— Prendilo tu, Mocky — aveva sussurrato con un filo di voce da dietro le labbra tremanti — prima che dica qualcosa e io mi senta male.

Cosi anche adesso, a tredici anni di distanza, qualcos’altro le stava parlando, e lei diceva di essere spaventata. Lui sapeva fino a quale punto potesse giungere la sua paura, ma sapeva anche con quanto coraggio lei fosse in grado di affrontarla.

Le disse: — Arrivederci. