Il giudice Brendel chiese ai due legali se avessero altro da sottoporre alla corte. Alla risposta negativa di entrambi, tolse la seduta.
Una cosa era sentenziare che Annie doveva stare con Ned, un’altra rendere operativa la sentenza.
Frain riporto a casa Vera nel tardo pomeriggio. Intontita dalla pesante dose di sedativo, continuava a piagnucolare: «Non me la porteranno via… no… no!»
La Neuberger la mise a letto, poi ando in camera di Annie e la trovo che giocava con una bambola che eseguiva passettini di danza. La bambina appariva notevolmente serena per essere passata attraverso tante traversie. Indossava un grembiulino rosa e aveva un nastro nei capelli e sembrava completamente immersa nel suo gioco.
«Annie», le disse la dottoressa. «Devo parlarti. Voglio che mi ascolti bene.»
«Okay», rispose la bambina.
«Tua mamma non si sente bene. C’e un uomo che decide quello che e meglio per i bambini come te. Lui pensa che forse dovresti andare a stare un po’ in casa di tuo zio Ned.»
Annie smise di giocare e fisso la Neuberger, terrorizzata. «No!»
«Ma e una bella cosa.»
«No. La mamma non vuole piu bene allo zio Ned. E lui voleva uccidermi. Lo so!»
«Penso che dovrai andarci.»
Annie lascio cadere la bambola, si alzo e comincio a indietreggiare. «Non voglio andarci. Voglio restare qui. La mia mammina e qui.» Di scatto, infilo la porta e si lancio verso la camera di Vera, spalancando l’uscio con violenza. «Mammina!» grido a Vera che dormiva. «Svegliati, mammina.»
La Neuberger accorse, ma Annie gia era riuscita a svegliare Vera, scuotendola. Ancora sotto gli effetti del sedativo, Vera appariva molto poco lucida, ma comprese le grida disperate di sua figlia.
«Mammina, zio Ned vuole uccidermi con una rivoltella! Mammina, non lasciare che mi portino da lui!»
Nonostante gli sforzi della Neuberger, Annie non desisteva. E, a mano a mano che l’effetto del sedativo si attenuava, Vera rientro in crisi, chiudendosi poi a chiave in camera insieme con Annie.
Frain telefono a Ned per dirgli della tempestosa reazione di Annie e chiedergli di riconsiderare la sua richiesta. Ned fu di tutt’altro parere. «La voglio qui», si ostino e la mattina seguente ottenne dal giudice Brendel l’autorizzazione formale per l’immediato prelievo di Annie.
E cosi, mentre un’esausta Vera dormiva, due funzionari dell’Ufficio per l’assistenza infantile si presentarono in casa McKay, diedero ad Annie un dolcetto che conteneva un blando tranquillante e la portarono via, dicendole che, su richiesta di Vera, l’accompagnavano al parco dei divertimenti. La Neuberger assiste alla patetica scena. Aveva gia sperimentato i capricci della legge e sapeva che sarebbe stato inutile opporsi.
Quando si rese conto di quanto era successo Vera scivolo di nuovo nell’apatia che l’aveva gia invasa dopo la scoperta del cadavere di Harry. In stato letargico, piu morta che viva, inerte e sorda a quanto le si diceva. Senza Annie e con Harry morto non valeva piu la pena di continuare a esistere.
La sua unica speranza era nella propria rivendicazione al processo imminente.
19
«E un circo», scrisse Larry Birch, osservando la scena fuori del tribunale della Contea di Westchester a White Plains. «La gente di questa fiorente e compiaciuta provincia sembra avere trovato lo spettacolo dell’anno. C’e chi lo paragona apertamente alla saga di Lizzie Borden.»
C’era un po’ di esagerazione, ma non troppo. Nell’edificio di mattoni a due piani del tribunale erano confluiti piu giornalisti di quanti mai si fossero occupati in precedenza di un processo nella Contea. L’atmosfera era di festa, ricca di aspettativa. Alcuni dei giornalisti erano commentatori televisivi noti in tutta la nazione e avevano immediatamente attirato il loro circolo di ammiratori.
«Tu che cosa pronostichi?» chiese Birch a un collega del
«Colpevole», rispose quello.
«Perche?»
«Aumenta la tiratura. Chi se ne frega di uno che viene assolto?»
La stessa domanda Birch la rivolse a un cronista televisivo.
