chiama quel tizio che aveva sporto denuncia per il furto del libratore da parte di Melanie Ryton?…»

«Chi?»

«Ma si, quella ragazza mutante scomparsa di cui ti chiesi di occuparti l’anno scorso.»

Bailey digito qualcosa sulla tastiera, impreco, torno a fissare Andie.

«Cariddi. Ma come hai fatto?»

«Intuizione femminile.» Gli rivolse un sorriso sarcastico. «E stato divertente fare il tuo lavoro, Bailey. Se ti venisse voglia di curare un po’ di pubbliche relazioni al senatore, fammelo sapere, mi raccomando.»

Bailey pareva un cane bastonato. «Pieta di me. Ascolta, hai avuto qualche problema, con questo Canay?»

«Finora no.»

«Vedi di continuare cosi, Rossa. E una persona infida.»

«In effetti mi era parso.»

«C’e qualcos’altro che possa fare?»

«Andare a casa a riposarti. Grazie, Bailey.» Gli lancio un bacio.

«Stai attenta, Andie.» Dalla voce di Bailey era scomparsa ogni inflessione anche solo vagamente scherzosa. «E fammi sapere.»

«D’accordo.»

Lo schermo si oscuro.

Andie fini di disfare le valigie e si verso un altro goccio.

Chissa Stephen quando glielo diro, pensava con cupa soddisfazione. Ci rimarra di stucco.

Poso il bicchiere e comincio a camminare per la stanza. Si fermo. Si copri la bocca con la mano.

E se invece non ci rimanesse, di stucco?

Se invece l’avesse sempre saputo, che razza d’individuo e Ben?

Che cosa devo fare?

Andie passo gran parte della notte a sedere sul divano, rimuginando sulle medesime angosciose perplessita.

In che rapporti era, Stephen, con Ben? Quanto sapeva dei suoi trascorsi?

Molto prima che albeggiasse rinuncio definitivamente a ogni tentativo di prender sonno, e si vesti.

La stazione del metro le apparve misteriosa e deserta, illuminata dal chiarore azzurrino delle crioluci. Aveva la sensazione di essere rimasta l’unica persona viva in tutta Washington. Giunse in ufficio prima delle sei.

Una donna dalla pelle scura, in completo color malva, se ne stava tranquillamente fuori della porta dell’ufficio, neanche fossero le due del pomeriggio.

«La signorina Greenberg?» domando, con gradevole voce di contralto.

«Si?»

«Sono Rayma Esteron, del Washington Post.» Mostro le proprie credenziali. «Potremmo parlare da qualche parte in privato?»

Andie la osservava perplessa. «Ma non e un po’ presto, signora Esteron? Come ha fatto a entrare? Non sara mica rimasta accampata qui fuori tutta la notte?

La donna sorrise con aria semplice. «Macche. Sa, conosco qualcuno…»

«Comunque non posso riceverla, senza appuntamento», tronco Andie con estrema freddezza.

«Si tratta di una cosa molto importante, signorina Greenberg. E sicura di non potermi concedere pochi minuti?»

«Temo di no.»

«Riguarda il senatore Jeffers. E il signor Canay.»

«Ah.»

Rayma Esteron la fissava impassibile.

«Va bene», assenti Andie guardinga. «Vuole accomodarsi in ufficio?»

Rayma Esteron scosse la testa. «Meglio da un’altra parte. Nel mio libratore. E parcheggiato qui fuori.»

Andie la fisso sbalordita.

«E una procedura estremamente irregolare!»

«La prego, mi accontenti», insiste l’altra in tono conciliante.

Andie si strinse nelle spalle. «Faccia strada.»

Il libratore color vinaccia di Rayma Esteron era in sosta davanti all’ingresso di servizio dell’ala nord. Rabbrividendo, Andie segui la donna nell’aria gelida di quella mattina di febbraio.

