Bodie scese prendendo con se il fucile.
23
Pen si fermo alla porta d’ingresso e cerco le chiavi con le dita tremanti. «Mi piacerebbe sapere se Joyce e qui», disse.
«Il garage ha qualche finestra?»
«No.»
Lei trovo le chiavi di casa e apri la porta. Fece per entrare, ma Bodie le poso una mano sulla spalla per trattenerla. Entro per primo. Pen lo segui.
E senti la voce di Melanie.
«…qui solo, o la uccido… Non credo che tu voglia fare una cosa simile. Ho qui un foglio che i poliziotti troverebbero molto interessante.»
Pen chiuse silenziosamente la porta e segui Bodie nell’ingresso.
«Vedremo quando sarai qui. Ti conviene sbrigarti. L’ammazzo se non arrivi entro dieci minuti.»
La ragazza riappese mentre loro entravano nello studio.
«Melanie?»
Lei si giro. «I due piccioncini», disse fissandoli attraverso le ciocche di capelli neri. Si scosto i capelli dalla faccia, le punte delle dita lasciarono strisce di sangue sulla fronte. La sua camicia bianca era macchiata di sangue, come se Melanie l’avesse usata per asciugarsi le mani.
«Oh, Mel», mormoro Pen. «Che cosa hai fatto?»
Con un sogghigno, lei sventolo un foglio di carta.
Bodie lo prese e lo esamino.
«Voialtri li avreste lasciati andare tranquillamente dopo che hanno ucciso papa.»
«Non l’hanno ucciso», ribatte Pen.
Le labbra di Melanie tremarono. «Tu volevi solo portarmi via Bodie. Ecco quello che t’importava. Te ne fregavi di cio che quei due hanno fatto a papa.»
«Certo che m’importa», replico Pen rendendosi conto che Melanie ora sembrava piu coerente di quando Bodie l’aveva portata via dal suo appartamento. Ma non meno pazza.
Le labbra della ragazza si sollevarono in un ghigno che si tramuto in un sorriso malevolo. «A te interessava solo allargare le gambe.»
Bodie diede il foglio a Pen. Sui bordi si vedevano delle impronte insanguinate. Pen lesse la calligrafia tremolante.
Questa e la mia confessione. Io, Joyce Conway, ho cospirato con Harrison Donner per assassinare mio marito, Whit Conway. Eravamo amanti a sua insaputa. Volevamo ucciderlo per ottenere l’assicurazione e l’eredita.
Ho fatto sapere a Harrison dove e quando avevamo stabilito di cenare e lui ha aspettato in macchina. Quando Whit ha attraversato la strada, l’ha investito. Era un’auto rubata, perche non voleva usare la sua macchina.
«Era Harrison quello a cui hai detto di venire qui?» volle sapere Bodie.
«Chi altri?»
«Probabilmente si presentera con la polizia al completo.»
«Non credo proprio.»
La firma di Joyce era scribacchiata in fondo alla pagina con la stessa calligrafia tremolante della confessione.
«Dov’e lei?» chiese Bodie.
«Vuoi vederla?» Melanie guardo l’orologio. Era quello di Bodie. «Penso che abbiamo pochi minuti.» Prese il foglio dalla mano di Pen e passo davanti a loro. Mentre gli altri due la seguivano verso la scala, Melanie guardo dietro. «Dovremo nasconderei prima che arrivi Harrison. L’elemento sorpresa, capite?»
Ai piedi della scala, Bodie guardo Pen. La sua faccia era grigia. Le prese la mano. Aveva le dita ghiacciate.
Salirono le scale dietro Melanie. Lei fece strada lungo il corridoio.
Pen sapeva che avrebbero trovato una carneficina. Le girava la testa, era inebetita. Le luci sembravano troppo fioche. Quando sbatte le palpebre vide un’aureola blu elettrico circondare Melanie. Pen aveva la nausea. Proprio come venerdi, penso, la sera dell’incontro degli scrittori di gialli, durante lo show del coroner.
Lividore post-mortem, segni di morsi sul cadavere, il pene grigio del morto. Uova di mosche nelle narici.
Aria fresca.
Bodie la fermo alla porta della camera matrimoniale. «Aspetta qui», disse.
Pen si appoggio allo stipite, la schiena rivolta alla stanza. Bodie le lascio andare la mano e le passo davanti. Pen si lascio scivolare a terra e fisso il tappeto.
Non dovrei, pensava. Non dovrei permettergli di affrontare da solo questa cosa orribile. Devo stargli vicino.
Si costrinse a rialzarsi.
Non si sentiva nessun suono giungere dall’interno della stanza.
Voltandosi verso la porta, vide Bodie e Melanie a fianco a fianco. I loro corpi le bloccavano la vista.
Pen si avvicino lentamente.
Senti odor di sangue e provo una nausea intensa. Sollevo il davanti della felpa e premette la stoffa morbida sul naso e sulla bocca. L’indumento aveva un odore di fresco che mascherava l’odore aspro del sangue. Ricaccio le lacrime e si mise al fianco di Bodie.
Joyce, su una sedia a schienale rigido, la fisso con una faccia color cremisi. Sbatte le palpebre per allontanare il sangue che le colava negli occhi dalla fronte tagliata. Respirava a fatica dal naso. Una striscia di stoffa, probabilmente la cintura di una vestaglia, era legata sulla bocca.
«Ho dovuto lavorarmela un po’», spiego Melanie.
Bodie inclino il fucile verso Pen. L’arma poggiava sul pavimento con la canna all’insu. Tenendo la felpa sulla bocca, Pen afferro la canna del fucile con l’altra mano e la tenne in quella posizione, mentre Bodie si spostava dietro la sedia.
Joyce aveva i piedi legati alle gambe della sedia. La sua camicia da notte le si appiccicava addosso per il sangue, ma Pen non riusciva a vedere altre ferite. Il sangue, concluse, veniva dai tagli sulla fronte di Joyce.
Dovrebbe salvarsi.
Poteva andar peggio, penso. Molto peggio.
Guardo Melanie. Sua sorella stava fissando il fucile. No, concluse Pen, non guarda il fucile.
Guarda me con la felpa rialzata.
Un brivido le serpeggio nella schiena. Abbasso la felpa. Lo sguardo di Melanie sali alla sua faccia.
Pen credeva a stento all’odio che leggeva negli occhi della sorella.
Lo sguardo si sposto mentre Bodie toglieva il bavaglio dalla bocca di Joyce. «Che cosa fai?» volle sapere Melanie.
«Per amor di Dio!» mormoro Bodie. Si accuccio per slegare le mani di Joyce.
«Lasciala stare.»
Pen si rese conto che Joyce aveva qualcosa in bocca. Si fece piu vicino, sposto il fucile nell’altra mano e si chino sulla donna.