no, altri non sono nemmeno sicuri che avesse un animale). Una notte la bestia scappo, corse verso il fossato e scomparve nelle fogne. E nelle fogne si e nutrita, ed e cresciuta, cresciuta sempre di piu, diventando inoltre sempre piu malvagia e pericolosa. Hanno anche mandato delle squadre di cacciatori a cercarla, di tanto in tanto.»

«Deve essere morta trecento anni fa.»

Old Bailey scosse il capo. «Cose come quella, sono troppo feroci per morire. Troppo vecchie, grandi e pericolose.»

Il Marchese sospiro. «Pensavo fosse solo una leggenda» disse. «Come quella degli alligatori nelle fogne di New York.»

Old Bailey annui, come uno che sa: «Cosa, quei grossi predoni bianchi? Ci sono eccome! Avevo un amico che ci ha perso una testa con uno di loro.» Un momento di silenzio. Old Bailey restitui la statuetta al Marchese. Poi alzo la mano e la fece scattare verso de Carabas come fossero fauci di coccodrillo. «Nessun problema,» grugni Old Bailey «ne aveva un’altra.»

Il Marchese fece sparire la statua della Bestia nel soprabito.

«Aspetta» disse Old Bailey.

Entro nella tenda marrone e ne usci con in mano la scatola d’argento che il Marchese gli aveva dato l’ultima volta che si erano visti. «E di questa che si fa?» chiese. «Sei pronto a riprendertela? Mi fa venire i brividi e mi si accappona la pelle ad averla intorno.»

Il Marchese era andato verso il limitare del tetto e aveva saltato i due metri e mezzo che lo separavano dall’edificio vicino. «Me la riprendero quando sara tutto finito» grido. «Speriamo che tu non debba usarla.»

Old Bailey si sporse. «Come faro a sapere se devo usarla?»

«Lo saprai» strillo il Marchese. «E i ratti ti diranno come fare.» E con questo era gia al di la dell’edificio e scivolava lungo la facciata usando tubi di scarico e cornicioni come appigli.

«Spero di non scoprirlo mai, e tutto quello che posso dire» disse tra se Old Bailey. Poi un pensiero lo colpi. «Ehi!» urlo alla notte e alla City. «Non ti dimenticare le scarpe e i guanti!»

I cartelli pubblicitari decantavano la magnesia effervescente, gite al mare per due scellini, aringhe affumicate e lustrascarpe. Erano relitti anneriti della fine degli anni Venti o dell’inizio dei Trenta.

Sembrava regnare un totale abbandono: un luogo dimenticato. «E la stazione del British Museum» ammise Richard. «Ma… ma non c’e mai stata una stazione del British Museum. E tutto sbagliato.»

«E stata chiusa all’incirca nel 1933, e poi venne isolata» spiego Porta.

«Che cosa strana» commento Richard. Era come passeggiare attraverso la storia. Poteva udire i treni echeggiare nei tunnel vicini, sentiva un soffio d’aria al loro passaggio. «Ce ne sono molte di stazioni come questa?»

«Piu o meno cinquanta» disse Hunter. «Ma non tutte sono accessibili. Nemmeno a noi.»

Nell’ombra al margine della banchina ci fu un movimento.

«Salve» disse Porta. «Come stai?» Si accuccio a terra. Un ratto marrone usci alla luce e le annuso la mano.

«Grazie» disse allegramente la ragazza. «Anch’io sono felice che neppure tu sia morta.»

Richard si avvicino. «Hmm, Porta, potresti dire al ratto qualcosa per me?»

Il ratto volto la testa verso di lui.

«La signorina Baffetti dice che se hai qualcosa da dirle, puoi farlo tu direttamente» disse Porta.

«La signorina Baffetti?»

Porta fece spallucce. «E una traduzione letterale. In rattese suona molto meglio.»

Richard non ne dubitava affatto. «Hmm, salve… signorina Baffetti… Senta, c’era una dei vostri parla-coi-ratti, una ragazza di nome Anestesia. Mi stava accompagnando al mercato. Stavamo attraversando quel ponte nel buio e lei semplicemente non e mai arrivata dall’altra parte.»

