«Be’, si da il caso che la sposa non sia mutante.»

Jeffers inarco incredulo le sopracciglia.

«Cosa?»

«La ragazza che Michael vuole sposare e una normale. Secondo me e una cosa stupenda che il clan si sia schierato dalla sua parte. A dire il vero sono molto lusingata di quest’invito.»

«Ho i miei dubbi che il clan si sia messo tutt’a un tratto a favorire i matrimoni misti…» ribatte Jeffers. E nella sua voce si percepiva una nota strana.

Andie si strinse nelle spalle. «Forse i tempi stanno cambiando. Puo darsi che il clan sia piu progressista di quanto credi.»

«Gia. Puo darsi.» Non sembrava molto convinto.

«Ad un matrimonio mutante cosa potrebbe andar bene come regalo di nozze?»

«Gettoni di credito.»

Andie scoppio a ridere.

«Cosa c’e di tanto buffo?» le domando.

«E consolante scoprire che da certi punti di vista non siamo poi cosi diversi, dopotutto!»

Alla porta rintocco il consueto accordo di tre note in chiave minore. Michael fece l’atto di muoversi, ma sua madre fu piu svelta di lui. Sue Li, abbigliata nel tradizionale color oro della famiglia dello sposo, corse ad aprire e diede il benvenuto agli ospiti.

«Halden, Zenora, che gioia vedervi!»

Lo zio e la zia di Michael fecero il loro ingresso, elegantissimi. Fra i capelli ingrigiti di Zenora scintillavano crioluci purpuree, perfettamente intonate alla lunga tunica che la fasciava fin sotto le caviglie. Halden indossava una elaborata tunica grigio scuro assai abbondante, che riusciva quasi a dissimulare la sua corpulenza.

Zenora diede a Michael un rapido abbraccio. Halden gli affibbio invece sulla schiena una pacca talmente calorosa da farlo quasi stramazzare.

«Allora, pronto per il grande passo?» si informo zio Halden con voce rimbombante.

Michael chino gli occhi a terra. «Credo».

«Niente di piu facile. Vedrai.»

«Venite, andiamo di sotto», li invito Sue Li, prendendoli entrambi per un braccio. «Stiamo aspettando qualche altro ospite, prima di cominciare.»

Accontentandosi di infliggere al nipote un’espressiva strizzatina d’occhio, Halden si lascio trascinare via. Michael caccio un gran sospiro di sollievo e si allento il colletto del dorato abito da cerimonia, che lentamente ma inesorabilmente lo stava strangolando.

Risuono nuovamente l’accordo di tre note. Michael ando ad aprire, e resto li pietrificato dallo stupore. Sulla soglia, sobriamente ma raffinatamente abbigliati, il senatore Jeffers e Andrea Greenberg volgevano le spalle a un turbinio di fiocchi di neve.

«Ed ecco qua lo sposo», esordi Jeffers sorridendo. «Congratulazioni, Michael. Non potevamo rincontrarci in circostanza migliore.»

Sbalordito, Michael strinse la mano che l’altro gli tendeva.

«Senatore Jeffers! Andie… Oh, entrate.»

«Michael, sei bellissimo», disse Andie. «E la sposa dov’e?»

«Di sopra a vestirsi.»

«Dunque le tue speranze si sono realizzate, vero? Sapessi come sono contenta per te!»

«Ah… grazie», rispose Michael con voce rauca.

Andie lo guardo perplessa. Jeffers la circondo con un braccio.

«Vieni», le disse. «Lasciamo il giovanotto ai suoi ultimi momenti di liberta, e andiamo a salutare il clan.»

S’inoltrarono in casa. Rimasto solo nell’ingresso, Michael si diresse verso il bar con l’intenzione di farsi uno spinello.

Un mormorio sommesso, ma intenso, giunse fino a lui diffondendosi dal vano delle scale.

Accidenti, penso. Possibile che gia cominciassero i canti?

Si volse, respiro profondamente, e scese al piano di sotto. Suo padre, lui pure in abbigliamento dorato da cerimonia, gli si fece incontro sulla soglia. Camminarono insieme verso l’improvvisato altare innalzato a ridosso del caminetto, dove Halden attendeva in piedi. Grandi mazzi di fiori gialli adornavano a festoni le pareti.

