cancellato senza prima consultarla.

Con un sospiro di sollievo mise in collegamento i due terminali e inoltro la documentazione incriminata, cancellando poi immediatamente il codice di trasmissione. Infine si abbandono nella poltroncina.

«Cerchi qualcosa?» domando una voce familiare.

Andie boccheggio.

Disinvoltamente appoggiato alla porta c’era Jeffers. Non sorrideva.

Il cuore le martellava di terrore, ma Andie riusci a mantenere calma la voce.

«Stephen, credevo che tu fossi all’appuntamento.» Con simulata indifferenza allungo una mano a spegnere lo schermo.

«L’appuntamento e stato cancellato. Non vedendoti tornare, Ben si e preoccupato e mi ha avvertito. Come hai fatto ad accedere al mio terminale?»

Andie alzo le spalle. «Quando sono arrivata l’ho trovato acceso. Forse te n’eri dimenticato.»

«Gia, forse», disse Jeffers aggrondato. «Ma tu perche lo stavi usando?»

«Avevo bisogno di riprogrammare la mia robodomestica, e ho pensato che non ci fosse nulla di male a farlo col tuo terminale.»

«Non avevi portato il videotaccuino?»

«L’ho lasciato in ufficio», menti ancora Andie, sapendo che la sua videoborsa se ne stava acquattata fuori vista dall’altra parte del divano.

«Be’, niente di male», concesse Jeffers.

La abbraccio, stringendosi provocante contro di lei.

«Dato che siamo qui, potrei anche offrirti un giro panoramico. Hai gia visitato la camera da letto?»

Incomincio a sbaciucchiarle il collo. Lo stomaco di Andie si contrasse, sotto l’effetto di una singolare mistura di terrore, ripugnanza e desiderio. Lo respinse.

«Innanzitutto gradirei fare una visita in bagno», replico. Sorridendo nervosamente corse in corridoio e si ando a rifugiare al gabinetto. Una volta che si fu chiusa dentro, rimase li a guardarsi allo specchio contando una trentina di secondi. Poi ancora trenta.

Mica posso restare qui all’infinito, penso. Forse mi converrebbe fingere un gran mal di testa e filarmela alla svelta.

Stai calma e muoviti, si disse.

Quando rientro nello studio, trovo Jeffers seduto sul divano, col videotaccuino sulle ginocchia. La guardo nel modo in cui un gatto guarda un uccello posarglisi davanti.

«Non avevi detto di averlo lasciato in ufficio?» le domando in tono pacato.

Andie si senti sbiancare in volto. «Oh, be’, si, mi pareva…»

«Non sforzarti di mentire, Andie. Ho appena controllato la memoria dello schermo. Per l’appunto ti sei scordata di cancellarla, e cosi ho trovato traccia degli ultimi file usati.»

Mise da parte il videotaccuino e si alzo.

«Immagino che tu ci sia rimasta male.»

«In che senso?» provo a dissimulare.

«Per via di Tamlin.»

«Perche? Cosa c’entra Tamlin?»

«Andie, e inutile che cerchi di fare la furba con me», la avverti in tono gelido. «Ad ogni modo e stata tutta un’idea di Ben.»

Andie si rilasso leggermente.

«Vuoi dire che e stato Ben a fare in modo che Tamlin potesse giungere fino a Eleanor?»

«Infatti.»

«E tu non sapevi cosa stava combinando?»

«Si e occupato lui di tutto.» Diritto e inflessibile, lo sguardo di Jeffers non l’abbandonava un istante.

«Mio Dio ti ringrazio», esclamo Andie. «Lo sapevo, lo sapevo che non potevi essere stato tu, a organizzare l’assassinio di Eleanor!»

Un sorriso arrogante gli contorse le labbra. Il sollievo di Andie vacillo.

«Esatto. Che morisse non era affatto nei miei programmi. Tamlin aveva solamente ricevuto l’incarico di ferirla. Ma era troppo instabile, e ha esagerato.»

