faro il possibile.»

James Ryton si alzo in piedi. «Gradiremmo ricevere notizie circa l’esito della votazione, senatrice.»

«Vi contattera Andie, la mia assistente.»

Michael strinse di nuovo la mano a Eleanor Jacobsen e usci dallo studio sentendosi tranquillizzato, quasi euforico. Mentre insieme a suo padre passava accanto alla scrivania della graziosa assistente dai capelli rossi, lei li saluto alzando entrambe le mani in gesto beneaugurante.

Eccola qua, dunque, la famosa Eleanor Jacobsen, pensava Michael. Senza dubbio all’altezza della propria reputazione: schietta, intelligente, politicamente astuta. Il mutante giusto al posto giusto. Non vedeva l’ora di parlarne a Kelly.

5

La navetta del volo di notte sfrecciava silenziosa al di sopra delle nubi. Anzi, al di sopra dell’atmosfera. Grazie alle navette intercontinentali, un viaggio che in altri tempi avrebbe richiesto l’intera notte era stato ridotto a un tragitto di mezz’ora. Appena il tempo di aprire la videocartella, penso Andie. Occhieggio, fuori del finestrino, la nera distesa dello spazio, tempestata di stelle. Giu in basso, il globo terrestre dormiva sotto la sua coltre di nubi. Argentea e rotonda, amichevole bagliore nell’oscurita notturna, la luna ammiccava sull’orizzonte. Dedico qualche secondo a domandarsi che effetto dovesse fare trascorrere l’esistenza sulla superficie di quell’arido satellite, in quel deserto senz’aria calcinato dal sole, al riparo di cupole, adoperandosi giorno per giorno, lentamente e fra mille difficolta, a trasformare quell’inferno in un simulacro della madreterra, sapendo che i propri figli avrebbero ereditato e goduto i frutti di quell’ingrato lavoro. Non era mai stata a Base Luna. Sinora. Quanto a Base Marte, be’, sperava di visitarla non appena fosse terminata. Non avrebbe mai potuto vivere a lungo fuori dei confini terrestri, ma un viaggetto qua e la non le sarebbe affatto dispiaciuto.

Andie sfoglio l’allegato al biglietto, un fascicolo pubblicitario che invitava a investire in Lunamena, stazione di soggiorno «attualmente in costruzione negli stupendi contrafforti montagnosi prospicienti la Baia della Tranquillita. Accessibile ai soli soci, naturalmente.» Le venne da ridere, ma si trattenne. In foto e in video i panorami lunari l’avevano sempre colpita come bizzarri e spettacolari. Paurosi. Tutto meno che stupendi.

Dall’altra parte del corridoio, Karim alzo gli occhi dal medesimo fascicolo. Incontrando il suo sguardo Andie gli ammicco, e lui sorrise, poi accenno innanzi a se in direzione del sedile dove il suo capo, il venerabile senatore Leon Craddick, era riuscito a prendere sonno. L’arruffata gran testa dai capelli bianchi oscillava pian piano avanti e indietro al ritmo di un lieve russare. Eleanor Jacobsen diede un’occhiata al collega, aggrotto le sopracciglia, quindi torno a dedicarsi al fascicolo che stava esaminando. Che perseveranza, e che capacita di concentrazione, penso Andie ammirata. Erano doti che in Senato si facevano senza dubbio valere.

Adocchio poi, diversi sedili piu indietro, il senatore Joseph Horner intento a borbottare chissa cosa chino sul monitor del suo portatile, col cranio che gli luccicava attraverso rade ciocche di capelli. Forse sta pregando per ottenere altri facoltosi adepti, penso Andie. Che diavolo ci faceva, aggregato a quella missione? Non avrebbe dovuto nemmeno credere nell’evoluzione umana, figuriamoci poi nell’evoluzione dei mutanti! Non che questo gli impedisse di invitare i mutanti a unirsi al suo Gregge. Andie era pronta a scommettere che il senatore doveva aver fatto carte false per riuscire a procurarsi un biglietto. A prescindere dalle proprie convinzioni religiose, Horner non poteva permettere che la ricerca del successivo gradino nella scala dell’evoluzione avesse inizio in assenza dell’uomo che il Signore Iddio aveva prescelto a fungere da Suo personale rappresentante in seno al Congresso degli Stati Uniti. Andie penso quanto sarebbe stato bello poterlo chiudere fuori da una camera di compensazione… ma poi bandi dalla propria mente la vana fantasticheria, e decise semplicemente di tenersi il piu possibile alla larga da quell’individuo.

