Quando e stata l’ultima volta che ti e saltato il cervello?»

«No!»

Che cosa aveva detto? Saltare il cervello.

L’aveva detto realmente? La stessa frase che aveva pronunciato l’individuo al telefono.

Pen senti le lacrime spuntare agli angoli degli occhi.

Era appoggiata all’indietro sul divano, i denti serrati, il cuscino schiacciato contro il petto, le gambe cosi unite da farle male. Si raddrizzo. Si asciugo gli occhi con la manica della camicetta. Una lacrima le era scivolata nell’orecchio destro. Avvolse la punta di un dito nel lembo della camicetta e si asciugo l’orecchio.

Cristo, lo stupro.

Harrison si era poi profuso in mille scuse. Quella notte stessa e la mattina dopo al telefono. Le aveva perfino mandato una dozzina di rose rosse. Pen sapeva che non provava nessun rimorso; aveva solo paura che lo denunciasse.

Ero ubriaco, non sapevo quello che facevo.

Lo sapevi, eccome.

Saltare il cervello.

Poteva essere Harrison quello che aveva telefonato venerdi sera? La voce non sembrava la sua. Forse l’aveva camuffata.

Ma perche chiamarla? Lui e Joyce…

Non era lui, concluse Pen.

Sei sicura?

Ando in bagno. Si soffio il naso. Allo specchio, i suoi occhi erano arrossati, le palpebre gonfie. A un tratto li socchiuse.

Si affretto nello studio. La cassetta era ancora inserita nella segreteria telefonica da quando Melanie e Bodie ve l’avevano lasciata. Riavvolse il nastro e lo aziono.

Ascoltando la voce, rivide mentalmente Harrison che si inginocchiava sopra di lei, nudo. Le si serro lo stomaco, le martellava il cuore. Le gambe si piegavano. Lei era sul pavimento, Harrison la penetrava mordendola, le braccia ammanettate dietro la schiena doloranti, le parole oscene le riempivano la testa.

Poi risuono la voce di Joyce. Pen spense la segreteria telefonica e si lascio cadere sulla sedia della scrivania.

La voce non suonava affatto come quella di Harrison.

L’uomo delle telefonate oscene, lo stesso che aveva lasciato il biglietto sotto la porta, non era Harrison.

Ma aveva l’anima sporca di Harrison.

«Va’ all’inferno, bastardo», mormoro Pen.

Bodie fini di leggere il rapporto e lo passo a Melanie. L’agente dall’altra parte della scrivania era occupato al computer. Batteva velocemente i tasti con aria efficiente. Ben diverso dal poliziotto che batte a macchina con due dita, penso Bodie. Ma gia, qui siamo a Beverly Hills. Evidentemente i poliziotti di qui non assomigliano agli altri.

Quando Melanie ebbe finito di leggere, poso il rapporto sulla scrivania dell’agente. Lui piroetto sulla sedia girevole e li guardo. «Avete trovato quello che cercate?» domando con voce gradevole.

Sembrava piu giovane di Bodie.

«C’era soltanto quell’unico testimone?» s’informo Bodie.

«La moglie? Lei e l’unica di cui siamo al corrente, per il momento.»

«Che succede adesso?» volle sapere Bodie.

«Abbiamo diramato una comunicazione a tutte le autofficine di Los Angeles e Orange County. Sono state avvertite di comunicarci subito se un’auto sportiva viene lasciata per una riparazione alla parte anteriore del veicolo. Inoltre stiamo controllando i furti d’auto. Se un automobilista e coinvolto in un incidente e fugge, di solito la prima cosa che fa e quella di denunciare il furto della sua macchina.»

«Logico», commento Bodie.

«Abbiamo ricevuto piu di due dozzine di denunce di auto rubate dal giorno dell’incidente e stiamo esaminandole. Credo che ci sia una buona possibilita che una di queste risulti essere il veicolo che ha investito il signor Conway.»

«Lo spero», disse Bodie e guardo Melanie.

