«Piantala.»

«Stai a sentire: perche non butti dentro anche questi con la tua roba? Tutta la tua roba. Capisci quel che voglio dire? E io ti insegnero che cosa vuol dire…»

«Spostati», disse Pen e avanzo verso di lui, il cesto davanti a se.

«Ehi, ma e la tua grande occasione.»

«Spostati!» gli grido lei in faccia.

Lui sbatte le palpebre e si fece da parte.

Pen gli passo davanti, quasi aspettandosi che l’agguantasse.

Lui borbotto: «Scema», ma tenne a posto le mani.

Lei si affretto a passare, usci dalla penombra nella luce del sole. Tremava e faceva fatica a respirare. Ai piedi delle scale guardo dietro.

Manny, in piedi vicino all’angolo della piscina, alzo il dito medio e lo fece ruotare.

Pen si affretto a salire le scale, prosegui a passo rapido lungo la balconata fino al suo appartamento e apri la porta. Provava delle fitte al petto, le mancava l’aria. Sporco bastardo.

Quand’e stata l’ultima volta che hai fatto l’amore?

Volevo parlarti del mio grosso cazzo e della tua calda figa.

Le si piegarono le gambe. Scivolo lungo la porta e fisso davanti a se.

Manny?

La voce non era la stessa, ma lui poteva averla contraffatta, quando aveva parlato al telefono.

Manny.

Appartamento 202. Con una chiara visuale della sua porta di ingresso e delle sue finestre. Sapeva chi riceveva e quando. Sapeva quando era in casa e quando era uscita, sapeva quando andava a coricarsi.

Sapeva quando era sola.

Manny.

Melanie doveva avercela fatta perche se dopo aver raggiunto la casa di Harrison avesse visto la Mercedes nel viale, avrebbe rinunciato e quindi sarebbe ritornata verso l’una e venti, l’una e mezzo al piu tardi.

Percio doveva aver battuto Harrison sul tempo, si era introdotta dalla porta di servizio e si era nascosta. Nell’armadio o magari sotto il letto.

Bodie guardo l’orologio. Erano passati solo due minuti. Ora mancavano cinque minuti alle due.

Se Melanie fosse tornata indietro sarebbe qui da mezz’ora.

Fisso la bottiglia di birra vuota rigirandola lentamente fra le dita.

E io che cosa ci faccio in questo strano evolversi degli eventi?

Per cominciare, beviamoci un’altra birra.

Si alzo, prese un’altra Corona dal frigorifero e l’apri. Se la porto fuori. Si mise a sedere sulla sdraio, la leggera brezza impediva al sole di scottare troppo. Chiuse gli occhi e cerco di ricordare com’era Pen quando stava allungata sulla medesima sdraio.

Bevve un sorso.

Che cosa stara facendo ora? Era uscita a cercare un nuovo appartamento? Stava chiedendosi perche loro non s’erano ancora fatti vedere con la sua roba?

Ehi, sono bloccato qui. Ti avrei portato la tua valigia, se avessi potuto. Fra l’altro, preferirei trovarmi li con te, invece che qui.

Appena torna Melanie.

Lei si tiene nascosta laggiu finche le si presenta un’occasione per sgusciare fuori.

Naturalmente loro potrebbero prenderla.

Potrei andare laggiu a piedi. Non ci vorrebbe piu di mezz’ora.

O telefonare a Pen. Lei ha l’auto. Andiamo da Harrison e poi che cosa? Bussiamo alla porta e chiediamo se c’e Melanie? Davvero ingegnoso.

Ma il pensiero di telefonare a Pen gli accelero il battito del cuore. Poteva riferirle di Melanie. Potevano discutere insieme la situazione. Forse lei sarebbe venuta li. Soli in casa. Oh, piantala, ordino a se stesso.

Sara meglio chiamarla.

Poso la bottiglia di birra sul tavolo e rientro in casa. Compose il numero dell’Ufficio Informazioni, diede il nominativo di Pen all’operatore e senti la voce registrata che trasmetteva il numero. Lo scrisse su un foglietto e lo compose.

Lascio squillare il telefono dieci volte, poi riaggancio.

Usci di nuovo e sedette al sole. Bevve un po’ di birra e mise giu la bottiglia. Poi chiuse gli occhi.

Poteva chiamare un taxi e farsi portare da Pen. Era un’idea.

Ciao, ho fatto una scappata per vedere come stai. Melanie? Oh, e nascosta in casa di Harrison a raccogliere indizi.

Pen, incapace di leggere dopo essere tornata dalla lavanderia, aveva acceso il televisore e sedeva fissando lo schermo, la mente concentrata su pensieri confusi. Le telefonate, suo padre, il fucile, cambiare casa, Joyce e Harrison che tradivano suo padre e forse tentavano di assassinarlo, la visione di Melanie, Bodie nella sua camera la sera prima, la gelosia di sua sorella.

Poi era scattato il timer e lei era dovuta scendere di nuovo nella lavanderia.

Il fucile era fuori questione, percio aveva portato con se un lungo coltello avvolto in un asciugamano sotto il braccio.

Mentre trasferiva la biancheria umida dalle lavatrici alle asciugatrici, si era aspettata di vedere Manny sgusciare nello stanzone, per aggredirla stavolta, ma lui non s’era visto.

Ora aspettava di nuovo. Il ciclo dell’asciugatrice sarebbe finito fra poco e lei sarebbe dovuta tornare nella lavanderia. L’asciugamano con il coltello giaceva sul tavolo davanti a lei. Non sarebbe andata giu senza il coltello.

Forse Manny era solo uno sbruffone. Non aveva fatto nessun tentativo.

Forse dovrei lasciare il coltello.

Ma Manny era eccitato, si vedeva, voleva saltarmi addosso. Se avessi mostrato il minimo interesse, mi avrebbe sbattuta sul pavimento e…

Manny non e l’uomo delle telefonate.

Manny non ha fatto scivolare il biglietto sotto la porta.

Manny ti affronta nella lavanderia seminudo, e tenta di impressionarti. Non e il tipo che fa telefonate anonime.

Pen si appoggio allo schienale del divano e corrugo la fronte allo schermo del televisore.

Aveva provato un certo conforto nel credere che si trattava di Manny. Lui era reale, lo conosceva, un nemico contro cui proteggersi. Non ,una presenza senza volto, non un estraneo qualsiasi che la perseguitava. Meglio Manny con il suo sogghigno e gli short da ginnastica gonfi davanti…

S’irrigidi all’improvviso squillo di un campanello.

Voglio venire…

Non era il telefono, era il timer.

Pen si alzo, si batte la mano sulla tasca dei calzoncini per assicurarsi di avere le chiavi, poi prese l’asciugamano con dentro il coltello. Si caccio l’asciugamano sotto il braccio, prese il cesto della biancheria e usci di casa.

Le tende di Manny erano scostate. Lei non lo vide a nessuna finestra, ma questo non provava niente; poteva restarsene indietro di pochi passi, nascosto nella penombra di una stanza, osservandola senza farsi vedere.

Si affretto lungo la balconata e giu per le scale. Passando davanti alla piscina senti della musica che usciva da un appartamento. Un segno di vita. Rassicurante.

Aveva lasciato lo stanzone della lavanderia chiuso a chiave e lo trovo chiuso quando lo raggiunse.

Naturalmente, Manny aveva la sua chiave.

Pen poso il cesto, frugo in tasca e tiro fuori le chiavi. Apri la porta e sbircio dentro.

Nessuno.

Accese la luce. Poi spinse il cesto con il piede attraverso l’uscio e si chiuse dentro.

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