degli anelli.

Jena gli sorrise, gli apri la mente.

Michael, ti amo. Ti rendero felice. Vedrai.

Le diede un lieve bacio sulle labbra, mentre Halden dirigeva il canto rituale. Poi la cerimonia ebbe termine, e Michael, tenendo per mano sua moglie, si giro verso il mare di volti.

Affascinata e confusa, Andie segui con grande attenzione ogni istante della cerimonia. Michael aveva un’aria assente, pareva quasi ipnotizzato. La sposa, senza dubbio splendida, contemplava il suo Michael con evidente adorazione. Ma quando la coppia si volse a fronteggiare le folla degli invitati, Andie si avvide che Jena aveva gli occhi d’oro. Una mutante! Che fine aveva fatto l’intenzione di Michael d’impalmare la sua morosa nonmutante? Non c’era da stupirsi che le avesse lanciato quell’occhiata strana, quando lei gli aveva parlato di speranze realizzate!

Andie prese Jeffers a braccetto, e insieme seguirono la festosa compagnia degli invitati nell’ampia sala da pranzo sfarzosamente illuminata. Innumerevoli sedie si allineavano lungo le pareti, e sulla grande tavola centrale abbondavano vassoi ricolmi d’ogni sorta di ghiottonerie e sgargianti fiori esotici. Il convito era stato organizzato dalla moglie di Halden, quel donnone in tunica rossoviolacea. Andie non aveva dimenticato l’aggressiva determinazione con cui Zenora si era opposta alla sua presenza nel corso dell’assemblea mutante tenutasi dopo la morte di Eleanor Jacobsen. Chissa che faccia avrebbe fatto, scoprendo che il bersaglio di quel suo sfoggio di ostilita aveva assistito alla cerimonia di nozze…

Piuttosto a disagio, Andie si rassetto accuratamente la giacca del suo severo completo scuro. Tutti i mutanti che vedeva attorno a se sfoggiavano rutilanti, policrome tuniche. Le elaborate acconciature femminile erano adorne di fiori di crioluminescenza. Andie si sentiva come uno scricciolo capitato in mezzo a uno stormo di uccelli tropicali dal chiassoso piumaggio.

Jeffers le aveva spiegato che ogni matrimonio rappresentava un momento di intensa celebrazione. Il rinsaldamento dei legami di clan, e la prospettiva di un matrimonio fecondo, venivano tradizionalmente considerati ottimi motivi per festeggiare. Andie era estranea a tutto cio. Rimase quindi alle costole di Jeffers mentre lui si dava da fare a felicitarsi coi novelli sposi, a salutare i vecchi amici, a lavorarsi comunque, da buon politico, i presenti. Halden, sbarazzatosi dei seriosi abiti da cerimonia, arrivo ballonzolando come un orso in maniche di camicia.

«Allora, senatore. Immagino che tu ti stia dando gia da fare per le elezioni di novembre, dico bene?»

«Si capisce. E col vostro aiuto, Halden, credo di potercela fare.»

Il Custode del Libro gli strinse amichevolmente una spalla. «Tu ci hai donato nuove speranze, Stephen. Ci hai recato conforto in una stagione di dolore.»

«Ne sono felice.»

Si fece avanti Zenora. «Senatore Jeffers, siamo fieri di te. E vero quel che ho sentito dire, a proposito di un tuo vigoroso impegno per l’abrogazione del Principio d’Imparzialita?»

Jeffers le sorrise. «In effetti ci stiamo lavorando. Conto di buttarmici a corpo morto subito dopo le elezioni.» Giratosi verso Andie le pose un braccio attorno alla vita. «Questa e Andrea Greenberg. La ricorderete forse come assistente di Eleanor Jacobsen.»

«Oh, si, me la ricordo benissimo», disse Zenora. Le rivolse un cenno di studiata freddezza. «Bentrovata, signorina.»

Halden la saluto con piu calore, stringendole cordialmente la mano. «Lieto di rivederla, signorina Greenberg.»

«La prego, mi chiamo Andie.»

«Ma certo.»

«Mi sorprende non vederla insieme a Skerry», commento Zenora in tono acido.

«Skerry?» Jeffers appariva perplesso.

