cosi si ottiene il duplice scopo di rallentare i processi vitali e di proteggere l’equipaggio dai pericolosi effetti dell’accelerazione. E la fase inversa del processo e altrettanto semplice, al risveglio. Abbiamo previsto quarant’anni come periodo massimo d’ibernazione: nel caso di viaggi piu lunghi, l’equipaggio sara destato a intervalli di quarant’anni, eseguira un programma d’esercizi muscolari simile a quello normalmente usato per l’addestramento dei nuovi androidi, e dopo un breve intervallo di veglia ritornera nei contenitori. In questo modo, uno stesso equipaggio puo compiere un volo di qualsiasi durata.

— Quanto ci vuole — chiese Krug — perche questa nave raggiunga una stella a 300 anni luce di distanza?

— Tenendo presente il tempo necessario per raggiungere la velocita massima, e quello per la decelerazione — rispose Romolo Fusione — direi 620 anni. Se tuttavia consideriamo gli effetti relativistici di dilatazione del tempo, la durata soggettiva del viaggio non dovrebbe superare 20, massimo 25 anni; vale a dire che il viaggio potrebbe essere compiuto in un singolo turno d’ibernazione per l’equipaggio.

Krug rimugino quelle cifre. Per l’equipaggio andava bene, ma la nave, se lui l’avesse mandata a NGC 7293 la prossima primavera, non sarebbe ritornata sulla Terra prima del trentacinquesimo secolo. Non avrebbe potuto salutarla al rientro. Ma non c’erano alternative.

— Per febbraio volera? — chiese.

— Si.

— Bene. Comincia a scegliere un equipaggio: due alfa, due beta, quattro gamma. Partiranno per un sistema da me scelto, all’inizio del prossimo anno.

— Come voi ordinate, signore.

Lasciarono la nave e, passando, Krug carezzo la carena granulosa. L’infatuazione per la torre del comunicatore tachionico l’aveva un po’ distratto dal progetto della nave, e ora si accorgeva che era stato un errore: gli androidi avevano fatto un lavoro magnifico. Ora, comprese, la corsa alle stelle poteva svolgersi su un doppio fronte. La torre, una volta terminata, avrebbe tentato di entrare in comunicazione — in tempo reale! — con le intelligenze che, a dar retta a Vargas, vivevano su NGC 7293; intanto la nave, con equipaggio androide, avrebbe iniziato il lungo viaggio verso la nebulosa planetaria. E cosa mettere nell’astronave? Be’, per prima cosa l’intera registrazione delle conquiste dell’uomo. Si: cubi a profusione, biblioteche intere; tutto il repertorio delle musiche d’ogni paese, sistemi d’informazione ad alta ridondanza. Forse era meglio scegliere come equipaggio quattro alfa e quattro beta: tutti esperti di problemi di comunicazione. E l’equipaggio, mentre dormiva, avrebbe ricevuto dalla Terra un’infinita di messaggi tramite fascio tachionico, con tutte le informazioni scaturite dai contatti con gli uomini delle stelle; forse, quando l’astronave avrebbe raggiunto la sua destinazione verso il 2850 o giu di li, sarebbe gia stato disponibile per l’equipaggio un completo vocabolario della lingua parlata dalla razza che andava a visitare. Magari un’enciclopedia, il frutto di seicento anni di comunicazione tachionica tra terrestri e abitanti di NGC 7293!

Krug batte affabilmente una mano sulla spalla di Romolo Fusione. — Ottimo lavoro. Ti faro sapere. Dov’e il trasmat?

— Da questa parte, signore.

Bit. Bit. Bit.

Krug ritorno al cantiere della torre.

Thor Guardiano non era piu inserito nel computer del centro di controllo. Krug lo trovo nell’interno della torre, al quarto piano, intento a controllare l’installazione di una fila di apparecchi che sembravano sfere di burro infilate su un filo di vetro, come tante perline.

— Cosa sono? — chiese Krug.

Thor parve sorpreso di veder comparire, cosi all’improvviso, il proprio padrone. — Interruttori — rispose, riprendendosi subito. — Nel caso di un flusso positronico eccessivo…

— Gia, gia. Sai dove sono stato, Thor? A Denver. Si, a Denver. Ho visto l’astronave. Non me ne ricordavo piu, ma l’hanno quasi messa a punto. E subito la inseriremo nella sequenza del nostro progetto.

— Signore?