Chiudendo gli occhi, immagino di starsene seduta in un caffeuccio brasiliano a ordinare un Cuba Libre. Peccato davvero che della brigata non facesse parte anche Stephen Jeffers. Non le sarebbe affatto dispiaciuto dividere con lui quel tavolino. Be’, forse un po’ di compagnia gliel’avrebbe fornita il buon Karim. L’innesto mnemonico su Rio le proponeva vivide immagini di spiagge immense, una lussureggiante flora in piena fioritura, una citta sfavillante, irta di bianchi edifici svettanti fino al cielo, vibrante d’un palpito sensuale che pareva non interrompersi mai. La navetta incomincio lentamente a dirigere la prua verso il basso, iniziando la fase di rientro. Nell’attesa di veder comparire le luci bianche della pista di atterraggio, Andie diede una silenziosa ripassata alle sue indotte nozioni di portoghese.

Il grande schermo a parete lampeggiava inondando la stanza di riflessi ambrati. Sue Li poggio le borse della spesa sul pavimento azzurro pallido del vestibolo e digito il codice di accesso. Apparve il primo messaggio, confermando nella sostanza quanto lei aveva gia immaginato.

«Mamma, ho preso in prestito chiavi e libratore. Ci vediamo verso le undici. Michael.»

Sue Li sospiro e si tolse il soprabito. Senza dubbio Michael era di nuovo uscito insieme a Kelly McLeod. Non sarebbe stato opportuno informare James? No, contrario com’era a quel genere di cose, meno ne sapeva meglio era. Quanto a lei, non ci trovava nulla di male. Pero sembrava proprio che Michael avesse intenzione di trascorrere tutto il suo tempo libero in compagnia di quella ragazza. Non avrebbe potuto continuare a coprirlo all’infinito. Specialmente in occasione del convegno estivo. In giugno sarebbero dovuti tornare a Seaside Heights.

Lo schermo passo a mostrare il secondo messaggio: James era pregato di mettersi in contatto con Andrea Greenberg al numero 3015552244. Andrea Greenberg? Sue Li si senti rodere da una punta di sospetto. Non era da James ricevere a casa messaggi femminili. Di chi poteva trattarsi? Una conoscenza di lavoro?

Certo, aveva fiducia in suo marito, piu o meno. Ma in un matrimonio di quella durata la fiducia finiva per diventare quasi un elemento secondario. La loro era un’unione cementata dal tempo e dalla famiglia.

In passato, con Vinar, Sue Li aveva nutrito ben altre speranze. Come aveva palpitato, al tocco delle sue mani, e con quanta trepidazione aveva atteso i momenti in cui potevano ritrovarsi assieme!… Naturalmente era stata molto giovane, allora. Non si poteva pretendere che una passione cosi bruciante si conservasse intatta negli anni della maturita. Eppure, dopo la scomparsa di Vinar, Sue Li aveva confidato di poter raggiungere con James una piena, armonica unione fisica e mentale. In effetti, tramite il contatto telepatico, essi potevano almeno congiungersi a livello di pensiero, sebbene si trattasse di un’esperienza che le causava sovente un profondo turbamento. Specialmente ora che in James cominciavano a prodursi le vampate mentali. Quanto alla comunione dei corpi… be’, gia da un bel pezzo aveva cessato di aspettarsi l’appagamento sessuale. Tutto cio, comunque, non le impediva affatto di sentirsi possessiva nei confronti di suo marito.

Appeso il soprabito nell’armadio a muro dell’ingresso, Sue Li si asciugo col dorso della mano il sudore che le imperlava la fronte e si arrotolo fino al gomito le maniche del vestito. Il display del termometro a parete indicava quindici gradi. Caldo, per essere aprile. Una pressione sul pulsante dell’interfono.

«Melanie?»

Silenzio. Doveva essere andata da qualche parte a combattere col suo umor nero. Dal giorno dell’incidente al bar, due mesi prima, era divenuta ancor piu taciturna e introversa del solito. Sue Li soffoco una fitta di rimorso. Che cosa avrebbe potuto dirle? Che colpa aveva lei, se Melanie era una neutra e doveva subirne le inevitabili conseguenze? Aveva fatto tutto il possibile, per sua figlia. Calcio via le scarpe e contrasse e distese piu volte le dita dei piedi, chiudendo gli occhi e godendosi la sensazione di sollievo.

«Jimmy?»

«Si, mamma.»

«Che stai facendo?»

«Niente.»

Come al solito, penso Sue Li. Probabilmente era impegnato a far levitare tutti i mobili in camera dei genitori, aspettando il momento propizio per farle una sorpresa. «Bene, visto che non stai facendo nulla, potresti portare la spesa in cucina e metterla a posto?»

«Subito, mamma.»

I vari involti presero a sollevarsi in aria e a girare l’angolo. Nel momento in cui Sue Li entro in cucina, i pacchetti stavano scomparendo dentro i mobili, le verdure dentro il frigorifero. Fin qui tutto bene, penso. Si giro per mettere un bicchiere nell’acquaio. Un involucro arancione le sfreccio davanti al viso mancandole il naso per un pelo, e prese a orbitarle attorno al capo come un piccolo satellite. Cerco di acchiapparlo, ma quello continuava a

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