«Davvero volete partire domani?» chiese Pen.

«Credo di si. Tornero se papa… cambia.»

«Vuoi che andiamo all’ospedale, stasera?» suggeri Pen.

«A che scopo?» ribatte Melanie. «Lui e… come morto. Non sopporto di vederlo a quel modo.» Melanie si lascio cadere su una sedia e si tenne la testa. «Voglio solo dimenticare. Voglio dormire.»

«Come ti senti?»

«Ho un terribile mal di testa.»

«Vado a prenderti l’aspirina.» Pen ando in bagno e apri l’armadietto dei medicinali. Mentre allungava la mano per prendere le pillole vide una boccetta di sonnifero prescrittole dal medico quando aveva sofferto d’insonnia, dopo il brutto episodio dello stupro. Il sonnifero non era forte, ma due compresse sarebbero bastate per far dormire Melanie tutta la notte. E per stroncare un eventuale piano di sgusciar via, piu tardi.

Le mani di Pen tremavano quando lascio cadere dalla boccetta due compresse sul palmo della mano.

E uno sporco trucco, penso.

Ma cosi si addormentera. Bodie e io non dovremo trascorrere la notte a sorvegliarla.

Mise via la boccetta. Con le due pillole in mano, usci dal bagno.

Bodie era seduto al tavolo quando lei entro in cucina. Pen prese un bicchiere dalla credenza e lo riempi d’acqua. «Ho preso delle pasticche per Mel», spiego.

Bodie annui.

Poso il bicchiere davanti a sua sorella e le mise in mano le compresse. «E un nuovo prodotto», spiego. «Sono molto forti. Ti daranno un po’ di sonnolenza, ma…»

«Bene», taglio corto Melanie. Si caccio in bocca le pillole e bevve mezzo bicchiere d’acqua.

«Ci vedi bene e non provi nausea, vero?» s’informo Bodie.

«No, ho solo mal di testa.»

«Meglio che ti metti a letto, dopo mangiato», suggeri Bodie.

«Si.»

Pen prese una bottiglia di birra per Bodie e verso vino per se e Melanie. Sedette, tiro fuori i tacos dalla busta di carta e li mise sul proprio piatto. Bodie e Melanie scartarono i loro cheeseburger. Bodie aveva comperato anche delle tortillas per tutti.

«Ci manca solo un’orchestrina di mariachi messicana», osservo Bodie.

«Avrei dovuto preparare dei margarita», si scuso Pen. Meno male che non l’aveva fatto, concluse fra se. Altrimenti non avrebbe potuto dare il sonnifero a Melanie. Un po’ di vino non poteva causare problemi, ma la tequila si.

«Perche non racconti a Pen che cosa e successo questo pomeriggio?» suggeri Bodie a Melanie.

Lei scrollo le spalle. «Non c’e molto da dire», rispose e mangio un boccone di cheeseburger.

«Chiaro che avevano un sacco di cose da dire su noi tre», osservo Bodie. «Cose per niente lusinghiere.»

«Harrison ce l’aveva soprattutto con te», disse Melanie, guardando giuliva sua sorella. «Ha usato certe parolacce che farebbero arrossire il tuo ammiratore del telefono.»

«Gentile», mormoro Pen, e continuo a mangiare.

«Sicuro. Lui crede che sia stata tu a suggerirmi di fare la telefonata e di introdurmi nel garage. Ha detto che vuoi vendicarti.»

«Per caso ha detto anche perche?»

«Ha detto a Joyce che era perche lui ti aveva scaricato.»

«Ah.»

«Ha detto anche che vuole ridurti in poltiglia», aggiunse Melanie.

Bodie poso la birra. «Avrei dovuto sistemare quel mascalzone quando ho avuto l’occasione.»

«E che cosa ha detto dell’incidente?» insiste Pen.

«Sanno che noi sappiamo. La prima cosa che ha fatto Harrison e stata quella di andare a controllare il garage. Aveva capito ancor prima di vedere la finestra rotta che la telefonata era un trucco per liberarci di lui, in modo che potessimo esaminare la sua auto. Quando e rientrato in casa, ha detto a Joyce: ‘Lo sapevo. Quei fottuti ci perseguitano’. Poi l’ha rassicurata spiegandole che non eravamo in grado di provare niente.»

«A questo proposito probabilmente ha ragione», convenne Bodie.

«Joyce ha paura che papa abbia visto Harrison alla guida. Lei era piu propensa a iniettargli qualcosa nelle vene.»

Pen s’irrigidi. «In ospedale?»

«Si. Ma Harrison le ha spiegato che era inutile tentare una mossa cosi rischiosa, dal momento che papa non avrebbe mai ripreso conoscenza. Ha detto che dovevano aspettare e vedere. Anche se papa sopravvive, esiste solo una minima possibilita che si ricordi dell’incidente.»

Bodie annui. «E davvero improbabile che possa ricordare. Da bambino sono caduto dal tetto e ancora oggi non riesco a ricordare d’essere caduto.»

«Che cosa ci facevi sul tetto?» volle sapere Pen.

«Non lo so. Avevo pranzato circa un’ora prima che accadesse, ma il resto e vuoto finche mi sono svegliato in una ambulanza.»

«E cosi che Peter Hurkos e impazzito», osservo Melanie. «E caduto da una scala o da un tetto o…»

«Be’, io non sono diventato matto, grazie a Dio. Qui uno e…»

«Di troppo?» suggeri Melanie, alzando un sopracciglio.

Bodie parve seccato per un momento. «Stavo per dire che basta uno.»

«Giusto.»

«Piantala», intervenne Pen rivolgendosi a sua sorella.

Melanie fisso Pen con uno sguardo furbesco. «Sono sicura che aspetti solo di liberarti di me.»

«Ehi, guarda che noi siamo dalla tua parte.»

«Allora perche tutti e due siete cosi ansiosi di rispedirmi a Phoenix?»

«E per il tuo bene», le ricordo Bodie.

«Oh, certo.»

«Guarda che cos’hai combinato oggi», intervenne Pen, cercando di tener ferma la voce. «Hai infranto non so quante leggi…»

«Te le raccomando, le leggi.»

«Cristo, hai aggredito Joyce.»

«Ha cercato di uccidere nostro padre.»

«Forse.»

«Niente forse.»

«Oltretutto, hai messo in grave pericolo anche Bodie. Potevate finire entrambi ammazzati.»

«Mentre tu eri al sicuro nella tua auto.»

«Ehi», protesto Bodie. «Qualcuno doveva restare fuori per chiamare aiuto nel caso le cose si fossero messe male. Pen voleva entrare al mio posto.»

«Sicuro, difendila.»

«Maledizione!» Bodie sbatte la bottiglia sul tavolo, Pen sbatte le palpebre, Melanie sobbalzo, scoppio in lacrime e corse fuori dalla cucina.

Bodie rimase a guardarla mentre spariva. Poi guardo Pen, scosse la testa e borbotto: «Scusa».

«Se l’e cercato lei.»

«Lo so, ma…» Con un sospiro lui spinse indietro la sedia e si alzo. «Sara meglio che vada a scusarmi.»

Bodie la trovo in camera di Pen, distesa sul letto con un cuscino sugli occhi. Si sedette accanto alla ragazza.

«Lasciami in pace», borbotto Melanie.

«Ehi, mi dispiace di aver perso la pazienza. Perche non torni di la e finisci di mangiare?»

«Non ho fame.»

«Non vuoi diventare forte e robusta?»

«Ah, ah.»

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