«Su, coraggio.»

Poi, fresco e lieve sulla fronte, il palmo della sua mano.

«Conta all’indietro partendo da cento, Andie.»

«Cosa? Ma e ridicolo!»

«Fai come ti dico.»

«Cento, novantanove, novantotto…»

«No, mentalmente.»

Andie esegui. La pressione della mano aumento.

D’improvviso si senti afferrare come da una vertigine. Stelline azzurre danzarono dietro le sue palpebre chiuse. Un suono possente venne a riempirle le orecchie.

Novantasette, novantasei, novantacinque…

Centinaia di persone, un esercito di voci, contavano insieme a lei. Una cantilena ipnotica, assordante. Ma com’era possibile? Poi il coro prese ad affievolirsi, e il fronte sonoro continuo lentamente a retrocedere, fino a perdersi nel silenzio.

Andie riapri gli occhi, ammicco due volte. Si sentiva la gola secca. «Che cos’e successo?»

Skerry la lascio andare. «Ti ho innestato un’autonenia. Con attivazione automatica nel caso qualcuno si mettesse a curiosare.»

«Curiosare?» Andie torno a sedere, concedendosi un bel sorso del suo champagne. «Vuoi dire intrusione telepatica? Pensavo che negli ambienti mutanti fosse considerata una pratica sconveniente. I mutanti non rispettano l’intimita mentale?»

«Qualcuno si. Ma non tutti.»

Le implicazioni di quella risposta le fecero accapponare la pelle.

«Ora non ti spaventare, passerotto. Ho voluto solo darti un pizzico di protezione in piu.» Le sorrise dolcemente. «Vedrai che non ti servira.»

«Cosa vuol dire attivazione automatica?»

«Che la tiritera incomincerebbe da se non appena un telepate cercasse di avere accesso a qualsiasi livello della tua infrastruttura cosciente. Avrebbe l’effetto di respingere l’intrusione, e cesserebbe non appena il ficcanaso decidesse di ritirarsi. Comunque puoi anche attivarla volontariamente pensando la parola corodif. Basta che ti ricordi di tenere gli occhi chiusi. La cantilena va avanti da sola per quindici conteggi di cento numeri ciascuno, ma puoi interromperla in qualunque momento riaprendo quei tuoi occhioni belli.» Allargo le braccia in gesto teatrale. «Presto e bene, coi mutanti conviene. Soddisfatta o rimborsata.»

«Ma insomma, scherzi a parte, credi davvero che possa averne bisogno?»

«Speriamo di no.»

Andie lo fisso con aria scettica. Pareva sincero. Forse poteva fidarsi.

«Skerry, perche Michael ha sposato una ragazza mutante?»

Lui scoppio in un’aspra risata.

«S’e fatto fottere. O meglio, e lei che s’e fatta fottere. Letteralmente.»

«E incinta.» Non era una domanda.

«Gia. E il fortunato paparino e appunto il nostro Michael. Fu cosi che convolarono, inquantoche il motto del clan e: crescete e moltiplicatevi. E viceversa.»

«Mah!…» Andie penso, scuotendo la testa, che piu conosceva i mutanti e meno li capiva.

«Hai l’aria di una che un’altra flute la rimetterebbe al mondo.» L’acchiappo per un braccio, tirandola in piedi. «Forza, bella, torniamo fra la gente.»

Michael si era aspettato, si, un’ampia partecipazione, ma non avrebbe mai immaginato di vedere alle sue nozze anche il senatore Jeffers.

La carica gli si adattava alla perfezione, pensava Michael. Cosi sicuro di se. E due volte piu dinamico di quanto non fosse stata la povera Eleanor.

Una piccola folla di mutanti aveva fatto capannello attorno a Jeffers. Quando il senatore se ne distolse per rivolgersi a lui, Michael provo un moto di compiacimento.

«Ti senti un po’ stordito, vero?» gli domando Jeffers gentilmente.

«Si. Piu che un poco.»

