appunti, il senatore volse lo sguardo da un capo all’altro dell’aula.
«Signore e signori, colleghi del Senato, ritengo converrete con me che questa indagine si e trascinata gia troppo a lungo», dichiaro Jeffers. «Chiedo quindi formalmente, dinnanzi a voi tutti, che si trovino infine risposte adeguate alla tragica morte del mio predecessore, senatrice Eleanor Jacobsen. Consentire a questo caso di protrarsi insoluto e prova lampante d’una scandalosa mancanza di coscienza sociale e solerzia politica. E forse questo il messaggio che intendiamo proporre alla nazione? Che un membro di quest’augusto consesso puo venire impunemente assassinato?»
Calcava il pavimento del Senato con la sicurezza e l’eleganza di un grande felino selvatico, penso Andie. Immagini di slogan elettorali le danzarono davanti agli occhi della mente. Stephen era in gamba, molto in gamba. Farsi rieleggere l’anno prossimo sarebbe stata una bazzecola, per lui. E successivamente avrebbe anche potuto puntare molto piu in alto. Se solo la Jacobsen avesse posseduto il suo carisma. Invece che minacce di morte, Andie contava ora missive di ferventi sostenitori. Piaceva persino ai nonmutanti. L’istituzione della borsa di studio non gli aveva creato alcuna difficolta, e cosi pure il finanziamento del fondo per la cooperazione. Si parlava gia di giochi estivi imperniati sull’uso dei poteri mutanti.
«Mediagenico», aveva commentato Karim con un certo sorrisetto di consapevolezza dopo aver conosciuto Jeffers. Be’, questo era un fatto innegabile. Che male c’era, comunque, a essere carismatico? Nelle mani di Stephen costituiva semplicemente un mezzo per compiere in maniera piu efficace il proprio lavoro. E bisognava riconoscere che lavorava davvero bene. Aveva finora proposto con successo tre progetti di legge aventi a che fare con questioni mutanti, mentre gia altri senatori gli facevano la ronda per ottenerne l’appoggio.
Un vigoroso applauso la distolse dalla sua fantasticheria. Non rimase affatto sorpresa che i colleghi tributassero a Jeffers una simile ovazione. Egli rivolse all’assemblea un ampio sorriso, se ne usci in un’affermazione di modestia e si affretto a riguadagnare il proprio seggio, facendo l’occhiolino ad Andie.
In programma c’era poi la relazione della sottocommissione sulla trasferta brasiliana. Fu Craddick a presentare i risultati dell’indagine, integrati da alcune osservazioni di Jeffers. Horner era assente, ma tale circostanza non parve causare eccessivo rincrescimento nelle file dei suoi colleghi. Andie, che quel materiale lo conosceva quasi a memoria, non pote fare a meno di estraniarsi durante gran parte del resoconto di Craddick. Rifacendosi pero attenta non appena udi la voce di Jeffers.
«Mi dichiaro d’accordo con le conclusioni della sottocommissione. In mancanza di solidi e inconfutabili dati di fatto, non posso raccomandare, al momento, alcuna ulteriore indagine.»
Cosa? Andie si stropiccio gli occhi. Si era aspettata che Jeffers avanzasse una vibrante proposta di immediato intervento. Gli aveva mostrato tutti i suoi appunti. E anche la memocassetta. Come faceva, allora, a rimanersene li inerte e consenziente sostenendo che non esistevano prove tali da giustificare ulteriori indagini? Lei aveva previsto che Craddick e Horner si sarebbero preoccupati di eliminare dalla relazione qualunque elemento potenzialmente capace di destare allarme… Ma Jeffers? In preda all’ira, Andie torno in ufficio ad attendere il principale.
«E andata bene», sorrise il senatore. «Meglio di quanto sperassi.»
«Lieta di sentirtelo dire», replico Andie. «I tuoi giudizi sulla relazione della sottocommisione sono stati una grossa sorpresa, per me.»
Jeffers la fisso con espressione esitante. «Mi sembri turbata.»
«Lo sono.»
«E perche?»
«Ero convinta che avresti chiesto ulteriori indagini sugli esperimenti genetici in Brasile.»
«Ma come potevo? L’isterismo creatosi attorno all’assassinio di Eleanor non si e ancora placato. Confermare la possibilita della prossima comparsa di un nuovo genere di mutanti, anzi, di supermutanti, non farebbe che esacerbare ulteriormente gli animi. Neanch’io posso permettermi di rischiare tanto, Andie.»
«Quindi preferisci affossare tutto nelle sabbie mobili del Senato?»
«Ecco, a dire il vero non sono poi del tutto convinto che ci sia, come tu dici, tutta questa gran necessita di compiere altre indagini.»