Deve cononoscere davvero un mucchio di gente, penso. A quest’ora sul mio libratore ci sarebbero almeno cinque multe.

La giornalista aziono il telecomando che portava al polso e gli sportelli si spalancarono. Andie prese posto dalla parte del passeggero.

«Allora? Qui siamo al sicuro da orecchie indiscrete. Mi dica tutto.»

«Facciamoci un giro», disse la Esteron. Programmo il robopilota e si rilasso sul sedile rivolgendosi ad Andie. Il libratore parti spedito verso la circonvallazione.

«Signorina Greenberg, prima di morire Jackie Renstrow aveva raccolto un’ampia documentazione sulle operazioni finanziarie del senatore Jeffers. Le e mai capitato di rilevare qualche irregolarita nei movimenti contabili del senatore?»

«Perche lo chiede a me? Io mi occupo di pubbliche relazioni.»

Rayma Esteron le lancio un’occhiata d’intesa. «Ma lei e anche molto vicina al senatore…»

«Credo che farebbe meglio a parlare con qualcuno in contabilita», replico Andie immediatamente. «Per quanto mi riguarda, non ho nulla da dire in proposito.»

L’altra sospiro. «Speravo che lei avrebbe deciso di collaborare.» Cerco nella borsetta, ne estrasse un sottile portafoglio, lo apri. Un distintivo dorato percorso dal reticolo bluverde di un complesso oloschema ammicco ad Andie.

«Signorina Greenberg, sono un’agente dell’FBI. Stiamo conducendo un’indagine sulle finanze del senatore Jeffers. Pare che ingenti somme di denaro siano state e vengano tuttora stornate dal vostro ufficio.»

«Cosa? E a che scopo?»

«E quello che vorremmo scoprire.»

«Ma perche dirmelo? Non ha paura che possa parlarne a lui?»

La Esteron annui. «Francamente si. Siamo a conoscenza della sua relazione col senatore. Tuttavia lei e una delle uniche due persone nonmutanti che lavorano in quell’ufficio. E, capira, non possiamo certo rivolgerci a Canay.»

«Che intende dire?»

«Joe Bailey e mio amico», rispose l’agente in tono pacato. «E anche suo. E preoccupato per lei. Dopo la vostra conversazione di ieri pomeriggio mi ha chiamato. Abbiamo messo immediatamente il suo appartamento sotto controllo. Per questo, stamattina, mi ha trovato ad aspettarla nonostante l’ora.»

«Bailey le ha detto di Canay?» Andie scosse la testa. «Lo uccidero, quel chiacchierone!» esclamo stringendo i pugni. Poi i suoi occhi incontrarono quelli di Rayma Esteron, e alle labbra le affioro quasi un sorriso.

«Be’, se decide di farlo lo tenga per se.» Nella voce della Esteron aleggiava un pizzico di amichevole ilarita. Ma il suo volto era serio. «Signorina Greenberg, noi nutriamo forti sospetti nei confronti di Canay. Il senatore potrebbe anche essere innocente. Nel caso dubitasse delle mie affermazioni, posso mostrarle i riscontri contabili. Ma sono convinta che lei mi crede.»

«Ha ragione.»

«Bene. Vorrei dunque chiederle di aiutarci nelle indagini.»

«Cosa?» Andie la fisso incredula.

«Dovrebbe semplicemente riferirci quello che vede, una volta al giorno.»

«Non credo di poterlo fare.»

Rayma Esteron sorrise lievemente. «Si rende conto, vero, che se il senatore o il signor Canay venissero incriminati per appropriazione indebita e falso in bilancio lei potrebbe essere accusata di complicita?»

«Si risparmi pure le sue ridicole minacce», replico Andie. «Come senza dubbio risultera dai vostri documenti, io sono avvocato, e saprei benissimo come difendermi in un’aula di tribunale. Innanzitutto parlerei di deliberati atti

Вы читаете La stagione dei mutanti
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×