nostra piccola Annie.» Si fermo, mentre alcuni fotografi scattavano istantanee della bambina, quindi prosegui. «Desidero sottolineare, comunque, che i medici non hanno trovato conferma che lei sia dotata di facolta speciali. Ha avuto intuizioni rivelatesi esatte. Ha salvato sua madre, e quel suo presentimento ha guidato i vigili del fuoco alla scoperta dell’incendio. Di questo, ringraziamo la Provvidenza.
«Noi chiediamo soltanto che ad Annie sia consentito di condurre un’esistenza normale. Doveva rientrare a scuola oggi, ma la confusione e lo scompiglio gliel’hanno impedito. Speriamo possa raggiungere presto i suoi compagni.»
Si tiro in disparte cedendo, come d’accordo, il posto a Laval davanti al microfono. «Quale pediatra di Annie», esordi Laval, «desidero confermare quanto ha appena detto Mr. McKay. Annie e una deliziosa bimba assolutamente normale. Vogliamo avere la certezza che tutto questo non la danneggi. Come forse saprete, esistono molti esempi di persone che predicono il futuro. Nessuno puo, in realta, capire tali circostanze, ma raccomandiamo vivamente alla stampa di non attribuirvi eccessiva importanza. E ora, a quanto mi risulta, la famiglia potra rispondere alle vostre domande.»
«Vogliamo parlare con Annie!» grido un cronista, cui altri fecero eco.
Ned sorrise paternamente alla nipote. «Annie e qui, disponibile», preciso, «ma cercate di capire che e affaticata.» Guido gentilmente la bambina davanti al microfono. «Parla qui dentro, tesoro.» E sorrise alla stampa.
«Annie», grido un cronista, «che cosa ne dici di tutta questa attenzione intorno a te?»
Annie ridacchio. «E come alla TV quando la mamma guarda il telegiornale. E divertente.»
«Quando hai detto ai pompieri dell’esplosione nella cantina e stato come se avessi visto la scena in quel momento?»
«No. Lo scoppio l’avevo visto prima, quando la mamma stava andando via in macchina.»
«Si dice che non e la prima volta che ti succede. E vero?»
Ned si intromise bruscamente. «Annie ha sperimentato qualche periodo critico. Ci sono stati episodi analoghi, ma i medici concordano nel dire che si e trattato di coincidenze.» Guardo Laval, che annui, confermando.
«Ma la bambina ha predetto il futuro», ribatte un cronista. «A noi risulta cosi.»
Laval si accosto al microfono. «Per essere esatti», preciso, «Annie sembrava conoscere fatti che stavano accadendo altrove. Ma chi puo sapere come abbia avuto quelle idee?»
Di botto, Larry Birch si fece strada tra il gruppo di giornalisti e li fronteggio. «Ciao, Annie», comincio con la sua cadenza newyorkese, «prima di andare in ospedale hai mai visto qualcuna di queste scene nella tua mente?»
«No», rispose la bambina.
«Dottor Laval», domando Birch, «perche?»
Laval si fece pensieroso. «Non lo so», rispose. «Potrei solo fare delle ipotesi al riguardo.»
«E possibile», continuo Birch, «che sia stata la malattia di Annie a causare tutto questo?»
Gli altri cronisti ammutolirono, attenti.
«Non ho mai saputo di circostanze del genere», rispose Laval.
«La domanda non era questa.»
«Be’, no», confermo il medico, «non e possibile.»
«E vero o no che quando si e svegliata all’ospedale la bambina ha riferito di avere visto se stessa spinta giu, o cadere, da un traliccio a Topeka?»
Ned intervenne di nuovo, il volto arrossato per la rabbia. «E allora?»
«Non lo sa, signore, che una bambina e morta esattamente in quel modo, il giorno prima, a Topeka, e che Annie ha avuto la sua visione prima che la notizia venisse trasmessa da New York?»
Pandemonio.
Nessuno dei giornalisti aveva saputo del fatto. Vera non l’aveva saputo. Si copri il volto con le mani, tremando come una foglia. «Oh, Dio!» gemette, senza che nessuno potesse sentirla.
