una regolare sessione del Consiglio, tenutasi otto mesi fa mentre voi eravate su Rigel.»

«E per quale motivo?»

«Uno dei nostri ricognitori extra-galattici e tornato con prove convincenti dell’esistenza di almeno una specie intelligente e altamente evoluta in uno degli ammassi stellari vicini.»

«Dove?»

«Lasciamo perdere, Dick. Perdonatemi, ma per ora non posso dirvelo. Accontentatevi di sapere che, per quanto ci consta, sono molto piu evoluti di noi. Conoscono la propulsione galattica, e molto probabilmente riceveremo presto una loro visita. Quando lo faranno, sara un bel problema. Cosi e stato deciso di stabilire contatti con Beta Hydri IV un poco prima di quanto si era pensato, per mettere le mani avanti in previsione di quel giorno.»

«Volete dire» chiese Muller «che dobbiamo stabilire buoni rapporti con l’altra specie del nostro sistema, prima che gli extra-galattici entrino in scena?»

«Esattamente.»

«Vorrei un po’ di quel liquore, ora» disse Muller.

7

Da almeno due secoli l’uomo esplorava le stelle senza trovare traccia di altri esseri viventi. Aveva scoperto molti pianeti, parecchi dei quali potenzialmente abitabili e simili alla Terra. Nella nostra galassia, la Via Lattea, molte stelle del tipo F o del tipo G sono dotate di pianeti alcuni dei quali ritengono l’atmosfera consentendo cosi l’evoluzione della vita. E, in effetti, la vita, in specie e forme infinitamente diverse, abbonda dappertutto e la galassia e la delizia degli zoologi.

Tuttavia nella sua disordinata espansione fuori del proprio sistema, l’uomo aveva trovato soltanto le tracce di specie intelligenti che lo avevano preceduto. Quelle piu spettacolari erano nel labirinto di Lemnos, ma anche su altri mondi si erano trovate rovine di citta, fondamenta corrose dal tempo, cimiteri. E cosi lo spazio era diventato anche il paradiso degli archeologi. I collezionisti di animali sconosciuti e di antichita avevano un bel da fare, ed erano nate perfino nuove discipline scientifiche. Civilta scomparse prima ancora che le piramidi egizie fossero concepite, ora venivano ricostruite.

Sembrava che una curiosa ventata di estinzione fosse passata su tutte le altre specie intelligenti della galassia. Evidentemente erano vissute in tempi lontanissimi, e si erano spente, scomparendo completamente. Un’analisi attenta aveva rivelato che le piu giovani culture intelligenti extra-solari si erano estinte ottomila anni prima.

Ma la galassia e vasta, e l’uomo aveva continuato a cercare, spinto da un malsano connubio di curiosita e di timore. Anche se ormai disponeva di mezzi di trasporto veloci per tutti i punti dell’Universo, non c’erano personale e navi sufficienti per condurre a termine un’esplorazione tanto vasta. E cosi, nonostante fossero trascorsi parecchi secoli da quando era entrato nella galassia, l’uomo scopriva ancora i mondi… a volte, vicino a casa sua. Infatti, solo recentemente si era accorto che uno dei sette pianeti della stella Beta Hydri, precisamente il quarto, era abitato da una specie intelligente.

Non erano stati effettuati atterraggi. Dopo aver preso in esame le possibili conseguenze della scoperta, erano state predisposte misure di sicurezza per evitare sconfinamenti clamorosi che avrebbero potuto avere sviluppi imprevedibili. L’esplorazione di Beta Hydri IV era stata portata a termine da dietro lo strato di nubi che l’avviluppava. Dispositivi sensibilissimi avevano misurato l’attivita che si svolgeva al di la della massa grigia. La produzione di energia era conosciuta con un’approssimazione di alcuni milioni di chilowatt ed era stata tracciata una carta dei centri urbani. Infine era stato calcolato il livello dello sviluppo industriale attraverso uno studio delle radiazioni termiche. Laggiu fioriva una civilta aggressiva, potente, in fase di sviluppo, probabilmente paragonabile, quanto a livello tecnico, a quella del ventesimo secolo sulla Terra. C’era soltanto una differenza significativa: gli Hydrani non si erano ancora avventurati nello spazio. Questo dipendeva dallo strato di nubi che li circondava: un popolo che non ha mai visto le stelle come puo desiderare di raggiungerle e conquistarle?