«Colpevole», fu la risposta. «Non c’era nessun altro.»
La risposta turbo Birch, perche anche lui si era soffermato su quell’aspetto. Le giurie, lo sapeva bene, spesso condannano un accusato perche sembra essere il solo possibile assassino.
Birch continuo il suo sondaggio, attraverso una folla eterogenea di spettatori fra cui impiegati che utilizzavano l’intervallo per il caffe e massaie in giro a fare spese. La sensazione predominante era che Vera fosse colpevole, con un’ampia percentuale di persone che disapprovava si fosse rivolta a una psicanalista «ciarlatana» dell’West Side. Alcune donne affermavano che il fatto di avere tolto a Vera la figlia era la «prova» della sua colpevolezza.
Elwood Frain entro in tribunale con Vera. L’avvocato era magnifico, in un abito su misura dal taglio impeccabile, con panciotto di satin e stivaletti grigi di camoscio. Vera indossava un modesto tailleur blu scuro con camicetta bianca e portava grossi occhiali scuri per nascondere gli occhi gonfi.
Tremont fece il suo ingresso qualche minuto piu tardi, destando meno impressione di Frain, ma largamente favorito al totalizzatore. La sua dichiarazione alla stampa si limito a esprimere la speranza che giustizia era fatta e a sottolineare che il popolo, a Westchester, «non puo lasciare impunito il delitto». Si abbandono anche alla riflessione, espressa a voce alta, sul tipo di donna che era capace di privare la propria figlia del padre. Le sue parole suonavano tanto piu convincenti proprio perche lui credeva a quello che stava dicendo.
Birch entro in aula per prendere posto nel settore riservato alla stampa. Si chiedeva quando avrebbe visto la prima dei testimoni segreti che avevano sparlato di Vera e che evidentemente erano l’arma principale nelle batterie di Tremont. Rimugino sulla propria idea che quelle fossero in sostanza manovrate dall’esterno, come se facessero parte di una congiura. Sembrava un’ipotesi stiracchiata, e, comunque, assurda.
L’aula si riempi rapidamente fino a traboccare. L’anemico condizionatore d’aria era allo stremo e la temperatura sfiorava i ventisette gradi. Furono portati altri ventilatori per rinfrescare l’atmosfera rovente. Era come un processo dei vecchi tempi, quando la calura era piu feroce del pubblico accusatore. Birch sapeva che il disagio rendeva piu difficile la concentrazione dei giurati.
I colpi di martello echeggiarono sopra il brusio della folla, che li ignoro. Il martello risuono ancora, e poi ancora, ma svogliato, diretto riflesso dell’uomo che sedeva al banco. Il giudice Melvin Watson era seccato e annoiato. Di li a un anno sarebbe andato in pensione e si sarebbe dedicato a tempo pieno alla pesca. Era un uomo dall’aspetto mite, la cui pigrizia era leggendaria tra i giudici di Westchester. Gli avevano affidato il caso McKay perche non aveva altri impegni. Non aveva nessun particolare interesse al processo ne tanto meno alle sue possibili conseguenze. Era un uomo, come una volta aveva scritto un cronista locale, che un giorno sarebbe morto senza lasciare nessuna traccia di se.
«Silenzio in aula!» ordino senza convinzione Watson. «Esigo silenzio.»
Alla fine la gente si calmo.
«Ha inizio il procedimento del Popolo contro Vera McKay», comincio Watson. «So che al riguardo c’e stata parecchia pubblicita e che qualcuno si aspetta di assistere a un buono spettacolo. Io non organizzo spettacoli, quindi che ognuno si comporti doverosamente.»
La giuria era stata formata mediante una speciale selezione preprocessuale, un esperimento per accelerare la prassi, in modo che Watson pote passare direttamente alle dichiarazioni preliminari. «Ascoltero le eccezioni introduttive.»
Frain scatto in piedi. «Chiedo che l’accusa venga ritirata, vostro onore.»
«In base a che cosa?»
«In base al fatto che il procedimento, nei suoi termini, non ha ragione d’essere.»
«Respinto. Mr. Tremont, a lei.»
Tremont si alzo e avanzo lentamente verso la giuria, composta da otto donne e quattro uomini, tutti di mezza eta. Si schiari la voce e automaticamente si ravvio i capelli.
«Signore e signori della giuria», comincio, «non e facile mandare una vicina in galera per tutto il resto della
