tende erano tirate.

Lui non puo vedermi.

Forse ha visto accendersi la luce. Sempre che abiti nell’edificio.

Ma non puo chiamare, sa che non sono sola. Sta’ tranquilla, almeno per stanotte.

Ha le mie mutandine.

Pen corse fuori dallo studio e parte della paura svani quando entro nel soggiorno e vide Bodie sotto la luce della lampada, cosi calmo e tranquillo… e felice.

«Questo e stato bocciato», spiego Pen porgendogli il racconto.

«Allora deve essere brutto.»

Lei rise. «Torno fra un minuto», annuncio e si affretto in bagno. Bodie aveva lasciato l’asse del water abbassata. Molto educato. Slaccio i calzoncini bianchi e li abbasso lungo le gambe. Infilo i pollici ai lati dell’elastico delle mutandine, abbasso anche quelle e sedette.

Si ritrovo a fissare le mutandine nere di pizzo tese fra le caviglie.

Bodie senti scorrere l’acqua. Aspettandosi di veder riapparire Pen dopo qualche secondo, osservo l’ingresso del corridoio buio. E rimase in attesa.

Evidentemente lei non tornava subito.

Continuo a leggere la storia e l’aveva quasi finita quando senti aprirsi una porta. Pen camminava a passi leggeri e attutiti nel corridoio. Finalmente entro in soggiorno.

Lei alzo la mano in un gesto di saluto esitante. Un sorriso le tremolava sul viso. Aveva il naso leggermente arrossato e gli occhi rossi e gonfi. «Vuoi altro caffe?» offri con voce fioca.

«No, grazie. Ti senti bene?»

Lei rispose con un cenno affermativo e sedette all’estremita del divano. «Hai finito il racconto?»

«No. Qualcosa non va? Tu hai pianto.»

«Ridicolo.»

«Non puo essere tanto ridicolo il fatto che sei sconvolta.» Bodie si chino avanti, lascio cadere il manoscritto sul tavolino. Si volto verso Pen. Lei stava china, i gomiti sulle ginocchia, la testa abbassata. Bodie corrugo la fronte, si fece piu vicino e le mise la mano sulla schiena. Lei non si ritrasse ne gli disse di scostarsi. Lui le sfrego dolcemente la schiena fra le scapole, consapevole del calore sotto la camicetta.

«Hai mai provato la sensazione di aver perso il controllo?» mormoro Pen.

«Vuoi dire di aver commesso qualche errore?»

Lei annui. I capelli che le piovevano sul viso luccicavano al riflesso della lampada.

«Si, qualche volta», ammise Bodie. «Che cosa e successo?»

«Colpa di quell’individuo che ha telefonato venerdi sera. Con tutto quello che ci e capitato, non riesco a togliermelo dalla mente.»

«E comprensibile.»

«Mio Dio, ero cosi sconvolta da prenderti a coltellate. Cioe, ho perso il senso delle proporzioni. Ho messo quel cordone attraverso la porta e per poco non mi spaccavo la testa, poi ti ho accoltellato. Cristo.»

«Io non me la sono presa.»

«Ero cosi agitata. Credevo che lui venisse qui e cercasse di violentarmi. Ne ero sicura.»

«Esisteva il pericolo reale che venisse», osservo Bodie. «Io pure ne ero preoccupato.»

«Poi ha lasciato quel messaggio sotto la porta. Ero impietrita. Ma ho pensato: non gli permettero di distruggere la mia vita, non mi lascero terrorizzare. Cosi stamattina sono uscita a comperare il fucile. Lo sistemero, pensavo. Lascialo venire. Il fucile e un rimedio magico e io sono salva. Il fatto e che quando sono rientrata ero sola, avevo ancora paura, maledizione. Ma non gli avrei permesso di avvicinarmi. Cosi sono scesa nella lavanderia e un altro verme ha tentato degli approcci; ero cosi turbata che ho pensato: e lui l’uomo delle telefonate. Allora ho portato con me un coltello quando sono tornata giu. Probabilmente lo avrei pugnalato se si fosse fatto rivedere. Sarebbe stato il colmo. Pugnalare due persone innocenti in due giorni. Potrei vedere il mio nome sul Guinness dei primati.

