abbellite ed esposte in maniera originale. E non sono soltanto violente contraddizioni di quello che loro pensano e dicono, ma sono cose nuove, e io sono spaventata a morte.

— Tutti i giovani scrittori che incominciano a maturare provano queste sensazioni.

— E facile ripeterlo, Mocky. Ma per me e difficile dirlo.

— Bene, questo significa che lo stai imparando proprio ora. Perche non mi racconti esattamente come funziona questo tuo… processo di conoscenza?

Lei rimase silenziosa per una decina di secondi. — Va bene. Tentero ancora. Appena prima di lasciare il bar, stasera, stavo fissando lo specchio e il barista che mi era venuto vicino mi ha chiesto se c’era qualcosa che non andava.

— Aveva sentito che eri turbata?

— Non aveva “sentito” un accidente. Stava guardando le mie mani. Le avevo appoggiate all’orlo del banco e mi stavano diventando bianche per la tensione. Non c’era bisogno che fosse un genio per capire che qualcosa andava storto.

— I baristi sono molto sensibili a questo tipo di segnali inconsci. Fa parte del loro mestiere. — Fini lentamente il suo caffe. — Cosi le tue dita stavano diventando bianche? Che cosa ti aveva detto il generale, oppure cosa non ti aveva detto, dopo essere stato sul punto di farlo?

Sulla guancia di Rydra un muscolo sussulto due volte, il dottor T’mwarba si chiese se quel gesto fosse dovuto semplicemente al suo nervosismo.

— E un uomo vivace, un po’ duro, ma piuttosto efficiente — spiego lei. — Probabilmente non e sposato, e ha alle spalle una carriera militare che giustifica la sua insicurezza in certi momenti. Dev’essere sui cinquanta. E entrato nel bar dove avevamo appuntamento e ha socchiuso per un attimo gli occhi nel vedermi; teneva le braccia rigide lungo i fianchi, ma ho visto che le sue dita si torcevano mentre rallentava il passo per avvicinarsi a me. Poi gli ultimi tre passi li ha fatti quasi di corsa, e mi ha stretto la mano come se temesse che la mia potesse spezzarsi.

Il sorriso di T’mwarba si tramuto in una risata. — Si e innamorato di te!

Lei annui.

— Ma perche cio dovrebbe sconvolgerti? Penso che dovresti invece sentirtene lusingata.

— Oh, lo ero! — Rydra si sporse in avanti. — Io ero lusingata. E potevo anche seguire il corso dei suoi pensieri. Una volta, mentre lui stava tentando di concentrarsi sul codice, Babel-17, gli ho anche detto quello che lui stava pensando, solo per lasciargli capire che ero cosi vicina a lui. Ed e stato allora che mi sono accorta che lui prendeva in considerazione la possibilita che io leggessi nella sua mente.

— Aspetta un momento. Questa e la parte che non capisco. Come facevi a sapere esattamente quello che lui pensava?

Rydra appoggio il viso al palmo di una mano. — Me lo ha confermato lui. Io gli ho detto qualcosa a proposito delle informazioni che mi servivano per decifrare la lingua, e lui non voleva darmele. Ho insistito che senza di esse non avrei potuto proseguire il mio lavoro, e che il problema era semplice. Lui allora ha sollevato il capo per una frazione di secondo… per evitare di scuoterlo negativamente. Se avesse scosso il capo e contemporaneamente stretto le labbra, cosa pensi che avrebbe voluto dire?

Il dottor T’mwarba sospiro. — Che non era cosi semplice come tu pensavi?

— Esatto. Ma lui ha fatto un altro gesto, senza muovere le labbra. Cosa significava quello?

T’mwarba scrollo il capo.

— Ha evitato quel gesto perche ha collegato il fatto che non si trattava per nulla di una faccenda cosi semplice alla mia presenza in quel posto. Quindi, per reazione, ha sollevato il capo.

— Qualcosa come: Se fosse cosi semplice, non avremmo bisogno di voi — suggeri alla fine T’mwarba.

— Perfetto. Ora, mentre lui alzava la testa, c’e stata una brevissima esitazione a mezza strada. Capisci che cosa significava?

— No.

