l’assemblea per la terza settimana di dicembre. Presto, quest’anno.

«Michael Ryton, chiamata sulla linea due», annuncio la robosegreteria nell’istante medesimo in cui il giovane varcava la porta. Egli appese all’attaccapanni la giacca a vento arancione, si affretto alla scrivania e attivo il monitor. Andrea Greenberg lo fisso gravemente.

«Michael, c’e tuo padre?»

«No, al momento e in riunione.»

«Pazienza, vuol dire che tocchera a te sorbirti per primo le novita.» Accenno un sorriso. «E, per piacere, ricordati che ambasciator non porta pena, quindi non te la prendere con me.»

«Che significa?»

«Che ho notizie su tua sorella.»

«Melanie! Cosa le e successo? E viva?»

«Ah si, certo… almeno fino a qualche tempo fa.»

«Che vorresti dire?» Michael fissava lo schermo a occhi sbarrati.

«Voglio dire che non ho idea di dove si trovi attualmente.»

«D’accordo, ma prima dov’era?»

«Nel Maryland», rispose Andie. «Viveva con un uomo.»

«Mel?» Michael crollo di schianto a sedere.

Andie annui. «A quanto pare, doveva averlo incontrato nel locale dove faceva la danzatrice orientale.»

«La… cosa

Michael fece uno sforzo per non scoppiare a ridere. La sua pudibonda sorella che ballava seminuda di fronte a degli estranei? Era impossibile. Ridicolo.

«Ma si, roba di spogliarello.» Nella voce di Andie s’era insinuata una nota d’impazienza. «Ad ogni modo sembra che abbiano litigato, e lei e scappata col libratore di lui.»

«Scusa un attimo. Vuoi dire che gli ha rubato il libratore?»

«Michael, capisco che per te e difficile da mandar giu, pero…»

«E ce l’ha ancora?»

«No, e stato recuperato il giorno dopo.»

«E adesso lei dov’e?»

«Te l’ho detto, non lo so.»

Michael si lascio andare contro lo schienale.

«Non ci credo assolutamente», esclamo. «Mia sorella che si mette a fare la danzatrice orientale… che va a vivere insieme a un tizio qualunque e poi se la fila fregandogli il libratore…» Scosse la testa stupefatto. «Comunque per lo meno e viva.»

Andie annui. «Mi spiace, ma praticamente e tutto quel che so.»

«Come si chiama l’uomo che ha sporto denuncia?»

«Benjamin Cariddi.»

«Nonmutante?»

«Sembrerebbe.» Lo soppeso attentamente, con sguardo indagatore. «Cos’hai intenzione di dire, ai tuoi genitori?»

«La verita, credo.» Si soffrego le palpebre. «E adesso passiamo a qualche buona notizia, Andie. Se non ce l’hai, inventala.»

Lei sorrise gentilmente. «Il senatore Jeffers sta lavorando all’abrogazione del Principio d’Imparzialita.»

«Sarebbe ora.»

«Come va, con quella tua ragazza nonmutante?»

Michael s’illumino. «Ottimamente. Kelly e favolosa.»

«Sembra una cosa seria.»

«Lo spero proprio. Vorrei sposarla l’anno prossimo. Lei pero sta pensando di andar fuori a studiare.»

«Non potrebbe conciliare le due cose?»

«Credo di si», rispose Michael. «Ma e un argomento che dobbiamo approfondire.»

«Be’, ti auguro sinceramente che vada tutto per il verso giusto, Michael. I matrimoni misti possono essere piuttosto impegnativi.»

Lui si strinse nelle spalle. «E quale matrimonio non lo e?»

«Non saprei. Non ancora.» Andie rise. «Buona fortuna, Michael. E mandami la partecipazione, ci conto.» Una strizzatina d’occhio, e scomparve.

Michael se ne rimase seduto li un bel po’, a fissare l’azzurro tremolante dello schermo vuoto.

18

Alle tre meno cinque, Andie entro nello studio di Jeffers col videotaccuino in mano. Annui soddisfatta all’indirizzo della sottile cartella verde che riposava sulla scrivania. Stephen aveva reperito documenti, cifre e testimonianze che dimostravano come i suoi bilanci fossero perfettamente in ordine. Andie era impaziente di vedere che faccia avrebbe fatto Jackie Renstrow nel rendersi conto che il suo velleitario attacco era andato completamente a vuoto.

Jeffers guardo l’orologio.

«E in ritardo.»

«Pare che ce l’abbia per abitudine», spiego Andie accomodandosi sul divano color ocra. «Diamole altri cinque minuti.»

«Ma non piu di tanto», preciso Jeffers con voce vibrante d’irritazione. «L’Unione mutante sara qui tra poco, e c’impegnera tutto il resto del pomeriggio.»

«Be’, peggio per lei. Intanto che aspettiamo, mettero in ordine i tuoi appunti per il convegno.»

Alle tre e venticinque, ancora nessun segno di Jackie Renstrow. Andie era furibonda.

«Me l’immaginavo che stava cercando solo di coglierci alla sprovvista e creare fastidi», commento, tamburellando con le dita sulla scrivania.

«Non te la prendere, Andie», la consolo Jeffers, con espressione serena e in tono di sollievo. «Si vede che ha trovato qualche pesce piu grosso da mettere in padella. E poi, meglio anche per noi. Cosi ho un po’ piu di tempo per prepararmi ad accogliere l’Unione mutante.»

«Ma almeno avrebbe potuto avvertire.»

«Lascia perdere. Piuttosto, sono pronti gli appunti? E non dimenticare che voglio una completa registrazione dell’incontro, in modo che possiamo poi farne una sintesi per la diffusione.»

«Naturalmente. E anche degli estratti per la distribuzione via fax.» Andie inseri gli appunti nel terminale della scrivania. Aveva prenotato la Sala Conferenze Madison, con schermo doppio e impianto di registrazione.

Alle quattro e cinque la piccola sala traboccava di mutanti. Non c’era rimasto un posto libero. Andie aveva preferito tenersi in attesa dietro le quinte, sentendosi decisamente fuori posto in mezzo a tutti quegli occhi dorati.

Jeffers, invece, stava in piedi di fronte alla platea stagliandosi nitidamente nella luce bianca e rosa dei proiettori.

«Amici, sono qui per mettervi a parte dei nostri piu recenti progressi», esordi. «Come probabilmente saprete, ho proposto un disegno di legge inteso ad abrogare il cosiddetto Principio d’Imparzialita.»

Il pubblico incomincio subito ad applaudire con forza, fischiando e gridando la sua approvazione. Jeffers aspetto che il baccano si placasse.

«Non vi nascondo che sara una dura battaglia. Ma non lasciamoci fuorviare. I normali hanno paura di noi mutanti. Paura dei nostri poteri.» Fece una pausa. «Non ho certo bisogno di rammentarvi che quando, negli anni Novanta, incominciammo a rivelarci, essi non esitarono a uccidere alcuni di noi. Cosi come quest’anno, in questo stesso edificio, una nobile figura mutante ha perduto la vita per mano di un vile attentatore nonmutante. Ma nulla ci impedira di riappropriarci dei nostri diritti calpestati. Siamo anche noi cittadini a tutti gli effetti. E come tali dobbiamo essere trattati. E finche non ci avranno sterminati dal primo all’ultimo, noi continueremo a pretendere il rispetto dei nostri diritti.»

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