era molto sensibile agli scambi di cortesie.

«Bene,» disse Melissa osservando Tom con sguardo professionale: distaccato e come a voler implicare che l’opinione che Tom aveva del proprio stato di salute, per quanto rninimamente interessante, era di nessuna rilevanza diagnostica. «Niente nausea? Mal di testa?»

«No,» rispose mentendo. «Mi sento bene, grazie.»

«Perfetto. Oh… se fossi in lei, per un po’ ci andrei piano con i rimedi a base di erbe. Non si sa mai che effetti possono avere alcune di queste.»

Connelly sembro irrigidirsi leggermente. «Questo punto e gia stato chiarito,» disse lo sceriffo. «Le erbe non appartenevano a Mr. Kozelek.»

Henrickson inclino la testa. «Erbe?»

Melissa abbozzo un sorriso, come se improvvisamente esitasse ad avventurarsi su quel terreno. «Ne ho trovato un piccolo mucchietto, nella borsa di Mr. Kozelek.»

«Melissa, sia gentile,» disse Connelly. «Vi raggiungo tra un attimo, ma prima c’e una cosa che devo discutere con questi due ragazzi.»

«Certo,» disse la donna, indietreggiando con un sorriso. In condizioni normali si sarebbe sentita liquidata, ma in quel momento, cio che Tom aveva colto negli occhi della donna non era l’effetto di un contegno professionale quanto quello di uno spinello da antologia. «Ti prendo una birra?»

«Sarebbe fantastico.»

I tre uomini la osservarono mentre si dirigeva dall’altra parte del bar e poi si voltarono per tornare a fronteggiarsi.

«Dunque, se queste piante non le ha portate Tom,» disse Henrickson, «come hanno fatto a finire nella sua sacca?»

«Credevo non sapesse di cosa stessi parlando.»

«Mi dispiace che abbia avuto questa impressione. In realta credo che lei stia facendo riferimento alla valeriana e alla scutellaria che Tom aveva nello zaino.»

«Cosa?» disse Tom rivolgendosi allo sceriffo. «Di cosa state parlando?»

«E chi lo sa!» disse il poliziotto.

«Non credo,» Henrickson infilo una mano nella giacca e tiro fuori un piccolo sacchetto di plastica. Lo poso sul bancone. «E questa roba che ha trovato la dottoressa?»

Connelly distolse lo sguardo. «Le piante per me sono tutte uguali.»

«Per me no. So che queste sono erbe medicinali, e so anche che entrambe erano usate da un particolare gruppo di persone.»

«Gli indiani del luogo.»

«In realta, gia da qualcuno prima di loro. Allora, sceriffo, mi dica un po’. A giudicare dalla reazione di Tom, mi sembra difficile credere che sia stato lui a infilarle nello zaino. Ma forse lei sara in grado di spiegarmi come e andata, vero?»

«Sono state messe li dentro da una donna di nome Patrice Anders.»

Henrickson ghigno. «Davvero? Vale a dire la donna con quegli strani scarponi?»

«Quando ritrovo l’attrezzatura di Mr. Kozelek nella foresta, Mrs. Anders capi subito che apparteneva a una persona in stato confusionale. Quella donna si interessa di terapie alternative. Ha lasciato queste erbe nello zaino nella speranza che il proprietario, se fosse ritornato, avrebbe potuto riconoscerle e utilizzarle.»

Questa volta Henrickson scoppio a ridere. «Sta scherzando, vero?»

«Questo e quanto lei mi ha detto.»

«Vediamo se ho capito. Mentre quella donna si trova a gironzolare per i boschi con i suoi scarponi nuovi di zecca, incontra il piccolo accampamento di Tom. Con una semplice occhiata stabilisce che il mio amico e partito di cervello e cosi decide di lasciare alcune erbe medicinali nel suo zaino, nella remota speranza che scopra di cosa si tratta e decida di usarle. Erbe che per puro caso lei si portava dietro mentre girovagava per il bosco. Erbe che al giorno d’oggi vengono usate come tinture o al limite per farsi un te.»

«La gente fa cose strane.»

«Gia, e vero. Non c’e dubbio. Be’, sceriffo, la ringrazio, perche queste piante sono state per me un problema da quando ne ho sentito parlare. Sono felice di aver ascoltato una spiegazione cosi credibile e immediata.» Henrickson si alzo e sorrise rivolgendosi a Tom. «Bene, amico mio, e un peccato che non abbiamo incontrato prima questo signore. Sembra che abbia tutte le risposte. E ora mi sento stanco per la nostra gita di oggi, quindi credo sia giunto il momento di andarcene a dormire.»

Connelly non si mosse. «Sarei molto piu contento se i signori volessero prendere in considerazione l’ipotesi di trasferirsi in un’altra incantevole cittadina del Nord-ovest.»

«E probabile.» disse Henrickson. «E io gradirei che lei la smettesse di fare il prepotente con il mio amico. Mr. Kozelek sa benissimo che cosa ha visto, e anche lei. Ha visto Bigfoot.»

«Bigfoot non esiste: lui ha visto un orso.»

«Giusto. Lei continui pure a crederlo. Ma, a meno che lei non decida di interrogarlo ufficialmente, penso che sia ora che la smetta di infastidirlo.»

Henrickson strizzo l’occhio e si diresse verso la porta senza voltarsi indietro. Piu confuso che mai, e incapace di dire se le cose fossero migliorate o peggiorate, Tom lo segui.

Appena fuori, il giornalista accelero il passo, diretto verso il motel sotto una pioggia che cominciava a trasformarsi in nevischio.

«Jim?» disse Tom, affannandosi per tenere il passo. «Che diavolo sta succedendo?»

«Sapevo che c’era qualcosa di strano quando ho trovato quella roba nel tuo zaino. Non mi aspettavo pero che la soluzione mi sarebbe stata servita su un piatto d’argento.»

«Spiegati meglio.»

«Hai mai sentito parlare della fitoterapia?»

«Certo. La gente usa le piante anziche le medicine per curare le malattie. Un po’ come per… non saprei, l’aromaterapia.»

«No,» disse Henrickson scavalcando la bassa recinzione del parcheggio dell’albergo. «E una cosa diversa. L’uomo usa le piante da moltissimo tempo. Una medicina non e altro che una forma speciale di cibo, no? Negli anni 70 e stata ritrovata una sepoltura di Neanderthal nel nord dell’Iraq. Il corpo era stato sepolto con otto fiori diversi, praticamente tutti ancora in uso oggi presso gli erboristi. I neanderthaliani conoscevano queste cose almeno 60.000 anni fa e forse ancora prima. Ed ecco perche erano nella tua borsa.»

«Non capisco. Perche?»

Вы читаете Eredita di sangue
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату