«Su, andiamo, Mel.»
«Voglio solo dormire. Sono stanca e ho mal di testa.»
«Ti sentirai meglio se finisci di mangiare.»
«No.»
Bodie le mise una mano sullo stomaco. La pelle di Melanie era calda. «Non mi piace vederti sconvolta.»
Lei tiro su con il naso. «Siete tutti e due contro di me.»
«Non e vero. Forse ti abbiamo rimproverato troppo precipitosamente, ma e stata una giornata stressante. Non sapevamo che cosa ti stava capitando mentre eri in quella casa.»
«Ero nascosta.»
«Noi non lo sapevamo. Eravamo realmente preoccupati, e sai perche? Perche ti vogliamo bene. Nessuno e contro di te. Tranne Joyce e Harrison.»
Lei increspo le labbra in un tremulo sorriso. Spinse da parte il cuscino e se lo mise sotto la testa. Con le punte delle dita si asciugo le lacrime dal viso. Poi respiro profondamente. «Non volevo procurarvi tanto disturbo.»
«Niente paura, anzi e stato eccitante, in un certo senso.»
«Davvero Pen voleva entrare a prendermi?»
«Si. Ho dovuto minacciarla per farla restare in macchina.»
«Non avrei dovuto trattarla a quel modo.»
«Sono sicuro che lei capisce. Questi ultimi due giorni sono stati difficili per tutti noi.»
«Ti dispiace tirare le tende?»
Bodie si alzo, tiro il cordone delle tende chiudendo fuori la luce del tardo pomeriggio.
«Torno di la appena mi sento meglio», mormoro Melanie.
«Rimango con te.»
«No, vai a finire di mangiare.»
«Sei sicura?»
«Si. Solo ti prego di non mangiare anche il mio burger. Vengo fra poco.»
Bodie si chino sul letto e la bacio dolcemente sulle labbra. «Buon riposo», sussurro.
Usci e chiuse la porta. Poi si rese conto che a Melanie poteva venire qualche idea strana e la riapri.
Torno in cucina. Pen era ancora a tavola e lo guardo sopra la spalla mentre si avvicinava. «Come sta?»
«Bene. Vuole fare un sonnellino.»
«Probabilmente e una buona idea.»
«Mi ha avvertito di non mangiare la sua cena.»
«Allora vuol dire che sta meglio», concluse Pen.
Bodie sedette a tavola di fronte a Pen. Si sentiva sollevato che Melanie non fosse presente, e colpevole per quella sensazione. Il suo cheeseburger non era piu caldo, ma era buono ugualmente. Ne mangio alcuni bocconi con un sorso di birra.
«Lei non sembra molto entusiasta di tornare a Phoenix», osservo Pen.
«Nemmeno io sono felice della prospettiva», confesso Bodie.
«E invece dovresti essere contento di uscire da questo pasticcio.»
«Non mi va l’idea di lasciarti sola a reggere il fardello. Melanie l’ha combinata grossa e tu sarai qui a pagare le conseguenze.»
«Me la cavero. Non c’entro con la grande rissa. Con te e Melanie lontani, Harrison pensera di avere vinto. Probabilmente fara finta che non sia successo niente. E bravissimo in queste cose.»
«A che cosa alludi?»
Pen scosse la testa. «Non tentera nulla con me.»
«Spero che tu abbia ragione. Ma Melanie afferma che lui e convinto che ci sia tu dietro questa faccenda.»
«Lasciamogli credere quello che vuole.» Pen si porto una patatina alla bocca, la mastico e si lecco il labbro superiore. «Forse non dovresti dirlo a Melanie, perlomeno non prima di partire ma ho intenzione di andare alla polizia e raccontare ogni cosa.»
Bodie corrugo la fronte. «Credi che sia una buona idea?»
«Per prima cosa, e una forma di autodifesa. Quando avro parlato con la polizia e avro accusato quei due, non credo che oseranno fare delle ritorsioni. Se mi capitasse qualcosa non farebbe certo una buona impressione. E poi spero di convincere i poliziotti, chissa che loro non trovino le prove.»
«Meglio loro di noi.»
«Questo e certo», convenne Pen.
«Comunque non so che cosa potremmo fare, dopo quanto e accaduto.»
«Melanie potrebbe avere qualche idea in proposito.» Pen si guardo attorno per assicurarsi che sua sorella non entrasse in cucina, poi aggiunse: «Sospetto che abbia un asso nella manica. C’e tanto tempo prima di domattina».
«Si», convenne Bodie. «Capisco che cosa vuoi dire. Lei fa un sonnellino e stanotte sguscia via, mentre noi dormiamo. Dovremo assicurarci che non le si presenti l’occasione.»
20
Quando ebbero finito di mangiare, Pen e Bodie sparecchiarono. Pen avvolse gli avanzi della cena di Melanie e li mise nel frigorifero. Poi prese un barattolo di caffe e comincio a riempire la caffettiera.
«Buona idea», approvo Bodie. «Sara una lunga notte.»
«Potremmo dormire a turno», suggeri Pen.
«Non mi va molto l’idea», confesso Bodie. Poi si scuso e si diresse verso il corridoio.
Mentre era fuori, probabilmente in bagno, Pen fini di preparare il caffe. Dopo di che porto una sedia della cucina alla porta d’ingresso e la sistemo contro la porta, con lo schienale sotto la maniglia. Proprio come venerdi sera, penso, e ricordo il terrore della mattina dopo quando aveva visto un braccio infilarsi dall’esterno per scostare la sedia. Era stato Bodie e lei l’aveva accoltellato.
«Non credo che quella sedia impedira a Mel di uscire», osservo Bodie entrando in soggiorno.
Pen gli sorrise. «Oh, accidenti.»
«A che cosa serve?»
«Giusto nel caso…»
«Hai paura che Harrison faccia qualcosa?»
«Ne dubito. Ma non si sa mai.»
«Sei la persona piu prudente che abbia mai conosciuto.»
«Con un pizzico di paranoia», replico Pen. «Dev’essere una malattia di famiglia.»
Bodie sedette in fondo al divano. «Un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno e anche i paranoici hanno dei nemici.»
«Qualche volta nemici immaginari. Se pensi che ieri ti ho preso a coltellate.»
«Un graffio.»
«Per fortuna. Ma questo dimostra che cosa puo succedere se uno perde il controllo.»
«Diavolo, io cercavo di entrare per forza. Tu non sapevi chi era, percio direi che l’attacco era giustificato.»
«Giustificato, forse, ma comunque e stato un errore. Il caffe dev’essere pronto.»
Pen ando in cucina, riempi due tazze e le porto in soggiorno. Ne diede una a Bodie. «Hai dato un’occhiata a Melanie?»
«Dorme.»
«Bene. Devo andare a prendere una cosa.» Pen poso la tazza sul tavolo e ando nella sua camera. Le tende tirate tenevano fuori la fioca luce della sera. Melanie era una vaga forma sul letto. Pen si avvicino. Senti il suo respiro lungo e regolare.
Dorme come un sasso.