«Suppongo che sia tutto», convenne Melanie e si alzo. «Grazie dell’aiuto.»

«Sono qui per questo. Se possiamo esservi utili, non esitate a telefonare o a venire.» L’agente tese a Melanie il suo biglietto da visita, lei lo guardo e annui.

«Perche non gliel’hai detto?» domando Bodie mentre attraversavano il parcheggio.

«Non era nelle mie intenzioni.»

«Ma loro avrebbero potuto accentrare le indagini su Harrison.»

«Che dovevo dire? Che so che e stato quel bastardo perche io sono dotata di facolta mediamene?»

«Potevi almeno dirgli che Harrison e Joyce hanno una tresca.»

«Potevi dirglielo tu.»

«Non mi sembrava che spettasse a me tirar fuori qualcosa del genere. Voglio dire, si tratta della tua famiglia. Se volevi che si sapesse, era l’occasione buona.» Bodie apri la portiera per Melanie, giro attorno al veicolo e sali al posto di guida.

«Torniamo a casa di Harrison», decise la ragazza. «Forse se ne sono andati, ormai.»

Pen esito davanti alla porta e si asciugo le mani sudate sui pantaloncini corti. Sta’ calma, si disse. Non c’e motivo di essere nervosa. Non e mica il dentista, non devi farti otturare un dente. Non succedera niente di strano. Che cosa credi, che ti sparino?

Apri la porta ed entro.

C’erano parecchi altri clienti, ma lei si sentiva osservata, un’estranea che non aveva nessun motivo di trovarsi in quel negozio. Un rivoletto di sudore le scese sul fianco. Vi premette il braccio.

Parte della tensione si allento quando vide uno scaffale di libri vicino al banco. Libri. Territorio familiare. Si avvicino allo scaffale e vide The Shooter’s Bible, La Bibbia del Tiratore scelto. La copia che aveva a casa probabilmente era vecchia di cinque anni, con informazioni non aggiornate. Sollevo uno dei pesanti volumi dallo scaffale, ne sfoglio le pagine e se lo caccio sotto il braccio decisa ad acquistarlo.

Non sono poi cosi fuori posto, dopo tutto, penso. Probabilmente sono piu esperta di armi da fuoco delle persone presenti nel negozio.

So, per esempio, che le rivoltelle non hanno la sicura. Un silenziatore va bene per un’automatica, ma non serve su una rivoltella perche il rumore esplode attorno al cilindro. Non si resta colpiti da una pallottola, questa fa parte della cartuccia che rimane nella camera di scoppio. Con un’automatica basta premere giu il grilletto, ma con una semiautomatica basta premere il grilletto a ogni colpo. Una 357 Magnum richiede munizioni calibro 38.

Diavolo, non sono del tutto ignorante.

Sentendosi piu sicura, Pen si allontano dallo scaffale dei libri e si avvio lungo un corridoio. Vide fucili automatici e da caccia allineati nelle rastrelliere dietro il banco in fondo al negozio.

Si fermo davanti alla vetrina d’esposizione. L’impiegato all’estremita stava avvolgendo nella carta alcune scatole di munizioni per un uomo con una giacca da safari.

Nella vetrina c’erano pistole, teleobiettivi, fucili automatici, coltelli, manette…

Manette.

Pen le fisso.

Le avevano bloccato la circolazione, cosicche le mani erano intorpidite. E aveva profondi solchi nei polsi. Lei aveva sentito quelle manette conficcarsi nelle natiche mentre Harrison la violentava.

«Desiderava vedere un paio di manette?»

Pen guardo, sorpresa, l’impiegato. «Uh, no. No, grazie.» Poso il libro sul banco. «Vorrei prendere questa. E anche un’arma.»

L’impiegato annui. La sua testa, in cima a un lungo collo, sembrava troppo piccola per il corpo. I capelli biondi e ondulati erano tagliati corti e i baffetti quasi invisibili. Ammicco a Pen attraverso gli occhiali con la

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