di lei dovevano seguire a ruota Jason Edwards di Network Media e Susan Johnson, teleintrattenitrice delle ore piccole. Entrambi i videocronisti desideravano intervistare Jeffers circa la sua ferma intenzione di far abrogare ogni limitazione e restrizione per i mutanti a livello di agonismo ufficiale. Quanto alle intenzioni della Renstrow, le avrebbe conosciute fra poco.

«Andie. Lieta di rivederti.» Jackie Renstrow, biondi riccioli svolazzanti, prese posto nel separe. «Chiedo scusa per il ritardo, ma Barton era particolarmente ciarliero, oggi.»

«E non si puo mai sapere quando si lascera sfuggire qualcosa che ti fara vincere il Pulitzer, vero? Cosa prendi da bere?»

«Scotch liscio, grazie.»

Apri la borsa e ne estrasse un videotaccuino.

Andie alzo la mano in gesto d’ammonimento.

«Aspetta un momento, Jackie. Avevi detto che volevi realizzare un qualche lavoro di ampio inquadramento. Tieni presente che fino a venerdi non rilasceremo alcuna dichiarazione circa l’abrogazione del Principio d’Imparzialita.»

La giornalista le rivolse un sorriso raggiante. «Stai tranquilla, Andie. Voglio solo prendere qualche appunto. Come sai abbiamo in corso di realizzazione una retrospettiva sulla presenza mutante a livello di cariche pubbliche, e ovviamente intendiamo dedicare ampio spazio alla Jacobsen e a Jeffers. Quello che in particolare m’interessava, era raccogliere un altro po’ di materiale per meglio inquadrare la figura di Jeffers.»

Il suo tono fece scattare in Andie un campanello d’allarme.

«Materiale di che genere?»

«Volevo porre l’accento sul Jeffers imprenditore privato, oltre che personaggio pubblico. Mostrare altri aspetti della sua personalita e della sua attivita. Per esempio, non avevo idea che il suo studio legale fosse un’impresa di cosi vaste proporzioni.»

«Eppure e cosa di dominio pubblico», replico Andie.

«Non ne dubito. Poi ci sarebbe anche quella sua multinazionale, con una marea d’imprese collegate…»

Andie si sporse verso la giornalista. «Non dimenticare che per l’intera durata del suo mandato senatoriale tutti gli interessi commerciali di Jeffers vengono gestiti da un gruppo di amministratori fiduciari.»

«In modo che il denaro pubblico non corra il rischio di mischiarsi con quello privato, vero?…» commento la Renstrow con una risata che ad Andie suono piuttosto falsa.

«Precisamente.»

«Sai una cosa, Andie? Il tuo Jeffers dev’essere davvero un superuomo. Sinceramente non arrivo a capire come faccia. Con tutte quelle consociate… Betajef, Corjef, Unijef… Ma mi dici quell’individuo dove l’ha trovato il tempo di occuparsi del suo commercio internazionale, del suo studio legale, e contemporaneamente presentarsi candidato al Senato?»

«Certe persone sono piu in gamba di altre, tutto qui.»

«Specialmente se si tratta di mutanti?»

«Allora sarebbe questo il nocciolo del discorso?»

«Oh, no. Sto solo manifestando la mia ammirazione. Il senatore Jeffers dev’essere un vero mago, in campo amministrativo e finanziario.»

«E un imprenditore di successo. Ma anche questo e risaputo. E tra i mutanti non si tratta affatto di un evento inconsueto. E gente che di solito tende a farsi largo, nella vita.»

«In quanto esseri superiori o come reazione all’angoscia della diversita?»

«Non ho la competenza necessaria ad azzardare simili congetture.»

«Che occasioni ha avuto per coltivare il proprio acume finanziario?»

«Be’, suo padre era a capo di una prospera impresa di commercio con l’estero. Immagino che lui, all’universita, abbia studiato soprattutto scienza delle finanze ed economia aziendale.»

Aggrottando le sopracciglia, la Renstrow diede un’occhiata ai suoi appunti. «Mah, non vedo come, visto che ha conseguito una laurea in medicina.»