«Passera, passera», commento Jeffers dandogli una pacca sulla spalla. «Tua moglie e davvero una magnifica ragazza.»

«Grazie.»

«Mi hanno detto i tuoi che sei un duplice. E ugualmente la tua sposa. Questo vi da grandi possibilita.»

Michael lo fisso perplesso. «Grandi possibilita?»

«Esatto. Di rendere dominante il carattere trasmettendolo alla prole. Piu duplici abbiamo, meglio e.»

«Oh, certo.» Michael sorrise. «Credo che lo scopriremo presto…»

Il senatore ridacchio educatamente. «Questo e l’atteggiamento giusto, Michael. Nell’Unione mutante ce ne vorrebbero tanti, di giovani come te. Sei gia membro?»

«In effetti avevo pensato di iscrivermi…» rispose Michael, sebbene fosse un’idea che fino a quel momento non aveva mai preso in seria considerazione.

«Bene. Se vieni a Washington, ricordati di passare dal mio ufficio.» Gli porse una memoscheda. «Qui troverai alcune informazioni che potrebbero interessarti.» Accompagno il gesto con un sorriso radioso.

Alla loro sinistra spunto Halden. «Oh, senatore, eccoti qui. Allora, a proposito di quella campagna elettorale…»

«Ci vuoi scusare, Michael?» Senza attendere risposta, Jeffers se ne ando insieme al Custode del Libro.

Michael si guardo attorno. Scorse Jena che laggiu in disparte, mantenendosi accanto due piatti di cibo sospesi a mezz’aria, discorreva tutta infervorata con una cugina di Petaluma dal mantello color turchese, dall’incarnato verdognolo e dagli occhi irrequieti.

Jena? chiamo mentalmente.

Nessuna risposta.

Forse il legame mentale che Halden aveva creato fra loro funzionava solo quando si trovavano a diretto contatto.

Mastico, senza sentirne il sapore, una fettina di pane speziato. Immagino per un attimo il viso di Kelly inghirlandato di orchidee purpuree. Poi scaccio dalla mente quella sua visione.

Niente piu Kelly, penso. Adesso e questa, la mia vita. Forse mi iscrivero all’Unione mutante. Perche no?

«Mediti sul matrimonio?» si senti chiedere da una voce familiare. La faccia barbuta di Skerry, inaspettatamente priva di corpo, apparve fluttuando a due passi dalla tavola imbandita.

Michael annaspo maldestramente col piatto che teneva in levitazione, quasi rovesciandolo prima di riprenderne il controllo.

L’intera figura di Skerry si raggrumo in un guazzabuglio di folgori in miniatura. Sogghignando, ristette accanto al tavolo.

«Pensavo che tu fossi in Canada», disse Michael. «Per sempre. Perche non mi hai detto che saresti venuto?»

«Vado matto per le visite a sorpresa. Ma direi che oggi il re delle sorprese sei proprio tu, cugino. Matrimonio? E con lei? Sbaglio o avevi preso una tremenda scuffia per una normale?»

Michael fece del suo meglio per non trasalire. «Gia… Be’, diciamo che mi e capitato un imprevisto.»

Skerry crollo il capo. «Ti ha preso in trappola, eh? Ci avrei scommesso.» Si avvicino a Michael, e in tono da cospiratore soggiunse: «Puoi sempre squagliartela insieme a me dopo la festa. E al diavolo il clan. Vieni via. Incomincia una nuova vita».

Michael gli fece un sorriso malinconico. «Arrivi un po’ tardi.»

«Comunque tieni presente che mi trattengo un attimino in zona… se per caso cambiassi idea», aggiunse Skerry con una scrollata di spalle. Occhieggio di sbieco in direzione di Jeffers. «Che ci fa, da queste parti, sua magnificenza il senatore?»

«Notevole, eh?» disse Michael. «Doveva tenere un discorso a New York, e Halden se l’e accaparrato, almeno credo. E poi avevo piacere che al matrimonio ci fosse anche Andie.»

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