giorno era troppo appariscente. Meglio scegliere un punto, nascondersi fino al buio, e poi tornarci. Oppure dedicare la notte al piano numero due: controllare di persona la possibilita di passare sotto la barriera nel Roseau River.

Non andavo pazza per il piano numero due. Le acque del Mississippi inferiore erano abbastanza tiepide, ma i fiumi li a nord avrebbero congelato un cadavere. La sera di due giorni prima, avevo saggiato il Pembina. Brrr! Un’estrema risorsa, niente di piu.

Quindi scegli un pezzo di barriera, decidi esattamente in che modo lo bucherai, poi cerca degli alberi, avvolgiti in un letto di foglie calde, e aspetta il buio. Rivedi mentalmente ogni tua mossa, all’infinito, cosi potrai sforacchiare la barriera come pipi che scende nella neve.

A quel punto superai un lieve pendio del terreno e mi trovai faccia a faccia con un altro addetto alla manutenzione, del tipo maschile.

Se sei in dubbio, attacca. — Che diavolo ci fai qui, amico?

— Seguo la barriera. La mia parte di barriera. Cosa ci fai tu, sorella?

— Oh, Cristo! Non sono tua sorella. E tu hai sbagliato zona, oppure turno. — Notai innervosita, che l’addetto alla manutenzione in perfetta uniforme porta un walkie-talkie. Be’, io ero alle prime armi; stavo ancora imparando il mestiere.

— Col cavolo — rispose lui. — Coi nuovi turni monto all’alba e mi danno il cambio a mezzogiorno. Magari devi darmelo tu, eh? Si, probabile. Avrai letto male i turni di servizio. Sara meglio che chiami.

— Fai pure — dissi, avvicinandomi.

Lui esito. — D’altra parte, forse… — Io non esitai.

Non uccido tutti coloro con cui ho una divergenza d’opinioni, e non vorrei che chi legge queste mie memorie pensi che io sia un’assassina incallita. Non gli feci troppo male, e duro solo un attimo; mi limitai a metterlo a dormire di colpo.

Con un rotolo di nastro adesivo che avevo alla cintura gli legai le mani dietro la schiena, poi le caviglie. Avessi avuto un bel cerotto grosso cosi lo avrei imbavagliato, ma avevo solo del nastro a frizione meccanica largo due centimetri, ed ero molto piu ansiosa di aprirmi un varco nella barriera che di impedirgli di strillare per chiedere aiuto a coyote e conigli.

Un saldatore buono per riparare e anche buono per bucare, ma il mio era ancora meglio del solito: lo avevo comperato passando dalla porta di servizio del maggior ricettatore di Fargo. Era un laser in grado di tagliare l’acciaio, non la baracca ossiacetilenica che sembrava. Qualche istante dopo avevo un buco grande, a stento quanto bastava per Friday. Mi chinai per volatilizzarmi.

— Ehi, portami con te!

Esitai. Quello continuava a ripetere, insistentemente, che era ansioso come me di fuggire i maledetti Verdi. Slegami!

Cio che feci e una follia paragonabile solo a quella della moglie di Lot. Presi il coltello dalla cintura, gli tagliai il nastro alle mani e alle caviglie, mi infilai nel foro e cominciai a correre. Non mi fermai a vedere se anche lui si fosse ficcato o meno nel buco.

Circa mezzo chilometro a nord c’era uno dei rari gruppi d’alberi. Mi lanciai in quella direzione stabilendo un nuovo record di velocita. La pesante cintura porta-attrezzi mi rallentava; la gettai senza decelerare. Un attimo dopo mi tolsi il berretto, e Hannah Jensen torno nel limbo eterno. Saldatore, guanti e pezzi di raccordo per la barriera erano ancora nell’Impero. Tutto cio che restava di lei era un portafoglio di cui mi sarei sbarazzata in un momento piu calmo.

Mi addentrai fra gli alberi, poi invertii la marcia e trovai un punto da cui osservare il percorso che avevo fatto, dolorosamente consapevole di essere seguita.

Il mio ex prigioniero era a meta strada fra barriera e alberi… e due Vma stavano convergendo su di lui. Quello piu vicino all’uomo recava la grande Foglia d’Acero del Canada Britannico. Non vedevo l’insegna dell’altro perche puntava direttamente su me, attraverso il confine internazionale.

L’auto della polizia canadese atterro. Il mio gentile ospite si arrese senza discussioni: ragionevole, visto che il Vma dell’Impero atterro subito dopo, almeno duecento metri all’interno del Canada Britannico. E si, era la Polizia Imperiale; forse lo stesso veicolo che aveva fermato me.

Non sono un’esperta di legge internazionale, ma ho la certezza che siano scoppiate guerre per molto meno. Trattenni il respiro, misi al massimo l’udito, e ascoltai.