Birch si odio per il colpo inferto a Vera, ma aveva capito che era il momento giusto per vanificare i tentativi di minimizzare le visioni di Annie.
«E vero?» chiese un cronista a Laval.
«Si», rispose il dottore sommessamente, a disagio.
«E questo non preoccupa i familiari?» domando un altro giornalista a Ned.
«No», sbotto Ned. «Come avvocato, ho visto molte cose che sembravano vere e non lo erano. Non credo ai miracoli, io!» Di colpo, circondo con un braccio le spalle di Annie e comincio a ricondurla verso casa. «La tensione e troppa per la piccola», disse. «Non e davvero leale ne per sua madre ne per lei. Grazie a tutti.»
Gli uomini della stampa protestarono, tumultuando. «Solo un altro minuto», pregarono e si accalcarono come avvoltoi sui McKay, qualcuno cercando di impedir loro di entrare in casa. Ma Ned si fece strada a spintoni. E alla fine la famiglia e Laval riuscirono a evitarli.
I giornalisti gridarono, formulando qualche altra domanda al di la della porta, poi cominciarono a disperdersi. Vera, pero, sbirciando attraverso la veneziana, scorse Larry Birch in piedi, discosto dagli altri, intento a scribacchiare appunti.
«Non e andata bene», disse Vera.
«Perche?» le domando Ned.
«Perche non ti ha creduto nessuno.»
«Sciocchezze. Facevano il loro mestiere. E, francamente, me ne infischio di quello che pensano.»
«A me invece importa», dichiaro Vera.
«Perche?»
«Perche non la smetteranno di indagare.»
«E non troveranno niente.»
«Non ne sono cosi sicura.» Il tono di Vera era deciso e tagliente e innervosi Ned, che non amava essere contraddetto.
«Non preoccuparti di loro», l’ammoni.
«Me ne preoccupo. Non sapevo nulla dell’incidente del treno. Ma Annie sapeva.»
«Sono sicuro che e spiegabile.»
«Ma un sacco di altre cose non lo sono! E io voglio qualcosa di piu che le rassicuranti parole di un avvocato.»
Ned rimase interdetto. Anche il remissivo Laval abbandono la sua aria da cherubino e abbasso gli occhi, nervosamente, su una macchia del tappeto.
«Non c’e da illudersi», prosegui Vera, cercando di dominare le proprie emozioni, «Annie prevede le cose esattamente, le centra. Non possiamo ignorarlo, ne impedirlo.»
Ned rise, tradendo la propria scarsa conoscenza dell’animo umano. «Vera», disse con calore, «mi rendo conto di che cosa provi. Tu e io vogliamo troppo bene ad Annie. Ma tu non sei tu, in questi momenti. Il fatto che quel giornalista abbia accennato al treno ti ha sconvolta. Ma sono certo che il nostro Sandy Laval sara d’accordo con me…»
«Vera ha ragione», dichiaro il medico.
Il sorriso svani dal viso di Ned. «Che cosa?»
«Hai sentito perfettamente. Tutta questa faccenda mi ha riempito di dubbi. So che dovrei rifiutare certe teorie mistiche, ma Annie possiede facolta razionalmente inspiegabili.»
«Sandy», ribatte Ned, con voce velenosa, «sei stato proprio tu, qui fuori, a dire alla stampa di agire responsabilmente. Adesso bada a come parli.»
«Lo so», ammise Laval, incapace di sostenere lo sguardo di Ned, «ma forse Annie dovrebbe essere visitata da specialisti adatti… non dallo psicanalista della scuola.»
Ned parve momentaneamente stupefatto dall’improvviso voltafaccia del dottore. Scruto Annie, che stava sfogliando un album da colorare. «La cosa mi ripugna», disse. «Altri esami. Altri dottori. Magari altri trattamenti pericolosi.»
«Sono sua madre», ribatte Vera. «La verita l’aiuterebbe. Dobbiamo scoprire che cosa le sta succedendo.»
Ned schiocco le dita, rendendosi conto che non poteva opporsi ulteriormente alla volonta di Vera senza