Il ratto lo interuppe con un acuto squiik. Porta inizio a parlare, un po’ esitante, come un traduttore simultaneo. «Dice… che i ratti non danno a te la colpa della perdita. La tua guida e stata… hmm… presa dalla notte come tributo.»

«Ma…»

Il ratto squitti di nuovo. «A volte ritornano…» disse Porta. «Lei ha preso nota del tuo interessamento… e te ne ringrazia.»

Il ratto fece a Richard un cenno con la testa, socchiuse gli occhietti neri e lucidi, quindi salto sul pavimento e si affretto a tornare nell’ombra.

«Ratto simpatico» commento Porta. Il suo umore pareva essere notevolmente migliorato da quando aveva la pergamena. «Su di la» disse, indicando un passaggio a volta completamente bloccato da una porta di ferro.

Giunti li, Richard si mise a spingere contro la lastra di metallo. Era sprangata dall’esterno.

«Sembra sia stata sigillata» disse Richard. «Ci servono degli attrezzi speciali.»

Porta sorrise, all’improvviso, e il suo viso parve illuminarsi. Per un attimo, il volto da folletto divenne bellissimo. «Richard,» disse «nella mia famiglia… Siamo apritori. E il nostro talento. Guarda…» Allungo una mano sudicia e tocco la porta. Per un lungo istante non accadde nulla, poi si udi un gran fracasso dall’altro lato, e un clunk dal loro. Porta spinse il portone che, con un poderoso stridore dei cardini arrugginiti, si apri.

Porta alzo il colletto della giacca di pelle e si ficco le mani in tasca: Hunter illumino con la torcia l’oscurita al di la del portone: una rampa di scale di pietra che saliva, nel buio.

«Hunter, puoi restare in retroguardia?» domando Porta. «Vado avanti io e Richard puo stare nel mezzo.»

Sali un paio di gradini. Hunter rimase dov’era. «Signora?» chiese. «Stai andando a Londra Sopra?»

«Proprio cosi» rispose Porta. «Andiamo al British Museum.»

Hunter si mordicchio il labbro inferiore. Poi scosse il capo. «Io devo rimanere a Londra Sotto» disse, con un tremolio nella voce.

Richard noto che per la prima volta vedeva Hunter manifestare un’emozione che non fosse spontanea competenza o, occasionalmente, indulgente divertimento.

«Hunter,» disse Porta «sei la mia guardia del corpo.»

Hunter pareva a disagio. «Sono la tua guardia del corpo a Londra Sotto» rispose. «Non posso venire con voi a Londra Sopra.»

«Ma devi!»

«Mia signora, non posso. Pensavo avessi capito. Il Marchese lo sa.»

Hunter si prendera cura di te finche sei a Londra Sotto, ricordo Richard. Gia.

«No» disse Porta, il mento appuntito sollevato e all’infuori, gli occhi dallo strano colore stretti a fessura. «Non capisco. Cos’e?» aggiunse sprezzante. «Una maledizione o qualcosa del genere?»

Hunter esitava, si inumidi le labbra, poi annui. Era come se stesse ammettendo di avere una malattia socialmente imbarazzante.

«Senti, Hunter,» Richard udi la propria voce dire, «non essere sciocca.»

Per un attimo penso che l’avrebbe colpito, e sarebbe stata un brutta cosa, o persino che si sarebbe messa a piangere, e sarebbe stato molto, molto peggio. Invece, fece un respiro profondo e disse, con tono misurato: «Camminero al tuo fianco mentre sarai a Londra Sotto, e guardero il tuo corpo da qualunque male possa accaderti. Ma non mi chiedere di seguirti a Londra Sopra. Non posso.»

Incrocio le braccia sul petto, si mise a gambe leggermente divaricate e, per l’inferno, aveva proprio l’aspetto della statua di una donna che non andava da nessuna parte, realizzata in ottone, bronzo e zucchero caramellato.

«D’accordo» disse Porta. «Andiamo, Richard.» E inizio a salire i gradini.