Nemmeno fra quei poliziotti c’erano grandi giuristi internazionali; la discussione fu accesa, ma non coerente. Gli imperiali chiedevano la consegna del profugo in base ai privilegi concessi agli inseguitori, e un caporale canadese sosteneva (correttamente a mio giudizio) che l’inseguimento era lecito solo con criminali colti sul fatto, mentre in quel caso l’unico «crimine» consisteva nell’ingresso illegale nel Canada Britannico, atto che non ricadeva sotto la giurisdizione della Polizia Imperiale. — Adesso levate quel catorcio dal suolo del Canada Britannico!

Il Verde emise in risposta un monosillabo che irrito il canadese. Il caporale richiuse il tettuccio e urlo dall’altoparlante: — Vi dichiaro in arresto per violazione dello spazio aereo e del suolo del Canada Britannico. Scendete e arrendetevi. Non cercate di decollare.

L’auto dei Verdi decollo immediatamente e supero il confine internazionale, dopo di che se ne ando. Il che poteva essere esattamente cio che era nelle intenzioni del canadese. Io restai molto immobile, perche adesso quelli avevano il tempo di concentrarsi su di me.

Sono giunta alla conclusione certa che il mio compagno d’avventura mi abbia ripagata per il biglietto di fuga che gli avevo offerto. Nessuno venne a cercarmi. Lui di certo mi aveva vista svanire fra gli alberi, ma e improbabile che i canadesi mi avessero vista. Senz’altro il foro nella barriera aveva fatto scattare gli allarmi delle stazioni di polizia sui due lati del confine. Qualunque esperto d’elettronica poteva installare un apparecchio del genere, un apparecchio capace persino di individuare al millimetro il punto sabotato; di conseguenza, il mio piano prevedeva di fare tutto in fretta.

Ma contare il numero di corpi caldi che passavano in un foro era tutto un altro problema elettronico; non che fosse impossibile, ma forse qualcuno aveva ritenuto che non fosse il caso di spendere troppo. In ogni caso, il mio compagno sconosciuto non mi tradi; nessuno venne a cercarmi. Dopo un po’, da un’auto canadese scese una squadra di addetti alle riparazioni. Li vidi raccogliere la cintura con gli attrezzi di cui mi ero liberata nei pressi della barriera. Dopo la loro partenza, arrivo un secondo gruppo sul lato dell’Impero; ispezionarono la riparazione e se ne andarono.

Meditai un attimo sulle cinture porta-attrezzi. Ripensandoci non mi pareva di averne vista una sul mio leale prigioniero quando si era arreso. Conclusi che per infilarsi nel foro aveva dovuto liberarsi della cintura: il buco era quasi troppo stretto persino per Friday; per lui doveva essere stato microscopico.

Ricostruzione: i canadesi hanno visto una cintura, dalla loro parte; i Verdi ne hanno vista un’altra, dalla loro parte. Nessuno dei due gruppi aveva motivo di presumere che dal buco fosse passato piu di un fuggitivo; almeno finche il mio ex prigioniero stava zitto.

Un gesto molto cortese da parte sua, direi. Certi maschi ce l’avrebbero avuta con me per il colpetto che avevo dovuto assestargli.

Restai fra gli alberi fino al buio, tredici tediose ore. Non volevo essere vista da nessuno finche non avessi raggiunto Janet (e, con un po’ di fortuna, Ian); un immigrato illegale non va in cerca di pubblicita. Fu una giornata lunga, ma nella fase centrale del mio addestramento il guru del controllo mentale mi aveva insegnato a tenere testa a fame, sete e noia quando e necessario e a restare calma, sveglia e attenta. Mi incamminai a sera fonda. Conoscevo il terreno com’e possibile conoscerlo dalle carte geografiche, carte che avevo studiato con la massima cura un paio di settimane addietro in casa di Janet. Il problema che avevo di fronte non era ne complesso ne difficile: percorrere a piedi centodieci chilometri circa entro l’alba, senza farmi individuare.

La rotta era semplice. Dovevo spostarmi leggermente a est per raggiungere da Lancaster nell’Impero La Rochelle nel Canada Britannico, al porto d’ingresso che era facilmente identificabile. Virare a nord per la periferia di Winnipeg, deviare a sinistra girando la citta e intercettare la strada nord-sud per il porto. Stonewall era a un tiro di schioppo da li, e la casa dei Tormey vicinissima. Conoscevo tutta l’ultima parte, la piu difficoltosa, non semplicemente dalle carte geografiche ma dal viaggetto in carrozza che ci avevo fatto di recente, senza nulla che mi disturbasse (a parte le simpatiche mani che cercavano alla cieca il mio corpo).

Era l’alba quando apparve la cancellata esterna dei Tormey. Io ero stanca, ma non in cattiva forma. Posso

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