«Medicina?» Andie fece il possibile per dissimulare la propria perplessita.

«Esatto. Con specializzazione in genetica. Piuttosto strano che poi abbia intrapreso studi giuridici, invece che medici.»

«La gente a volte cambia idea.» Che diavolo stava cercando di dimostrare, la Renstrow?

«Meglio non parlarne. Io ho cambiato specializzazione tre volte.» La giornalista diede fondo al suo bicchiere. «Insomma, mi piacerebbe capire meglio come ha fatto a sviluppare il suo talento in campo finanziario.»

«Puo anche darsi semplicemente che ci sia portato per natura.»

L’espressione della Renstrow, piu un sogghigno che un sorriso, metteva addosso ad Andie una crescente sensazione di disagio.

«Probabilmente hai ragione tu», concesse la giornalista. «Vedi, mi rendo conto che dovrebbe trattarsi solo di una specie di articolo elogiativo, pero bisogna ugualmente che rivolga qualche domanda a Jeffers. Puoi fissarmi un appuntamento con lui?»

Riappoggiandosi allo schienale, Andie simulo uno sbadiglio. «Non contare su di me. E tutto il giorno che parlo coi giornalisti. Cosi sui due piedi non posso prometterti nulla, Jackie. Pero stai sicura che trasmettero la tua richiesta al senatore. Che scadenza hai?»

«Lunedi.»

«Va bene, ti chiameremo noi.» Getto un’occhiata all’orologio del bar. «Ora scusa, ma sono in ritardo per un appuntamento. Mi ha fatto piacere rivederti.» Afferrando il soprabito, Andie balzo in piedi, e agitando la mano in un fulmineo gesto di saluto fu fuori del locale prima che la sbalordita giornalista potesse spiccicare una sola parola.

Niente taxi in vista. Miseriaccia. Andie s’imbacucco ben bene nel soprabito e parti velocemente per raggiungere a piedi la fermata del metro. Erano appena le tre, e aleggiava in giro ancora un po’ di luce.

Le insinuazioni della Renstrow l’avevano turbata profondamente. Dove diavolo voleva arrivare, insistendo a quel modo sul talento affaristico di Jeffers? Aveva forse scovato qualche irregolarita nelle sue operazioni finanziarie? Andie decise di compiere una rapida indagine sulla situazione contabile dell’ufficio. Piu tardi avrebbe interrogato Jeffers circa i bilanci delle sue ditte. Voltando in una strada secondaria costellata di lussuose villette a schiera con gli ingressi dalle barriere protettive verdi, e tagliando quindi per un vicoletto pavimentato in mattoni, Andie forzo l’andatura verso la stazione della sotterranea.

17

Rigiratasi nel letto, Jena rimase a fissare Michael nel chiarore lunare. Sospiro. «In realta non sei qui con me, vero?»

«Che vuoi dire?»

Lei si mise a sedere.

«Voglio dire che con la mente sei altrove. Insieme a qualcun altro. E non e difficile indovinare chi.»

«Guarda che ti sbagli.»

«Ah si? Kelly comunque dev’essere un piacevole passatempo, vero?» replico Jena in tono caustico.

E tutto quello che non sei tu, penso Michael. Incominciava davvero a pentirsi di non avere acchiappato al volo l’offerta di Skerry, tagliando la corda in direzione Canada.

Con decisione repentina, Jena cambio tattica. Si raggomitolo scherzosamente attorno alle ginocchia di Michael, e i suoi seni bisbigliarono segreti messaggi alla pelle di lui. Mentre Jena lo accarezzava, trasmettendo nuovi brividi di piacere ai suoi nervi ancora frementi d’estasi, Michael si lascio andare all’indietro. Ecco, se solo si fosse limitata a toccarlo delicatamente, adesso, senza dire nulla…

«I tuoi genitori sono cosi contenti, che ci vediamo…»

Michael spalanco gli occhi.

«Come hanno fatto a saperlo?»

«Gliel’ho detto io.»

«E perche?»

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