Senti prurito in gola. Una risatina? Poteva tramutarsi in un grido.

Quasi arrivato.

Signore, fa’ che stia bene. Ti prego.

Bodie svolto nella strada di Pen.

Quasi ci sono.

Morta sul pavimento, il corpo dilaniato da numerose pugnalate, gli occhi vitrei che fissano il soffitto.

No, no!

Era arrivato al suo isolato, i suoi occhi sfrecciavano da destra a sinistra cercando il furgone. Fermo la macchina davanti all’edificio. Nessun segno del suo veicolo, ma Melanie poteva averlo parcheggiato dietro l’angolo.

Scese dalla macchina, attraverso la strada di corsa, apri il cancello di ferro e corse su per le scale, facendo gli scalini a tre per volta. Percorse la balconata in un lampo, arrivo alla porta. La luce brillava dietro la tenda della finestra. Bodie busso. «Pen!» grido. «Pen, sono Bodie!»

Trascorsero alcuni secondi.

Busso di nuovo, con maggior energia.

La porta si apri.

Pen indossava una vestaglia azzurra.

Sembrava illesa. Era bellissima e aveva un’espressione preoccupata.

«Melanie e qui?» s’informo Bodie.

Pen scosse la testa.

Bodie entro. Chiuse la porta, allaccio le braccia attorno a Pen e la strinse forte.

22

Era cosi bello rivederlo, essere fra le sue braccia. Lei lo strinse forte. Non voleva sapere perche era tornato, che cosa era successo. Voleva solo continuare a tenerlo stretto.

Bodie aveva il fiatone, Pen sentiva il battito del suo cuore contro il proprio petto.

«Stai bene?» gli domando dopo un momento.

«Ora si. Tranne un mal di testa atroce.»

«Ti prendo un’aspirina.»

«Vengo con te.»

Bodie la segui. «Che cosa e successo?» volle sapere Pen.

«Non ne sono sicuro, ma credo che Melanie mi abbia colpito in testa.»

Pen lo guardo corrugando la fronte. «Ti ha colpito?»

«Mi sono svegliato in un campo giochi di una scuola vicino all’autostrada. Il mio furgone era sparito. Avevo paura che lei venisse qui.»

«Io non l’ho vista.»

In bagno, Pen apri l’armadietto dei medicinali, prese la boccetta dell’aspirina e chiuse il battente con lo specchio.

Bodie, dietro di lei, le cinse la vita con le braccia. Pen lo guardava allo specchio. La faccia di lui, sopra la sua spalla destra, appariva pallida e tesa.

«Avevo paura che ti facesse del male», spiego lui.

«Oh, Bodie.»

Lui infilo una mano nella vestaglia. La sua mano era fredda sulla pelle. Si mosse lentamente su e giu accarezzando un seno. Con un sospiro, Pen si appoggio contro di lui. Infilo il pollice sotto il cordone della vestaglia e tiro. Il cordone si slaccio. Bodie apri la vestaglia. Lei noto che la guardava allo specchio. La faccia di Bodie, ancora pallida, non era piu tesa per il dolore. Le sue mani erano strette sui seni, i pollici sfregavano i capezzoli turgidi. Lui le tenne i seni, li strinse e Pen si lascio sfuggire un gemito.

Le mani di lui si abbassarono ad accarezzarle il ventre, scivolarono sui fianchi e sulle cosce. Poi ricominciarono a salire. Dolcemente. Pen chiuse gli occhi. Le mani si allontanarono, tornarono sui fianchi.

La boccetta dell’aspirina cadde dalle dita di Pen. Lei prese la mano di Bodie e la guido fra le gambe. Lui gemette quando la tocco. Pen senti le gambe che le si piegavano. La mano di lui premette e lei si contorse.

Mi dispiace, Melanie, penso. Mi dispiace. Non m’importa, ci abbiamo provato.

Scosto la mano di Bodie e si giro. La vestaglia le scivolo dalle spalle. Le mani di Bodie le accarezzarono la schiena e le natiche.

Con le dita tremanti lei comincio a sbottonargli la camicia.

«E Melanie?» bisbiglio lui.

«Non m’importa piu. Ti ha colpito. Non ti merita.»

«Dev’essere andata da Harrison.»

«No.» Pen non voleva pensare a Melanie.

«Non mi va l’idea di darle la caccia, ma non posso lasciarla…»

«Che cosa?»

«Non lo so. So solo che devo andare a cercarla.»

Pen si appoggio al petto di Bodie. Lui la tenne stretta gentilmente. «Vengo con te», decise Pen.

Le mani di lui le salirono lungo la schiena mentre lei si chinava per raccogliere la vestaglia. Le accarezzarono le spalle. Pen si drizzo, si volto e prese la boccetta di plastica che era caduta nel lavabo. «Prendi un po’ d’aspirina», suggeri. Gli diede la boccetta, poi aspetto accanto a lui che inghiottiva delle pastiglie con un po’ d’acqua dal rubinetto.

Pen lo precedette in camera da letto. Bodie rimase sulla porta osservandola mentre appendeva la vestaglia sull’anta dell’armadio.

«Dormivi?» domando Bodie.

«Prima si. Poi ho ricevuto una telefonata. Da lui

«Oh, no!»

Pen apri un cassetto e tiro fuori un paio di mutandine azzurre. «Abbiamo parlato», riprese, infilando l’indumento. Poi tenendosi in equilibrio su un piede infilo un calzino, poi l’altro. Finalmente guardo Bodie. Lui la fissava, la bocca socchiusa. «E saltato fuori che quel tale non verra qui. Non sa dove abito; non sa neppure chi sono. Mi faro cambiare numero di telefono e cosi sara finita.»

«Come ha avuto il tuo numero?»

«L’ha composto a caso.»

«Dio.»

«Tanto trambusto per niente. Non c’e mai stato il pericolo che mi facesse visita.»

«Fantastico.»

«Gia», mormoro Pen. Si accuccio e apri l’ultimo cassetto in fondo. Prese un paio di pantaloni e li indosso. Getto la segreteria telefonica sul letto. Nuda dalla vita in su, e sentendo lo sguardo di Bodie, si avvicino all’armadio. Tiro fuori un paio di scarpe da ginnastica e le porto verso il letto. Sedette, le calzo e lego i lacci. Poi ando verso Bodie reggendo la maglia della tuta.

«Insisti nell’impresa?»

«E tua l’idea di andare a cercarla, no?»

Lui sorrise leggermente, la fisso negli occhi mentre le toccava i seni. «Succedono strane cose.»

«Strane davvero», convenne Pen inarcando la schiena mentre lui l’accarezzava.

«Se lei non mi avesse dato una randellata in testa, saremmo in viaggio per Phoenix.»

«E sarebbe al sicuro», concluse Pen.

«E io… non sarei qui con te.»

Il respiro di Pen si fece rauco quando lui le premette i capezzoli. «Oh Dio, Bodie!»

«Vale la pena di avere un bernoccolo in testa.»

«Sara meglio… andare.»

Lui abbasso le mani e le tenne sui fianchi di Pen. Lei infilo la felpa dalla testa.

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