senza esitazioni, ma allora non sospettavo che a Boss fosse successo qualcosa; in effetti, cullavo la convinzione «religiosa» che
Adesso invece ero costretta ad agire partendo dal presupposto che a Boss fosse accaduto qualcosa, il che comprendeva l’ipotesi che la mia MasterCard di Saint Louis (basata sui soldi di Boss, non sui miei) potesse andare a farsi friggere da un momento all’altro. Potevo infilarla in una fessura e vederla bruciare dal meccanismo di distruzione, non appena la macchina avesse riconosciuto il numero.
Quattrocento chilometri e quindici minuti dopo ero a Kansas City. Non lasciai mai la stazione. Telefonai dal banco delle informazioni per chiedere notizie sulla linea KC-Omaha-Sioux Falls-Fargo-Winnipeg e mi risposero che la linea funzionava fino alla localita di confine di Pembina, non oltre.
Cinquantasei minuti piu tardi ero al confine col Canada Britannico, direttamente a sud di Winnipeg. Era ancora il primo pomeriggio. Dieci ore prima arrancavo sulla riva fangosa del Mississippi e mi chiedevo, stordita, se fossi nell’Impero o se invece non fossi gia tornata in Texas.
Adesso ero orribilmente ansiosa di uscire dall’Impero, piu di quanto lo fossi stata di entrarci.
Per il momento ero riuscita a distanziare di un balzo di pulce la Polizia Imperiale, ma ormai ero del tutto certa che volessero parlare con me. E io non volevo parlare con loro perche avevo sentito certi racconti sul loro modo di condurre le indagini. I ragazzi che mi avevano interrogata tempo addietro erano stati moderatamente duri… ma la Polizia Imperiale aveva la reputazione di bruciare il cervello alle sue vittime.
19
Quattordici ore piu tardi mi ero spostata solo di venticinque chilometri a est del punto in cui avevo dovuto lasciare la sotterranea. Avevo trascorso un’ora in compere, quasi un’ora a mangiare, piu di due ore per un serrato consulto con uno specialista, sei ore celestiali a dormire, e quasi quattro a trasferirmi con somma cautela a est, tenendomi parallela alla barriera di confine senza avvicinarmi troppo; e adesso era l’alba e io raggiungevo la barriera, la toccavo, e prendevo a seguirla, sotto le spoglie di un’annoiata addetta alle riparazioni.
Pembina e solo un villaggio. Avevo dovuto tornare a Fargo per trovare uno specialista; un viaggetto veloce, con la capsula. Lo specialista che cercavo lavorava nello stesso ramo della «Artisti Ltd.» di Vicksburg, solo che la sua ditta non faceva pubblicita nell’Impero; occorsero tempo e caute bustarelle per trovarlo. Aveva l’ufficio in centro, dalle parti di Main Avenue e University Drive, pero si nascondeva dietro la facciata di un’attivita piu convenzionale; non era facile scovarlo.
Indossavo ancora la tuta in neocotone blu stinto che avevo addosso quando mi ero buttata dalla
A quella particolare tuta era stato aggiunto un berretto unto col distintivo della «mia» professione, una cintura logora dotata di utensili vecchi ma perfettamente funzionali, una bandoliera di pezzi di raccordo su una spalla, e il saldatore per installarli sull’altra.
Tutto cio che avevo era logoro, guanti compresi. Nella tasca sul fianco sinistro era infilato un vecchio portafoglio in pelle, con documenti da cui risultava che io ero Hannah Jensen di Moorhead. Un vecchio ritaglio di giornale diceva che ero stata majorette alle superiori; un tesserino della Croce Rossa riportava il mio gruppo sanguigno, 0 Rh positivo sub 2 (il mio vero gruppo), e spiegava che ero una donatrice benemerita; ma le date indicavano che da piu di sei mesi mi ero dimenticata di donare sangue.
Altri piccoli particolari conferivano ad Hannah un passato ben definito; aveva persino una carta Visa emessa dalla Savings and Loan Company di Moorhead, pero su quella avevo fatto risparmiare a Boss piu di mille corone: siccome non mi aspettavo di usarla, era priva della scritta magnetica invisibile senza la quale una carta di credito e solo un pezzo di plastica.
