13

Andarsene di li in fretta: quella era la cosa importante, adesso. Ma prima doveva fare la pace. Un gesto per rassicurarla. Noreen Hamlin Krafft giaceva a terra, guardandolo confusa, un filo di sangue che le scendeva dal labbro inferiore tumefatto, capelli in disordine, lividi bluastri sui seni bianchi, dove Hamlin l’aveva stretta. Sarebbero diventati neri, domani. Non si muoveva. Aspettava intontita l’attacco successivo. Rassegnata al suo fato. Macy, la voce che gli usciva confusa e come sfocata. — Va tutto bene adesso. Ho ripreso il controllo. Sono Macy. Non le faro del male.

— Macy.

— Paul Macy. La ricostruzione Riab. Hanno fatto un pessimo lavoro di decostruzione con Hamlin, ed e libero nel mio cervello. Si e impadronito dei centri motori e del linguaggio, ieri notte. — Ieri notte? O una settimana, o un mese prima? Da quanto tempo Hamlin aveva il controllo del suo corpo? — Ma adesso l’ho messo al suo posto, dove non puo fare danni. Mentre lottava con lei, sono riuscito a prendere il sopravvento. — L’aiuto a rimettersi in piedi. Si chiese se fosse sotto shock. Non faceva alcun tentativo di coprirsi. Si leccava il taglio del labbro con la punta della lingua. Macy disse: — Mi dispiace per quello che e successo. Si e fatta molto male?

— No. No. — Fissandolo. Cercando di darsi ragione della sua improvvisa trasformazione. Dottor Jekyll, mister Hyde. — Solo un po’ scossa. — Con dita tremanti si copri il seno, si sistemo i capelli. Fissandolo. La sua faccia era diversa ora? Lo sguardo folle di Hamlin era sparito dai suoi occhi? Sapeva che non era facile per lei comprendere quello che era successo. Questi cambiamenti di identita: lui era giunto ad accettarli come parte della condizione umana, ma agli occhi di lei dovevano essere alieni, incredibili, bizzarri. Forse pensava che lui fosse stato Macy per tutto il tempo, che le avesse giocato uno scherzo folle. Oppure che fosse ancora Hamlin.

Macy disse: — Sarebbe meglio che non dicesse a nessuno quello che e successo. La polizia, suo marito, chiunque. Sto cercando di sradicare completamente Hamlin prima che possa fare qualche guaio serio, ma ci sono dei problemi, e farci entrare la polizia renderebbe le cose ancora peggiori per me. Vede, io sono sotto costante minaccia da parte sua, e se andassi dalle autorita, potrebbe forzare la distruzione di questo corpo, percio… — Si fermo. Lei sembrava non capire. — Non dica nulla, va bene? Se sara in mio potere, faro di tutto perche non le capiti piu una scena del genere. Mi segue?

Lei fece un cenno vago di assenso. Passeggiando su e giu, cercando di superare la paura. Era tempo che Macy se ne andasse. Giunto alla porta si volto e disse: — Ancora una cosa: potrebbe dirmi che giorno e oggi?

— Che giorno e oggi? — Lo ripete con tono piatto, vuoto. Come se le avesse chiesto su quale pianeta si trovavano in quel momento.

— Si, per favore. La data. E importante.

Lei alzo le spalle. — Il quattro giugno, credo.

— Venerdi?

— Si, venerdi.

Lui la ringrazio gravemente e usci. Aveva il corpo rigido, e si diresse con passo sgraziato verso la macchina, le braccia che si agitavano come se fosse spastico, le spalle protese in avanti. Lui e Hamlin evidentemente avevano idee diverse circa la coordinazione fisica, e i suoi muscoli, avendo ricevuto ordini da un’altra mente per diciotto ore circa, erano riluttanti a tornare al tipo di movimenti che Macy preferiva. Non c’era da sorprendersi: il modo di fare di Hamlin era naturale per quel corpo, mentre il suo era qualcosa di imposto dall’esterno. Si concentro per imporlo. Era una gran fortuna che Hamlin dirigesse lo spettacolo soltanto dalla sera prima, dalla lotta con il rapinatore nel corridoio della casa di Lissa. Macy temeva di poter essere stato incosciente per una settimana o piu, prima di riemergere quella mattina. Nel qual caso avrebbe avuto una sequela infinita di fatti e misfatti perpetrati da Hamlin da rintracciare.

Invece no. A quanto pareva era stato sveglio per la maggior parte del periodo di dominazione di Hamlin, perdendosi solo le prime otto ore circa. La cosa era confortante. Dov’era stato Hamlin durante quelle otto ore? Probabilmente a casa mia, a riposarsi. E la lotta col rapinatore? Non doveva essere stata una faccenda molto seria. Macy si tocco la tasca. Il portafoglio non c’era. Doveva essere caduto a terra al momento della conquista, il rapinatore l’aveva ripulito, poi Hamlin si era ripreso e se n’era andato sano e salvo. Il portafoglio non era una grossa perdita. Documenti di identita, carte di credito… tutto sostituibile, tutto inutile per il suo assalitore. Macy non ne aveva neppure bisogno, finche aveva un pollice con l’impronta digitale.

