La Mercedes di Harrison era nel viale della casa. La Continental di Joyce non era piu parcheggiata di fronte.
«Sono furbi», osservo Pen, proseguendo davanti alla casa. «Sanno che noi siamo andati alla polizia. Non farebbe buona impressione se Joyce trascorresse la notte con lui.»
«Percio e andata a casa», concluse Bodie.
«E dov’e Melanie?»
Bodie si strinse nelle spalle. Aveva controllato la strada per vedere se c’era il suo furgone, ma finora non l’aveva visto. «Continua ad andare. Forse l’ha lasciato sul retro.»
Pen svolto, torno a svoltare. Passo davanti all’isolato di Harrison, poi svolto di nuovo a destra e torno sulla strada per fermarsi all’angolo. «Che ne pensi?»
«Non chiedermelo», rispose Bodie. «Ho gia sbagliato due volte.»
«Dev’essere andata da papa.»
«A casa di tuo padre, vuoi dire? Ci ho pensato anch’io. Sempre meglio. Naturalmente Harrison potrebbe essere andato con Joyce. Con la sua auto.»
«Ne dubito», replico Pen. «Probabilmente si sono divisi.»
«Dobbiamo controllare la casa?»
Pen scosse la testa e svolto a sinistra nella via di Harrison, allontanandosi. «Stiamo cercando Melanie», gli ricordo.
Aspetto un momento prima di immettersi nel traffico sulla Ventiseiesima Strada, e infine svolto a sinistra.
«Spero solo…» mastico Bodie.
«Che cosa?» incalzo Pen.
«Puo darsi che Melanie sia gia stata nella casa di Harrison. Potrebbero averla catturata. Ecco perche non c’era il mio furgone. Forse Harrison l’ha portata via con quello. Joyce puo averlo seguito con la sua macchina per farlo salire dopo… essersi liberato di lei.»
Pen lo sbircio. Alla luce grigiastra dei lampioni, aveva gli occhi sbarrati e le labbra serrate.
«E solo una possibilita», aggiunse lui, pentito di non aver tenuto per se l’ipotesi.
«Se ha fatto del male a Melanie…»
«Probabilmente la troveremo a casa di tuo padre», taglio corto Bodie.
Pen si fermo a un semaforo rosso in San Vicente. Si chino avanti e premette la fronte sul volante.
Bodie allungo la mano, le accarezzo dolcemente la schiena sotto la soffice felpa. «Andra tutto bene», disse.
«Si? Papa e in coma, Melanie… Dio solo lo sa.» Pen giro la testa. La sua faccia aveva un’espressione angosciata. «E tutta colpa mia.»
«Colpa di Harrison», puntualizzo Bodie.
Un clacson suono dietro di loro.
Era scattato il verde e l’auto davanti stava passando l’incrocio. Pen svolto a destra in San Vicente.
«Avrei potuto fermare tutto», riprese. «Se non avessi tenuto la bocca chiusa… Non volevo dare un dispiacere a papa. Sarebbe stato un colpo per lui. Lui credeva che Harrison fosse un ragazzo meraviglioso. Ma se gli avessi detto… Forse il bastardo sarebbe in galera, in questo momento. Anche se ne dubito. Sarebbe stato difficile convincere una giuria che io non ero consenziente. Pero poteva cambiare tutto. Avrei dovuto parlare, maledizione.»
Bodie la fisso senza fiato. Aveva l’impressione d’esser stato preso a calci nello stomaco. «Consenziente per che cosa?»
«Harrison mi ha violentata.»
«No.»
«Avrei dovuto dirlo prima.»
«Ti ha… malmenata?»
Lei lo guardo in faccia e annui. Negli occhi le brillavano le lacrime. Sembravano argento alla luce dei lampioni. «Mi ha picchiata», mormoro.
«Tu hai lottato?»
«Quanto ho potuto», rispose lei con voce tremante. «Lui mi aveva ammanettata.»
Bodie si lascio sfuggire un gemito.
«Mi ha stuprata per… lungo tempo.» La ragazza si asciugo le lacrime sulle guance con il dorso della mano. «Da allora non sono piu stata con un uomo.» Tiro su con il naso e guardo Bodie. «Tu sarai il primo… se mi vorrai ancora, ora che sai…»
«Oh, Pen.» Bodie le mise una mano sulla coscia e strinse gentilmente. Il calore gli serpeggiava lungo il braccio. «Non ho mai desiderato nessuna come desidero te.»
«Non t’importa che…»
«Vorrei uccidere quel bastardo», mormoro Bodie.
«Non l’ho mai detto a nessuno», riprese Pen. «Ho solo finto che non fosse mai successo e Harrison s’e comportato come se realmente non fosse accaduto. Dopo un po’ e stato come se…»
«Un modo di convivere con il ricordo», la interruppe Bodie.
«Avrei dovuto parlare. Forse niente di tutto cio sarebbe accaduto.» Pen si sfrego la manica sulla faccia.
Bodie le accarezzo la gamba mentre l’auto rallentava per svoltare a sinistra nella stretta via che conduceva alla casa del vecchio Conway. Avrebbe voluto prenderla fra le braccia e tenerla stretta per dissolvere il dolore, quello di lei e il suo.
Harrison l’aveva violentata. Ammanettata e picchiata. E poi aveva fatto i suoi comodi.
Farabutto.
Miserabile.
«Bodie, mi fai male.»
«Scusa.» Sollevo le dita dalla coscia di Pen e le strinse sulla canna del fucile.
Poi guardo nella via cercando la sua auto. Passarono lentamente davanti a una Ferrari, una Porsche, una Jaguar.
Pen fermo l’auto davanti al garage. «Qui non c’e. Dev’essere come hai detto tu, l’hanno portata via con il tuo furgone.»
«Prosegui ancora un po’.»
Pen segui una curva nella strada ed ecco il veicolo di Bodie, parcheggiato contro una siepe. Bodie s’irrigidi.
Pen ingrano la retromarcia, mise un braccio sullo schienale e guardo dal finestrino posteriore. Poi indietreggio lentamente.
Bodie la fissava.
Sembrava importante vedere che faccia aveva in quel momento.
La pallida macchia del suo viso. Il bianco degli occhi e la scia argentea di una lacrima che scendeva. I capelli soffici. Il modo in cui teneva il labbro fra i denti. La curva della sua guancia. La sua gola, i seni provocanti sotto la felpa, il destro piu alto perche il braccio stava appoggiato sullo schienale.
Lo sguardo di Bodie segui il braccio sinistro di Pen sul volante. La manica era sollevata sul polso sottile. La sua mano, che manovrava il volante, appariva piccola e fragile. Guardo i pantaloni della tuta che si arricciavano sul grembo. Poi torno a guardare il suo viso.
Cosi bello. Tutto di lei era bello. E adesso e mia.
Non permettero che qualcosa di male le capiti di nuovo, penso Bodie, e provo un dolore improvviso perche sapeva che era una promessa inutile. Il futuro li avrebbe feriti entrambi, prima o poi li avrebbe uccisi.
Pen fermo la macchina davanti alla porta del garage. Tiro il freno, spense i fari e si rivolse a Bodie.
Lui scosto il fucile. Abbraccio la ragazza, l’attiro dolcemente a se. Si baciarono. Lui infilo le mani sotto la felpa, accarezzo la pelle vellutata della schiena.
«Vorrei che non dovessimo entrare», bisbiglio Pen.
«Non e obbligatorio.»
Lei lo bacio leggermente e si scosto. Prese la chiave dell’accensione e apri la portiera.