Il cielo si era appena illuminato, e stando ai miei calcoli avevo un massimo di tre ore per superare la barriera di confine; niente di piu, perche di li a tre ore sarebbero entrati in attivita i veri addetti alla manutenzione, e io ero estremamente ansiosa di non incontrarli. Prima di allora, Hannah Jensen doveva svanire… magari per riapparire nel tardo pomeriggio per un ultimo sforzo. Era un’operazione in stile o la va o la spacca; avevo esaurito le corone in contanti. Vero, avevo ancora la carta di credito emessa dall’Impero, ma avevo anche una paura sacrosanta dei segugi elettronici. I tre tentativi del giorno prima di chiamare Boss, tutti eseguiti con la stessa carta, avevano fatto scattare un subprogramma che avrebbe permesso di identificarmi? Subito dopo ero riuscita a usare la carta di credito per pagare la sotterranea, ma ero davvero sfuggita a tutte le trappole elettroniche? Non lo sapevo, e non volevo scoprirlo; volevo solo passare dall’altra parte di quella barriera.
Continuai a passeggiare, soffocando la forte tentazione di uscire dal personaggio mettendomi a correre. Mi occorreva un punto dove poter forare la barriera senza essere vista, anche se su entrambi i lati, per un raggio di una cinquantina di metri, era stata fatta terra bruciata. Dovevo accettare il fatto; quella che volevo era una zona di terra bruciata circondata da alberi, cespugli, siepi divisorie come in Normandia.
In Minnesota non ci sono le siepi divisorie della Normandia.
Il Minnesota del nord e quasi privo di alberi; o almeno lo e nella parte di confine in cui mi trovavo. Stavo scrutando la barriera, e cercavo di dirmi che un pezzo di terreno aperto senza anima viva nei paraggi e buono quanto un’area schermata da alberi, quando apparve un Vma della polizia. Era a ovest rispetto a me e seguiva lentamente la barriera. Salutai con un cenno allegro e continuai a dirigermi a est.
Invertirono la rotta, tornarono indietro, e si appostarono a una cinquantina di metri da me. Mi voltai e li raggiunsi. Arrivai all’auto mentre il capopattuglia scendeva, seguito dall’autista, e dalle loro uniformi vidi (inferno, dannazione e tenebre) che erano imperiali, non agenti della Polizia Provinciale del Minnesota.
Il capopattuglia mi dice: — Cosa ci fai qui a quest’ora?
Il tono era aggressivo; gli risposi sulla stessa lunghezza d’onda: — Stavo
— Un accidenti. Tu non entri in servizio fino alle otto.
Ribattei: — Ho una novita per te, grande capo. Quello era la settimana scorsa. Adesso ci sono due turni. Il primo monta appena puo. Il cambio dei turni e a mezzogiorno; il secondo smonta quando non ne puo piu.
— Nessuno ci ha avvertiti.
— Vuoi che il sovrintendente ti scriva una lettera di persona? Dammi il numero del tuo distintivo e gli spiego tutto io.
— Datti una calmata, ganza. Forse dovrei portarti dentro e controllarti per benino.
— Fai pure. Una giornata di riposo per me… e intanto tu spiegherai perche non e stata fatta la manutenzione a questa parte di barriera.
— Vai a farti friggere. — Si avviarono per tornare a bordo.
— Uno di voi due maschiacci ha uno spino? — chiesi.
L’autista disse: — Non ci facciamo in servizio, e non dovresti farti nemmeno tu.
— Testa di cavolo — commentai, cortese.
L’autista fece per ribattere, ma il capopattuglia abbasso il tettuccio apribile, e decollarono; proprio sopra la mia testa, costringendomi a buttarmi giu. Credo di non essergli piaciuta.
Tornando alla barriera conclusi che Hannah Jensen non era una signora. Essere scortesi coi Verdi solo perche sono il massimo dello schifo umano e imperdonabile. Anche le vedove nere, i pidocchi e le iene hanno diritto di vivere, anche se non ho mai capito perche.
Decisi che i miei piani non erano ben meditati. Boss avrebbe disapprovato. Attaccare la barriera alla luce del