Andie fu sul punto di replicargli che altri mutanti la pensavano diversamente… Ma una vocina, di dentro, le suggeri di lasciar perdere. Erano beghe mutanti, quelle, e lei c’entrava poco o nulla.
«Be’, comunque ci sono rimasta male che tu non abbia affrontato la questione un po’ piu vigorosamente…»
Jeffers le accarezzo dolcemente il volto.
«Mi dispiace, Andie. Ti ho deluso. E proprio in una questione che per te significa molto, vero? Ascolta, che ne dici se ci troviamo alle sette per l’aperitivo, e poi ne parliamo con calma a cena?»
Il cuore di Andie diede un balzo. «D’accordo.»
Tre ore dopo se ne stavano seduti nella lussuosa sala da pranzo morbidamente illuminata di un ristorante francese a piu stelle.
«Ti prego, Stephen, cerca di capire», insisteva Andie. «Sono stata in Brasile insieme a Eleanor poco prima che venisse uccisa. E ho, in un certo senso, l’impressione di tradirla, se non mi impegno con maggior decisione lungo la strada che lei aveva intrapreso.»
«Tu hai fatto del tuo meglio», replico Jeffers in tono pacato. «E bellissimo tener vivo il suo ricordo, e sai bene quanto io ci tenga. Tuttavia sarebbe assurdo cercare di uniformare le nostre scelte attuali a quello che avrebbe potuto essere il comportamento di Eleanor.»
«Ma come la mettiamo se in Brasile stanno veramente conducendo esperimenti per creare un supermutante? Indizi sostanziosi non mancano di certo.»
Jeffers getto il tovagliolo sulla tavola, e dalla tastiera chiese il conto. «Be’, personalmente continuo a non credere che quella memocassetta rappresenti una prova inconfutabile. E poi non mi avevi detto che i mutanti stanno conducendo una loro personale indagine? Quindi la vicenda e ben lungi dall’essere chiusa.»
«Si, pero…»
«Andie, ufficialmente piu di tanto non possiamo fare. Il Brasile e una nazione straniera. Non possiamo rischiare di scatenare un incidente diplomatico. Sono d’accordo con te che l’idea di esperimenti su soggetti umani e ripugnante, ma una prova definitiva in tal senso non l’abbiamo. Registrazioni di scissioni embrioniche realizzate in vitro non significano per forza che debbano esservi, in qualche clinica di Rio, donne tenute prigioniere per far da involontarie ospiti a indotte gravidanze mutanti.» Jeffers aggrotto le sopracciglia. «Sembra la trama di un video dell’orrore. Il dottor Ribeiros e la sua isola di embrioni mutanti.»
Andie rise suo malgrado e l’accompagno fuori del ristorante, risalendo con lui sul libratore grigio. Quando Stephen fermo accanto al marciapiede nei pressi dell’appartamento di Andie, lei rimase sorpresa nel vederlo spegnere il motore.
«Andie, non so dirti cosa significhi, per me, l’aiuto che mi dai. Hai trasformato le difficolta di questo avvicendamento in una tranquilla passeggiata.»
«Mi fa piacere.» Teneva lo sguardo chino, imbarazzata.
«Sono davvero felice di lavorare con te. Di stare insieme a te.»
L’attiro a se, la strinse fra le braccia. Il bacio fu appassionato, profondo.
«Vorresti salire da me?» Lo stava davvero invitando nel proprio appartamento? Il suo principale? Un mutante?
«Ma certo.»
Andie gli fece strada all’interno, e di sopra. Sostarono brevemente sul divano per un bicchierino. Poi passarono in camera.
«Vieni», le sussurro, tendendo le braccia. Ogni esitazione scomparve in lei. Gli si abbandono con la massima naturalezza, come se l’avesse gia fatto innumerevoli volte.
Una volta a letto, Andie scopri con sollievo che egli era un perfetto, normalissimo maschio umano. Nulla di genitalmente stravagante, grazie a Dio. Mentre si muoveva su di lei, dentro di lei, Andie percepiva sotto la sua pelle abbronzata il fluido incresparsi dei muscoli. Non era mai stata cosi vicina a un mutante. Le parve curiosamente caldo, come se la sua temperatura corporea fosse piu alta del normale. Quegli imperscrutabili occhi dorati, occhi di felino selvatico, la dominavano con ipnotica intensita. L’aveva ghermita, facendola sua preda? Non le importava. La sola cosa che per lei contava, in quel momento, era avere Stephen Jeffers nel proprio letto. Sospiro dolcemente. Poi non altrettanto dolcemente, mentre l’orgasmo la travolgeva.