Hamlin era riuscito perfino a noleggiare quella macchina usando soltanto l’impronta del pollice, del mio pollice. O il nostro, forse. Ma la spesa verra addebitata a me. Macy si senti vagamente dispiaciuto per il rapinatore, che viveva la squallida vita delle classi inferiori, a un livello sociale dove il denaro liquido ancora dominava. Bel bottino era stato per lui il portafoglio di un dirigente, il portafoglio di chi usa il pollice per pagare, con dentro quattro o cinque dollari al massimo.

Adesso riusciva a muoversi piu facilmente. Macy raggiunse la macchina e appoggio il pollice sulla piastra di apertura. La portiera scivolo di lato. Si sedette e prese fra le mani la leva di comando. D’improvviso l’idea di guidare lo spavento. Gli avevano insegnato come guidare al Centro Riab, un paio di anni prima, ma negli ultimi tempi non aveva fatto molta pratica; e in quel momento c’era anche il rischio che Hamlin risalisse alla superficie e facesse qualche stronzata, sull’autostrada. Gli ho dato una bella botta quando ho preso il controllo, ma non si sa mai.

Hamlin? Sei sveglio?

Nessuna risposta dall’abisso. Ma Macy avvertiva la presenza del suo alter ego: un flebile riverbero metallico dal profondo, come le grida di un djinn arrabbiato per essere stato nuovamente rinchiuso nella sua bottiglia.

Bene. Resta cosi. Non disturbarmi mentre guido.

Se solo riuscissi a tenere il maledetto tappo sulla bottiglia, questa volta.

Appoggio il pollice sul pannello di accensione, e la macchina, dopo aver analizzato l’impronta e aver scoperto che corrispondeva a quella del suo attuale proprietario, si mise in moto. Cautamente Macy tolse il freno, avanzo. La macchina rispose a dovere, la grande bestia sbuffante imbrigliata. Da che parte era New York, adesso? Lunghe ombre pomeridiane. Il sole a meta della sua discesa. A destra. Scegli una direzione qualsiasi. Riusci a uscire dalla zona residenziale, immettendosi nella strada principale taglio la strada a due macchine, che risposero suonando irosamente e giustamente il clacson, e scopri un cartello verde-su-bianco che lo indirizzo verso la citta. Verso casa. Un viaggio difficile. Ma sopravvisse.

Sperava di trovare Lissa ad attenderlo nell’appartamento. Stesa sul letto nelle sue piacevoli pose impudiche, la musica che suonava, i capelli aggrovigliati, l’aroma dell’erba nella stanza. Si sarebbe gettato stancamente sopra di lei, affondando la testa fra i seni ballonzolanti. Macche. L’appartamento, vuoto e deserto soltanto da una ventina di ore, aveva l’aspetto abbandonato e squallido di una catacomba di quinta classe. Si tolse i vestiti sudati e spiegazzati. Doccia. Barba. Vaghi pensieri di cenare. L’ultimo pasto che ricordava di aver mangiato era il pranzo di giovedi. Adesso era ora di cena di venerdi. Hamlin si era preoccupato di rifornire di carburante il loro corpo, durante le sue diciotto ore di comando? Macy non si sentiva particolarmente affamato. Tutti questi scambi di identita. Devono avermi rovinato l’appetito. Strano. Uno penserebbe che questi sforzi mentali abbiano bruciato un sacco di energie. Ma qualcosa da bere non mi dispiacerebbe.

Si verso un bourbon robusto, e si lascio cadere nudo su una poltrona. Un po’ del liquore gli si rovescio sulla coscia. Fredde gocce marrone sui peli dorati. Non si sentiva per nulla trionfante ad aver fatto sloggiare Hamlin. A che gli serviva essere di nuovo al comando? Chi era lui, per avere tanto bisogno di vivere? Un senso oppressivo di essere arrivato alla fine si impossesso di lui. Paul Macy, nato nel 1972 a Idhao Falls, padre ingegnere, madre insegnante, figlio unico.

Falso. Falso. Stronzate. Non sono nato da nessuna parte, sono venuto fuori da una provetta. Sono un golem, un dybbuk, una costruzione. Senza amici, senza famiglia, senza scopo. Lui almeno era reale. Si sarebbe scopato la sorella piu piccola, avrebbe rubato i giocattoli a un bambino, ma aveva un’identita, una personalita che si era guadagnato vivendo. Un dono artistico.

Allora, Hamlin? Vuoi riavere tutto? Perche insisto a mettermi sulla tua strada? Forse hai ragione; forse dovrei lasciarti vincere.

Hamlin non fece motto. Soltanto gli echi metallici ex profundis. Deve essere in letargo, esausto per tutto quello che ha fatto. Che vada a farsi fottere. Meglio perderlo. La sua anima e piena di veleni. Che mi venga un accidente se mi faccio da parte per lui, genio o non genio. Ce ne sono tanti di grandi artisti al mondo. Ma c’e un solo Paul Macy, per quanto poco valga. Questo sarebbe il momento giusto per andare al Centro Riab. Mentre Hamlin e suonato. Me lo faccio estirpare una volta per tutte. E se riaffiora? E se mi fa saltare le

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