— Se fosse cosi semplice… ecco la pausa… se solo fosse cosi semplice, noi non avremmo mai cercato il vostro aiuto. E io gliel’ho detto; poi lui ha irrigidito la mascella…

— Per la sorpresa?

— … Si. E stato allora che si e chiesto per un secondo se io non avessi letto nella sua mente.

Il dottor T’mwarba si agito inquieto sull’amaca. — E troppo esatto, Rydra. Tu mi stai descrivendo un saggio di lettura muscolare, tecnica che puo benissimo essere accurata e rivelatrice, specialmente se si conosce l’area logica sulla quale sono puntati i pensieri del soggetto. Ma e ancora troppo esatto. Cerca di ritornare indietro al motivo che ti ha sconvolta. Il tuo pudore e stato offeso in qualche modo dalle attenzioni di questo… rude spaziale?

Lei si distese sulla poltrona senza mostrare nessuna traccia di modestia oltraggiata. Il dottor T’mwarba si mordicchio nervosamente un labbro e si chiese se in quel momento lei lo capisse.

— Non sono piu una bambina — mormoro Rydra. — E comunque, lui non stava pensando a nulla di male. Te l’ho gia detto, mi sentivo lusingata dai suoi pensieri. E quando gli ho fatto quello scherzetto, cercavo solo di fargli capire che gli ero vicina. Pensavo davvero che lui fosse affascinante. E se fosse stato in grado di vedere chiaro in me come facevo io in lui, si sarebbe accorto che le sue attenzioni non mi spiacevano affatto. Solo quando se ne e andato…

T’mwarba senti la voce di Rydra farsi piu dura.

— … quando se ne e andato, il suo ultimo pensiero e stato: “Lei non ne sa nulla. Non le ho detto nulla”.

I suoi occhi si incupirono… no, le palpebre si erano socchiuse e i suoi occhi sembravano piu neri del solito. Tmwarba lo aveva gia visto succedere migliaia di volte, da quel giorno in cui gli avevano condotto una magra bambina artistica di dodici anni che doveva essere sottoposta a neuroterapia. A quella aveva fatto seguito una psicoterapia, e in seguito era nata l’amicizia. La meticolosita di osservazione di Rydra si era puntata su di lui, prima che sugli altri, e quella era stata la prima volta che lui era riuscito a comprendere la meccanica del fenomeno. Solo quando la terapia era stata ritenuta chiusa ufficialmente la sua sorprendente capacita aveva avuto campo libero per mettersi alla prova, e solo allora lui aveva potuto studiarla piu da vicino. Cosa significava quell’incupirsi dello sguardo se non un cambiamento? Lui sapeva perfettamente di presentare innumerevoli punti nella sua personalita che lei sapeva leggere come un microscopio. Ricco com’era, dedito a una certa vita mondana, aveva conosciuto parecchie persone non certo inferiori a lei come reputazione. E quella reputazione non gli aveva mai suscitato alcun timore. Ma spesso lei ci riusciva.

— Pensava che io non avessi capito. Pensava di non avermi detto nulla. E io mi sentivo furiosa. Ero ferita. Tutte le incomprensioni che legano il mondo e tengono separata ogni persona dalle altre si erano radunate intorno a me e si agitavano come serpenti, aspettavano che io le districassi, le spiegassi, e io non potevo. Non conoscevo le parole adatte, la grammatica, la sintassi. E…

Qualcosa di strano stava succedendo sul suo viso orientale dagli occhi obliqui, ed egli si sforzo di afferrare quella cosa. — Si?

— … Babel-17.

— Quella lingua?

— Si. Conosci quella che io chiamo la mia “abilita”?

— Quando interpreti subito il senso di una lingua straniera?

— Be’, il generale Forester mi ha detto che il materiale in mio possesso non costituisce un monologo, ma un dialogo, cosa che prima non sapevo. Questo coincideva con certe sensazioni che avevo avuto. Mi pareva quasi di poter distinguere dove le voci cambiavano, e allora…

— Ne hai compreso il significato?

— Molto piu che non questo pomeriggio. Ma c’e qualcosa ih questa lingua che spaventa molto di piu me del generale Forester.

Lei fece di si con la testa.

— Cosa?

Il muscolo sulla guancia di Rydra si agito di nuovo. — Per prima cosa, io credo di sapere dove avverra il prossimo incidente.

— Incidente?

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