La stanza era affollata. Verso il centro, leggermente sulla sinistra, Michael vide svettare zia Zenora. Alla sua destra sedevano Chavez e Tela. Presenziava il clan al gran completo. Era intervenuta persino una rappresentanza di mutanti della costa occidentale, quei tipi dal curioso incarnato verdognolo accomodati sul fondo. Sue Li, in prima fila, dondolando la testa al ritmo del canto guardo suo figlio avvicinarsi. Una ghirlanda di garofani scarlatti le coronava le nere chiome. Anche il senatore Jeffers sedeva assieme ad Andie in prima fila. Mentre Michael prendeva posto accanto ad Halden, Andie gli fece l’occhiolino.

Con un cenno del capo, il padre di Michael sedette. Il canto muto registro, le tonalita di soprano presero il sopravvento su quelle di baritono e basso.

Jena entro nella sala al braccio di sua madre, procedendo armoniosamente attraverso le due ali di folla. Indossava un abito di petali di seta color avorio, percorsi dal luccichio di sottilissimi fili metallici. I suoi capelli erano stati raccolti all’indietro in una intricata spirale, intessuta di orchidee color lavanda e nastri argentati. Il suo volto risplendeva, i suoi occhi d’oro scintillavano. Tutta la sua attenzione era rivolta a Michael. Egli percepi, nettissima, la gioia che la pervadeva.

Quanto e bella, penso Michael. E che felicita si legge in ogni particolare della sua persona…

Come in sogno, la prese a braccetto e si rivolse verso Halden.

«Questa e per tutti noi un’occasione di grande esultanza. Un’occasione per rendere grazie», declamo il celebrante. «Perche come si accresce il nostro numero, cosi aumenta la nostra forza.»

Halden pose una mano sul capo di Michael, l’altra su quello di Jena. Le fluenti pieghe della sua tunica abbracciarono i due giovani simili a grandi ali scure.

«Condividete insieme a me, e condividete vicendevolmente, come farete ogni giorno, per tutto il resto della vostra vita.»

La testa di Michael prese a pulsare. Una strana sensazione fluttuo attraverso la sua mente col vigore di una scossa elettrica, con l’impeto di una pulsione erotica. Jena, accanto a lui, sospiro lievemente.

Sul volto di Halden aleggiava un placido sorriso. I suoi occhi si posarono a turno sui due giovani, scrutandoli a fondo. Infine egli abbasso le mani.

«Cio che si doveva compiere, si e compiuto. Michael James Ryton, prendi la mano della tua sposa, Jena Thornton Ryton.»

Mentre si volgeva alla dorata fanciulla che gli stava a fianco, Michael avverti lungo le vertebre il fremito della nuova, palpitante connessione.

Michael? Lo senti? Mi senti?

Si.

Non e meraviglioso? Pensi che durera? Oh, quanto ti amo…

Silenzio. Halden non ha ancora finito.

Il dialogo mentale risultava facilissimo. Michael si sentiva talmente stordito da non poter fare altro che accettarlo con stupore.

«Gli anelli?» domando Halden inarcando un sopracciglio.

Michael si frugo le tasche. Vuote. Ma se appena un’ora prima la scatola coi due anelli era li!

Si guardo attorno e fisso sua madre. Lei chiuse gli occhi. Con un guizzo disperato il fratellino Jimmy, che le stava accanto, salto giu dalla sua sedia rosso in viso, tirando subito fuori da una tasca della giacca la scatolina di velluto grigio.

«Ecco qua. Ahi, mamma! Mi spiace! Mi spiace!»

Trattenendo un sorriso, Michael ricevette la scatola dalle mani di suo fratello. Jimmy torno di corsa a sedere, mentre attorno il clan ridacchiava.

Halden annui. Michael apri la scatola, ne estrasse il cerchietto d’oro di minor diametro, lo fece scivolare all’anulare di Jena. Poi prese il suo anello e se lo pose al dito. Freddi riflessi opalescenti danzarono sulla superficie

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