«Senti,» disse Richard «perche non restiamo qui sotto? Possiamo trovare il Marchese e andare tutti insieme, e…» Porta stava sparendo nell’oscurita sopra di lui. Hunter era piantata in fondo alle scale.

«Aspettero qui finche torna» gli disse. «Tu puoi andare o rimanere, come vuoi.»

Richard si mise all’inseguimento su per le scale, piu in fretta che poteva, al buio. Ben presto scorse la luce della lampada di Porta. «Aspetta!» ansimo. «Per favore!»

La ragazza si fermo ad aspettarlo, poi quando l’ebbe raggiunta e si trovava accanto a lei su un pianerottolo claustrofobicamente piccolo, attese che riprendesse fiato.

«Non puoi semplicemente scappar via cosi» disse Richard.

Porta, invece, non disse nulla; la linea delle sue labbra era diventata leggermente piu stretta, il mento sempre leggermente sollevato.

«E la tua guardia del corpo!» disse Richard.

Porta comincio a salire la successiva rampa di scale e Richard la segui. «Be’, saremo di ritorno abbastanza presto» ribadi la ragazza. «Allora potra ricominciare a proteggermi.»

L’aria era pesante, opprimente e umida. Richard si chiese come e possibile stabilire se l’aria e malsana in assenza di un canarino, e si accontento di sperare che non lo fosse. «Penso sia probabile che il Marchese lo sapesse. Della maledizione o quello che e» disse.

«Si» concordo lei. «Immagino che lo sapesse.»

«Lui…» comincio Richard. «Il Marchese. Be’, insomma, a essere sincero mi pare un pochino evasivo.»

Porta si fermo. Gli scalini terminavano contro un rozzo muro di mattoni. «Hmm. Dire che e un pochino evasivo e come affermare che i ratti sono impercettibilmente coperti di peluria.»

«E allora perche ti sei rivolta a lui? Non potevi mandarmi a cercare qualcun altro perche ti aiutasse?»

«Ne parleremo poi.» Srotolo la pergamena che le aveva dato il Conte, diede un’occhiata alla grafia arcaica, quindi la arrotolo di nuovo. «Non avremo problemi» affermo in tono conclusivo. «E tutto qui. Dobbiamo solo entrare al British Museum. Troviamo l’Angelus e usciamo. Facile. Una bazzecola. Non c’e da preoccuparsi. Chiudi gli occhi.»

Obbediente, Richard chiuse gli occhi.

«Non c’e da preoccuparsi» ripete lui. «Quando lo dicono nei film significa sempre che sta per succedere qualcosa di terribile.»

Senti una leggera brezza sul viso. Era cambiato qualcosa nella qualita del buio oltre le sue palpebre chiuse.

«Allora, qual’e la tua opinione?» chiese Porta. Anche l’acustica era cambiata: si trovavano in una stanza piu grande. «Puoi aprire gli occhi, adesso.»

Apri gli occhi. Erano dall’altra parte del muro, in quello che a prima vista sembrava lo sgabuzzino di un rigattiere. Ma non si trattava di normali cose vecchie: c’era un che di strano e di speciale nella qualita degli oggetti sparsi. Era il genere di cianfrusaglie rare, magnifiche, strane e costose che ci si aspetta di trovare in un posto come…

«Siamo nel British Museum?» chiese.

La ragazza aggrotto le sopracciglia, meditabonda, o forse in ascolto. «Non esattamente. Siamo molto vicini. Penso che questo sia una specie di deposito o di magazzino. Qualcosa del genere.»

Allungo la mano per toccare la stoffa di un abito antico indossato da un manichino di cera.

«Vorrei che fossimo rimasti con la guardia del corpo» disse Richard.

Porta piego la testa da un lato e lo guardo seria. «E tu da cosa devi essere protetto, Richard Mayhew?»

«Da niente» ammise. Quindi svoltarono un angolo e disse, «Be’… forse da loro» e allo stesso tempo Porta esclamo «Merda!»

Il motivo per cui Richard aveva detto «Forse da loro» e Porta aveva esclamato «Merda!» era il seguente: mister Croup e mister Vandemar se ne stavano in piedi su dei plinti ai lati del corridoio

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