«Non devi essere cosi dura con te stessa», le fece notare Bodie.

«No, non sai ancora il resto. Parliamo di paranoia. Quando sono andata a riprendere il bucato, mancava qualcosa. Un paio di mutandine. E stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lui non solo sa dove vivo, ma e qui e mi spia, magari e un inquilino dello stabile e si e preso le mie mutandine. Ma ecco il punto.» La voce di Pen tremo, lei giro la testa verso Bodie. Lunghe ciocche di capelli le nascondevano il viso, aveva gli occhi lucidi. «Ecco il punto essenziale. Ho sempre indossato quelle mutandine. Le portavo addosso. Nessuno le aveva rubate. Le ho portate per tutto il giorno. Anche adesso.» Lei emise un suono soffocato che poteva essere il tentativo di una risata, ma ne usci solo un singhiozzo. «Sono pazza, eh?»

«Oh, Pen», sussurro Bodie accarezzandole i capelli.

Lei si giro e gli mise le braccia al collo, asciugandosi le lacrime sul petto di lui.

«Va tutto bene», bisbiglio Bodie. «Va tutto bene.» Si lascio andare contro il cuscino stringendola gentilmente. E continuo ad accarezzarle i capelli e la schiena. Lei ci stava bene fra le sue braccia, meglio di Melanie. Un seno premeva contro il suo petto. Lui ordino a se stesso di ignorarlo. Bastava tenerla fra le braccia per provare un senso di calore e di pace.

«Devo dirti una cosa», sussurro Bodie, scostandola leggermente.

Pen annui e tiro su con il naso, la faccia vicina alla sua, le mani sui fianchi di lui.

«E tutta colpa mia», confesso Bodie.

Lei scosse la testa e tiro un profondo sospiro.

«In parte e colpa mia», insiste lui.

Lei aveva uno sguardo confuso.

«Quello delle telefonate… non e mai stato qui. Ha telefonato, e vero, ma non e venuto qui. Ti ricordi che avevo impiegato tanto tempo per andare a prendere la pizza, l’altra sera? Non mi sono perduto. Mi sono fermato in un negozio e ho comperato un biglietto di auguri. Ho usato la busta. Sono stato io a lasciare il messaggio sotto la porta.»

«Non e vero. Lo dici per farmi sentire meglio.»

«Mi dispiace. E stato uno sporco trucco.»

«No, tu…»

«Sono stato io, credimi.»

«Perche?»

«Perche cosi non saresti rimasta qui l’altra notte. Ho sentito la voce di quell’individuo sul nastro. Avevo paura… che venisse. Non volevo che rimanessi sola. E sapevo che eri terrorizzata all’idea di restare e che era stata Melanie a costringerti.»

Pen lo guardo negli occhi.

«Uno sporco trucco», ripete Bodie. «Dovevo capirlo che ti avrei reso le cose piu difficili. Accidenti, lo sapevo. Ma non me ne importava. Volevo farti tornare a casa di tuo padre a qualunque costo.»

«Eri preoccupato per me?»

«Si.»

Non aggiungere altro, si disse lui.

Mi sono spinto troppo lontano. Devo darci un taglio.

«Inoltre… non era leale. Ci avevi invitato ad alloggiare da te e capivo che era la cosa giusta da fare perche avevi offerto ospitalita per prima e avevi bisogno di averci vicino. Ho pensato subito che dovevamo restare con te, ma Melanie ha detto a Joyce che saremmo rimasti in casa. L’ha fatto solo per dispetto.»

«L’ha fatto solo per tenerti lontano da me», preciso Pen.

«Lo so. E io non ti volevo lontano da me.»

«Oh, Bodie.»

«Ecco…»

«Suppongo che sia una sorpresa», osservo Pen.

«Capita», replico lui. «Melanie si presenta con un ragazzo e quello si innamora di te. So di essere un farabutto. Domattina ce ne andremo e cosi tutto finira.»

Lei gli poso una mano calda sulla nuca. «Tutto finito», sussurro. «Lo so. Ma questa e la nostra notte… Ti

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