«Parlava di lasciare Harry e di portarsi via Annie, ma lei non e tipo da decisioni ferree, capisce? Aveva paura.»
Vera stava ormai fissando apertamente la Moran, quasi non volesse credere ai suoi occhi. «E una menzogna dietro l’altra», sussurro a Frain. «Non c’e una parola di vero.»
Frain, accorgendosi della sua crescente agitazione, le mise una mano sulle sue, per tranquillizzarla. «Verra il nostro turno», la rassicuro. Continuava pero a scrutarla, preoccupato che lei non riuscisse a mantenersi calma.
«Non e vero», bisbiglio Vera. «Perche Roberta sta comportandosi cosi?»
Tremont continuo a battere il ferro. «Mrs. Moran», chiese, «se Vera McKay aveva paura di lasciare Harry, che cosa voleva fare, allora?»
«Oh, diceva di volergli parlare chiaro una volta per sempre, ma non lo faceva mai. Lui era cosi grande e grosso che lei aveva sempre paura di essere picchiata.»
«Nient’altro?»
«Be’…»
«Vada avanti.»
«A volte si dicono certe cose senza averne l’intenzione.»
«Tutta la verita, Mrs. Moran.»
Roberta Moran sbircio di sfuggita in direzione di Vera. «Una mattina», riferi con un sospiro e un’espressione virtuosa, «Vera e venuta da me dopo che le bambine erano andate a scuola. In quell’occasione mi ha detto, piu decisa che mai, quanto odiasse Harry. Ha detto…»
«Si?»
«Ha detto: ‘Come vorrei che ci fosse qualcuno che lo facesse fuori’.»
Putiferio in aula.
Giornalisti che abbandonavano l’aula precipitandosi a telefonare per riferire quella testimonianza schiacciante. Spettatori che rumoreggiavano.
Frain, livido, si alzo ancora una volta. «Obiezione, vostro onore! L’affermazione e irrilevante e ingannevole. Molta gente dice cose che non pensa, dettate solo da impulsi emotivi del momento. La giuria non dev’essere influenzata…»
«Obiezione respinta. Proceda, Mr. Tremont.»
«Vostro onore», dichiaro il procuratore distrettuale, «non ho altre domande.» Guardo Frain. «A lei la teste», disse e quindi ritorno, trionfante, al proprio posto.
Larry Birch osservo attentamente Frain, domandandosi in che modo il maestro avrebbe controbattuto l’offensiva sferrata da Tremont proprio all’apertura del dibattito. Lo stesso Birch era profondamente scettico su Roberta Moran, insospettito dal suo comportamento da robot programmato: gli sembrava imbeccata. Scrisse sul taccuino che «la teste iniziale sembrava troppo perfetta, troppo ideale per l’accusa per essere attendibile. Pare uscita da un film di Hollywood, o da una vecchia commedia».
L’attenzione si concentro sul Elwood Frain che si era alzato lentamente e si avvicinava al banco dei testimoni. Per un attimo rimase muto, limitandosi a fissare negli occhi un’ansiosa Roberta Moran.
«Buon giorno, Mrs. Moran», le disse in tono cupo.
«Buon giorno.»
«Mi consenta di porle una domanda, signora», prosegui Frain, soppesando ogni parola. «Lei ritiene che una donna che voglia uccidere il proprio marito andrebbe in giro a raccontarlo a tutti?»
Tremont balzo in piedi. «Obiezione! La domanda e capziosa!»
«Obiezione accolta», concesse Watson.
Frain sospiro. «Ritiro la domanda. Con la teste ho finito.» Torno al suo posto. La domanda, non inserita a verbale, non si sarebbe pero cancellata dalla memoria dei giurati.
«Questo e tutto il suo controinterrogatorio della teste?» gli chiese Watson.
«Si, vostro onore, per il momento», rispose Frain.
Watson fece spallucce e fece cenno a Tremont di chiamare il teste seguente. Tremont si alzo. «Chiamo Lily Singleton.»
Vera era senza parole.
«Chi e?» le domando Frain.
«La presidentessa dell’Associazione genitori-insegnanti. Lavoriamo assieme. E sempre in contatto con me. Era al party di Annie, quando e uscita dalla clinica.»
«Ha litigato con quella?»
«Mai.»
«Ne e sicura?»
«Mai.»
«Ha qualcosa contro di lei?»
«Non credo.»
Lily Singleton raggiunse con deliberata rapidita il banco e presto giuramento come se fosse roba di tutti i giorni. Era l’immagine di un’organizzazione, di un dinamismo, di un’efficienza incredibili. Il morbido, lucente completo pantaloni di velluto era fuori luogo nell’aula, ma lei non se ne curava. Era l’ultima moda di Westchester e tanto bastava.
«Le sue generalita, signora?» le chiese Tremont.
«Lily Susan Singleton», sillabo la voce autoritaria, quasi metallica.
«Indirizzo?»
«Quattro sedici River Lane, Tarrytown.»
«Posso chiederle il suo rapporto con l’accusata?»
«Oh, conosco Vera McKay da circa tre anni. Lavoriamo assieme nell’AGI, che presiedo da due anni consecutivi.»
«A suo merito», commento Tremont. «Mrs. Singleton, come descriverebbe Vera McKay?»
«Vera e sempre stata una delle nostre migliori collaboratrici», rispose la Singleton. «E competente ed efficiente. Le e sempre piaciuto lavorare per la scuola, diceva che la distoglieva dai suoi problemi.»
«Quali problemi, Mrs. Singleton?»
«Quelli che aveva con Harry.»
Vera la fisso. «E una menzogna!» esplose, questa volta abbastanza forte da essere udita da tutti.
Watson picchio con il suo martelletto per superare il mormorio nell’aula. «Silenzio», impose pigramente. «Mrs. McKay, si astenga dall’interrompere.»
Frain si alzo. «La convenuta deplora la sua esclamazione», disse. «Ma ha trovato… difficile riconoscere il vero in cio che e stato detto.»
Altro brusio tra i presenti.
Tremont prosegui. «Desumo, quindi, Mrs. Singleton, che Mrs. McKay avesse seri problemi matrimoniali.»
«Seri e un eufemismo. Erano di dominio pubblico a Tarrytown. Certa gente era pronta a scommettere quanto e se quel matrimonio sarebbe durato.»
«Il motivo di questo?»
«Be’, santo Cielo, Vera non si lasciava sfuggire occasione per lamentarsi di Harry. Ricordo che appena prima che lui… sparisse, o che cos’altro fosse, stavamo preparando gli addobbi per un ballo dell’Associazione e Vera ha affermato di non avere nemmeno accennato ad Harry che ci sarebbe stato un ballo.»
«Le ho detto perche non glielo aveva accennato?»
«Ha sostenuto che voleva venirci da sola… per divertirsi davvero.»
La folla comincio a mormorare, ma il brusio fu subito zittito dalla domanda successiva.
«Quell’affermazione, signora, l’ha colpita?» domando Tremont.
«Be’», rispose Lily Singleton, «non e cosi che si fa a Tarrytown, o in generale dappertutto, in occasioni del genere.»
«Come si e comportata Mrs. McKay al ballo?»
«Benissimo, in realta. La gente che ignorava i suoi veri sentimenti le ha chiesto perche Harry non fosse presente. Pensavano non stesse bene e che lei fosse venuta perche faceva parte dell’Associazione.»