— La costruzione e affidata ad Alfa Romolo Fusione. Scegliera un equipaggio, quattro alfa, quattro beta. Partiranno la prossima primavera, in ibernazione. Subito dopo aver trasmesso il nostro primo segnale alla NGC 7293. Mettiti in contatto con lui, concordate insieme le scadenze. Ah, un’altra cosa. Anche se siamo in anticipo sul programma, il lavoro non procede ancora in fretta come vorrei. — Boom. Boom. La nebulosa planetaria NGC 7293 fiammeggiava e sfrigolava nella mente di Krug. Al calore della sua pelle, il sudore evaporava con la stessa rapidita con cui lo emettevano i pori. Mi sto eccitando troppo, si disse. — Questa sera, alla fine del tuo turno, inoltra una richiesta di nuove assunzioni, Thor. Aumenta la manodopera del 50 per cento. Falla avere a Spaulding. E se hai bisogno di nuovi alfa non farti scrupoli. Chiedi. Assumi. Spendi. Tutto quello che vuoi. — Boom. - Voglio che tutto il piano di costruzione sia anticipato. Anticipare di tre mesi la data di scadenza. Chiaro?

Thor sembrava sbalordito. — Si, signor Krug — disse debolmente.

— Bene. Si. Bene. Continua a fare un buon lavoro, Thor. Non ho parole per dirti quanto sono orgoglioso di te. Quanto sono felice. — Boom. Boom. Boom. Bit. Boom. - Ti procureremo tutti i piu abili beta dell’Emisfero Occidentale, se necessario. Anche di quello Orientale. Del mondo. La torre deve venire completata! — Boom. - In fretta! In fretta! Non lo sara mai abbastanza in fretta!

Krug usci. Fuori, nella gelida aria notturna, si senti un po’ meno agitato. Rimase fermo per un istante, godendosi la bellezza, la snellezza, il fulgore della torre che sfavillava sul fondale nero della tundra buia. Poi alzo gli occhi e fisso le stelle. Strinse il pugno, lo scosse.

Krug! Krug! Krug! Krug!

Boom.

Nel trasmat. Coordinate: Uganda. Il lago. Quenelle che aspetta. Carne soffice, petto florido, cosce morbide, ventre nervoso. Si. Si. Si. Si. 2-5-1, 2-3-1, 2-1. Krug attraverso il mondo d’un balzo.

21

Nell’abbagliante chiarore di una giornata invernale luminosa e frizzante, una decina di alfa sfilavano in solenne parata nel piazzale che scendeva dal grembo del palazzo ginevrino del Parlamento Mondiale come la falda di un immenso vestito. Ciascuno degli alfa impugnava una bobina manifesto, e ciascuno aveva sul petto il distintivo del Partito d’Eguaglianza Androide. I robot della Pubblica Sicurezza erano scaglionati agli angoli del piazzale: macchine nere e tozze, pronte a precipitarsi in avanti per proiettare nastri statici paralizzanti se i dimostranti si fossero scostati dal programma convenuto con gli uscieri parlamentari. Ma era poco probabile che il PEA facesse qualcosa d’inatteso. I manifestanti si limitavano ad attraversare il piazzale da un estremo all’altro, avanti e indietro, marciando ne troppo rigidi ne troppo sciolti, e tenevano d’occhio le camere di ripresa olografica che si libravano sopra di loro. Regolarmente, a un segnale del loro leader Siegfried Classificatore, uno dei dimostranti azionava la propria bobina manifesto. Dall’ugello dell’apparecchio s’innalzava una densa nube di vapori azzurrini che saliva fino a una ventina di metri d’altezza e che poi rimaneva li, concentrandosi cineticamente fino a raggiungere una forma sferica; quindi una frase scritta a caratteri dorati, grandi e chiari, si formava sulla sua superficie e ne percorreva lentamente tutta la circonferenza. Quando le parole avevano percorso 360 gradi, la nube si dissipava: poi, dopo che anche l’ultima traccia era scomparsa dall’aria, Classificatore ordinava a un altro dei manifestanti di emettere la frase successiva.

Il Parlamento aveva ripreso a riunirsi da alcune settimane, ma era poco probabile che gli onorevoli ospiti di quell’elegante palazzo si occupassero della manifestazione.

Di manifestazioni come quella ne avevano gia viste a sufficienza. L’iniziativa del DEA intendeva solo fornire alle reti olovisive, perche li trasmettessero a tutto il mondo con la scusa di fare della cronaca, slogan come questi:

EGUAGLIANZA PER GLI ANDROIDI, SUBITO! TRENT’ANNI DI SCHIAVITU SONO GIA TROPPI! CASSANDRA NUCLEO E MORTA PER NIENTE?
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