Muller era al corrente delle frenetiche consultazioni seguite alla scoperta degli Hydrani. Conosceva le ragioni per cui erano stati messi «in quarantena» e si rendeva conto che soltanto motivi assai piu importanti dovevano aver portato alla decisione di sospenderla. Non sapendo se sarebbe stata in grado di intavolare un dialogo con esseri non-umani, la Terra aveva saggiamente preferito attendere ancora un poco: ora, invece, tutto era cambiato.

«Che cos’e successo?» chiese Muller. «C’e in vista una spedizione?»

«Si.»

«Quando?»

«Entro l’anno prossimo.»

Muller si irrigidi. «E chi la guidera?»

«Forse voi, Dick.»

«Perche «forse»?»

«Potreste rifiutare.»

«Quando avevo diciotto anni» disse Muller «me ne andai con una ragazza in una foresta della California. Le dissi che volevo fare grandi scoperte nello spazio, che gli uomini mi avrebbero ricordato come ricordavano Colombo, Magellano, e i primi astronauti. In quella notte concepii le mie piu grandi ambizioni.» Rise e aggiunse: «Ci sono cose che si dicono a diciott’anni, e che poi si dimenticano.»

«Ci sono anche cose che si possono fare a diciott’anni e poi piu» disse Boardman. «Ebbene, Dick, superate la cinquantina, ora, se non sbaglio. Avete camminato tra le stelle. Vi sentite una divinita?»

«Qualche volta si.»

«Volete andare su Beta Hydri IV?»

«Lo sapete che voglio.»

«Solo?»

Muller si senti mancare la terra sotto i piedi, come quando era partito la prima volta per lo spazio e gli era sembrato di sprofondare nell’Universo. «Solo?» ripete.

«Abbiamo programmato l’impresa con la massima cura. Mandare laggiu un gruppo di uomini adesso, sarebbe un grosso sbaglio. Gli Hydrani non hanno accolto favorevolmente gli «occhi» lanciati dal ricognitore. L’avete visto anche voi. Non possiamo, inoltre, sondare la loro psicologia, perche e la prima volta che ci troviamo di fronte a menti diverse dalla nostra. Cosi, riteniamo che la cosa migliore sia quella di mandare un solo ambasciatore, un uomo con intenzioni pacifiche, abile, capace, temprato da altre avventure, e che sappia trovare il modo giusto per intraprendere rapporti amichevoli. Quell’uomo potrebbe essere fatto a pezzi trenta secondi dopo l’atterraggio, ma se riesce a sopravvivere, avra compiuto un gesto unico nella storia umana. Sta a voi scegliere.»

Irresistibile! Ambasciatore del genere umano presso gli Hydrani! Andare avanti solo, e portare il saluto dell’umanita ai vicini cosmici…

Era la garanzia dell’immortalita: il suo nome sarebbe stato scritto per sempre tra le stelle.

«Quante probabilita ci sono di non lasciarci le penne?» chiese.

«Una su sessantacinque di tornare indietro tutto intero, Dick. Tenuto conto che non si tratta di un pianeta molto simile alla Terra, e che potreste ricevere un’accoglienza ostile. Una su sessantacinque.»

«Non e poi tanto male.»

«Io non accetterei mai di correre un rischio del genere» disse Boardman ridendo.

«Voi no, ma io forse si.» Vuoto il suo bicchiere. Un’impresa simile gli avrebbe assicurato la fama. E anche nel caso di un insuccesso, finire per mano degli Hydrani non era una morte da tutti. Aveva vissuto bene. C’erano morti peggiori di quella che si puo incontrare piantando la bandiera dell’umanita su un mondo straniero. L’orgoglio inquieto, la sete di gloria, la brama puerile d’immortalita che l’avevano sempre spronato, lo spingevano a tentare.

Quando Marta torno, era tutta gocciolante d’acqua, col corpo lucido, e i capelli incollati al collo flessuoso. Guardandola Muller penso che poteva benissimo avere quattordici anni. Boardman le getto un «fono». Lei premette il pulsante ed entro nel campo di luce gialla, fece un giro su se stessa, poi prese il suo peplo dallo scaffale e si rivesti senza fretta. «Era magnifico» disse. Per la prima volta, dopo il suo ritorno, i suoi occhi incontrarono quelli di Muller. «Dick, che ti e successo? Hai un’aria strana… Ti senti bene?»

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