Andie lo fisso sgomenta. «Allora volevi che venisse ferita? Sei stato tu a organizzare l’attentato contro di lei?»

«Certo. Dovevo toglierla di mezzo. Tanto per incominciare avrei dovuto essere io, a vincere le elezioni. Io, che avevo un’assai piu chiara consapevolezza della situazione e delle relative necessita.»

«Di quali necessita stai parlando?»

Jeffers la prese per mano. «Andie, sarai senza dubbio d’accordo con me che la frattura tra mutanti e nonmutanti dev’essere saldata, e alla svelta.»

«Ma si capisce.»

«La Jacobsen era troppo lenta. Non si rendeva conto che il particolare momento storico esigeva da noi interventi rapidi e decisi.»

«Non mi pare un motivo sufficiente per ucciderla.»

Jeffers scosse la testa con impazienza. «Te l’ho gia detto. Non volevo che venisse uccisa. Diciamo stordita. Resa momentaneamente inabile. In seguito avrebbe avuto modo anche lei di fare la sua parte.»

«Una parte in che cosa?»

«Nel mio governo. L’avrei vista benissimo come segretario di Stato. Oppure avrebbe potuto scegliere un qualunque altro incarico di governo, e sarei stato lieto di affidarglielo.»

Andie sottrasse la mano alla sua stretta.

«Incarico di governo? Ma che stai dicendo?»

«Andie, quale miglior modo di ritrovarci tutti uniti, se non sotto un presidente mutante?»

«Un… presidente… mutante?» La risata di Andie risuono stridula, quasi isterica. «Ma se eravamo appena riusciti, dopo tanti sforzi, a far eleggere una donna! Che intenzioni avresti? Di buttare il presidente Kelsey giu da un balcone della Casa Bianca?»

Jeffers continuo come se non avesse udito nemmeno una parola. «Si, un presidente mutante. Con una moglie nonmutante.» Le rivolse uno sguardo colmo di entusiasmo e desiderio. «Sposami, Andie. Non e troppo tardi. Potresti lavorare con me. Aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi. Contribuire a realizzare l’unione che ci sta a cuore.»

Andie indietreggio, andando a rannicchiarsi in un angolo del fluidivano. «Sposarti?» ripete sbalordita. «Aiutarti? Stephen, ma ti rendi conto che sei resposabile di un omicidio? E il denaro che hai sottratto per far compiere esperimenti su cavie umane?»

Jeffers le lancio un’occhiata sospettosa. «Sai anche del progetto supermutante?»

Lei annui.

«Non ho potuto farne a meno», spiego con voce concitata. «Le mie risorse personali non erano sufficienti. Non c’era altro modo. Con un po’ piu di tempo a disposizione avrei potuto occultare ogni prova, e l’Ufficio Generale Contabilita non avrebbe scoperto nulla.» Dopo una breve pausa continuo deciso. «Ma non capisci che un mutante potenziato rappresenta il prossimo logico gradino nell’evoluzione umana? Sarebbe criminale ostacolare il progredire dell’umanita.»

«Quello che hai fatto tu, e criminale!», ribatte Andie. «Stephen, ti rendi conto che hai finanziato attivita come il sequestro di minori, l’esecuzione di esperimenti genetici illegali e persino l’omicidio? Non provi nessun disagio, a rifletterci?»

«Il fine giustifica i mezzi.»

Andie lo scruto con grave attenzione, come se si trattasse di un essere piovuto da un altro mondo. «Quale fine? Hai ucciso una donna coraggiosa, una degnissima esponente dalla causa mutante. Non c’e giustificazione a un crimine del genere. E poi dove sarebbe, il tuo famoso supermutante?»

«Ci riusciremo. Questione di poco.»

«Ancora pero non ci siete riusciti.»

«Sei sicura di non voler lavorare con me?»

Comprese all’istante che, in pratica, lui le stava offrendo la possibilita di sopravvivere. Ma il prezzo era troppo

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