«Vi prego di scusarci», intervenne Halden. «E stato un vero piacere rivederla, Andie. Spero che piu tardi avremo occasione di fare quattro chiacchiere.» Prese fermamente sua moglie per un braccio e la condusse via, fuori portata d’orecchio.

«Ma che avra voluto dire?» domando Jeffers.

Andie alzo le spalle. «E chi lo sa?» Sbircio controluce il suo bicchiere vuoto. «Quasi quasi mi farei un altro goccetto.»

«Ottima idea. Io intanto vado a scambiare due parole col novello sposo.» E si allontano.

Andie era giunta a meta strada dal bar, allorche si vide fluttuare dinanzi uno scintillante calice di champagne.

Non startene li imbambolata, cuoricino. Coraggio, prendilo.

Poco manco che Andie, sbigottita, lasciasse cadere il bicchiere che aveva in mano. Con gran cautela, afferro il sottile stelo della flute levitante.

Se permetti, anche a quello vuoto penso io.

Si senti togliere di mano l’altro bicchiere, e lo vide andarsi a posare sul ripiano del bar.

Comincio a guardarsi attentamente intorno, cercando di localizzare la sorgente dei messaggi telepatici.

«Allora, novita?» domando alle sue spalle una lieve voce tenorile.

«Skerry!» Andie si volse di scatto, spandendo champagne.

«Per servirti.» Le fece un profondo inchino. Indossava un cangiante completo oltremare, tutto variegato di minuscole saette argentee.

Andie sorrise. Ma il barbuto giovanotto che la fissava con simpatia appariva scuro in volto.

«Non credevo che ci fossi anche tu», gli disse.

«Ti vorrei parlare.»

Attraversando il salone, Andie lo segui fino a una piccola stanza adibita a biblioteca. Skerry chiuse la porta e si lascio andare pesantemente in una morbida idropoltrona. Andie si accontento di un panchetto, lieta comunque di poter concedere un po’ di sollievo ai suoi piedi doloranti.

«Dunque adesso lavori per l’eminente senatore?» domando Skerry.

«Certo. Che c’e di male?»

«Se pensassi che mi darai retta, potrei anche cercare di spiegartelo.» E annuso il garofano verde che portava infilato sul risvolto della giacca.

Andie sbatte il bicchiere sul tavolo.

«La sai una cosa? Ne ho abbastanza dei tuoi accenni misteriosi e delle tue ambigue allusioni!» lo investi. «Prima in Brasile mi hai rifilato quella memocassetta. Poi m’hai buttato in pasto a quella vostra assemblea mutante. Perche dovrei darti retta anche stavolta?»

«Perche io so alcune cose che tu non sai. E te lo dico francamente. Stai commettendo un grosso errore.»

«E io penso invece che tu sia geloso di Stephen», ribatte lei. «Ti sei opposto alla sua nomina… Dio solo sa perche. Ma su un punto hai ragione. Non voglio starti ad ascoltare. Jeffers e un uomo eccellente. Un eroe. Ha ridato speranza a tutti quelli che credevano che la speranza fosse morta insieme a Eleanor Jacobsen.»

Skerry annui con espressione sarcastica. «Oh, sicuro, e il piu bell’ometto cui i miei ingenui fratelli mutanti siano stati capaci di appendere le loro speranze da un bel po’ di tempo in qua.»

«Io lo amo. Voglio lavorare con lui e dargli tutto il mio appoggio.»

«Non confondere l’idolatria con l’amore, bambina.»

Andie balzo in piedi, appuntandosi bellicosamente le mani sui fianchi.

«Ma tu che ne sai, dell’amore?» gli domando con voce rabbiosa.

«Abbastanza da voler aiutare qualcuno che lo merita.»

Le fu accanto in due passi, fissando i suoi occhi in quelli di lei.

«Lo sai? Mi piaci veramente», disse, racchiudendole con ferma delicatezza il volto fra le mani.

Il cuore di Andie comincio a galoppare. Cerco di sottrarsi alla sua stretta. «Skerry, no, ti prego.»

«Non respingermi. Non voglio farti del male. Voglio solo aiutarti. E adesso chiudi gli occhi. Da brava, chiudili.»

Contro la sua stessa volonta, le palpebre di Andie si serrarono.

«Bene. E adesso appoggiati indietro. Non ti preoccupare. Ti sorreggo io.»

Senti il suo braccio circondarle la schiena.

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