ricordi le pillole che ho dato a Melanie prima di mangiare? Era sonnifero. Molto forte. Per stanotte non si alzera.»

«Mio Dio!»

«Temevo che cercasse di sgusciar via piu tardi», spiego Pen. «Ecco perche l’ho fatto. Non per questo, non per restare soli.»

Bodie scosse la testa.

«Non e peggio che aver scritto quel biglietto, non e vero?»

«Meglio.» Bodie senti la propria voce che rispondeva. «Molto meglio. Siamo proprio due brave persone, tu e io.»

«Non sono certo orgogliosa di aver drogato mia sorella, ma mi mancherai tanto, Bodie.» Pen alzo la faccia e lo bacio.

Non dovremmo, penso lui.

La bocca di Pen era calda e umida.

Lui era intontito. Come un ragazzino del liceo che miracolosamente e baciato dall’unica ragazza dei suoi sogni, la ragazza ammirata a distanza e sognata a occhi aperti. Sembrava irreale.

Lui la strinse fra le braccia, Pen lo spinse sul cuscino.

Oh, questo e reale.

Il peso di Pen era reale, i suoi seni premuti contro il suo petto erano reali. E la sua bocca socchiusa, la sua lingua, il suo alito che entrava in lui.

Pen allontano la bocca. Lui aveva le labbra umide. Lei lo fissava, i suoi occhi si mossero da parte a parte per la frazione di un secondo. Lui sentiva di poter leggere in quegli occhi, ma non abbastanza profondamente. Voleva leggerle nella mente, entrare nei suoi pensieri.

«Che cosa facciamo?» sussurro Pen.

«A che proposito?»

«A proposito di noi.» Gli occhi di Pen erano cosi vicini ai suoi, si muovevano solo leggermente da sinistra a destra.

«Tu che cosa vuoi fare?» chiese Bodie.

«Non e cosi semplice.»

«Perche no?»

«Non posso farle del male. Non voglio.»

«Lei dorme. Hai detto…»

«Che cosa succedera dopo stanotte?»

Il cuore di Bodie accelero il battito.

«Escogiteremo qualcosa», replico Bodie. La sua voce risuono disperata.

«Come?»

«Non lo so.»

«Nemmeno io», confesso Pen. Si chino avanti, la fronte appoggiata alla curva del collo di lui. Bodie le sfrego la schiena.

«Non posso perderti. Per tutta la mia vita ho sognato che un giorno…»

«Pen e Bodie seduti su un albero che si baciano.»

Pen si rannicchio fra le sue braccia.

Dietro la porta, appena visibile nella penombra del corridoio c’era Melanie.

21

Melanie caccio una mano nella tasca dei pantaloni di fustagno e tiro fuori due pillole. «Sapevo che non erano aspirine», disse con voce piatta. Fisso Pen con occhi privi d’espressione. «Mi hai dato un sonnifero. Per passare la notte con Bodie, per sedurlo.»

«Cielo!» mormoro Bodie.

«Non e questa la ragione», ribatte Pen. «Temevo che andassi fuori a cercare Harrison.»

«Puttana», disse Melanie, calmissima.

«Mel!» Sbotto Bodie. Lei giro lentamente la testa. «Che cosa?» domando.

«Non parlare a quel modo. Lei e dalla tua parte. Tutti e due siamo dalla tua parte.»

«Volete togliermi di mezzo.»

«Non essere ridicola.»

Un placido sorriso senza umorismo increspo le labbra di Melanie.

Mio Dio, penso Pen, che cosa le abbiamo fatto?

Bodie si rivolse a Pen. «Sara meglio che partiamo subito», decise. «Non credo che dobbiamo aspettare fino a domattina. La riporto subito a casa.»

«Si.»

«Non possiamo partire», intervenne Melanie. «Non l’hai ancora scopata. Devi fotterla. Tutti devono fotterla.» Il modo blando in cui lo disse sorridendo, fece venire la pelle d’oca a Pen.

Bodie si alzo. Giro attorno al tavolino, passo davanti a Melanie e sollevo le valigie che aveva lasciato vicino alla parete quando le aveva riportate dall’auto. Melanie, in piedi immobile, lo segui con uno sguardo impassibile.

Anche Pen si alzo. Rimosse la sedia dalla maniglia e apri la porta.

Bodie la guardo con occhi cosi angosciati che lei avrebbe voluto gettargli le braccia al collo. «Andra tutto bene», la rassicuro lui.

«Non credo.»

«Le passera, quando saremo partiti.»

Davvero? Penso Pen. Non voglio e neppure tu.

«Vieni, Melanie», disse Bodie in tono gentile.

Lei avanzo verso Bodie, gli occhi impassibili puntati su sua sorella. «Prima e arrivato l’amore», cantileno a voce. «Poi e arrivato il matrimonio e poi ecco Penny con una carrozzina per bambini.»

«Arrivederci», saluto Bodie.

Pen rispose con un cenno del capo.

Poi i due uscirono. Pen dalla balconata osservo sua sorella seguire Bodie fino alle scale, scendere. Quando furono fuori dalla vista, senti aprire e chiudere il cancello di ferro. Allaccio le braccia sui seni per trovare un po’ di calore nel freddo della notte. Uni le gambe nude. E serro i denti perche non battessero.

Segui il rumore lontano del furgone che partiva.

Ecco, penso. Se ne vanno.

«Ehi, bambola, ti riscaldo io», grido Manny dalla porta del suo appartamento.

Lei non si senti ne offesa ne minacciata. Non provava niente per Manny. Non era importante.

Rientro in casa e chiuse la porta. Fece scorrere la catena e guardo la sedia che aveva messo contro la maniglia.

Che importa?

Non aveva paura. Penso vagamente che doveva essere contenta di non aver piu paura, ma non era piu importante.

Inseri la spina del telefono in cucina nella presa a muro.

Lascia pure che il bastardo chiami, penso. Non puo turbarmi.

Pietre e bastoni possono rompermi le ossa, ma le parole…

Pen e Bodie seduti su un albero che si baciano.

Le parole non possono ferirmi.

Come mai tutto e andato cosi storto?

Sono partiti. Non rivedro piu Bodie. Melanie mi odia a morte. Lei crede che… Ha ragione.

Bodie. Oh Dio, Bodie.

Vago in camera da letto e accese la luce. Desiderava sdraiarsi, dormire, dimenticare.

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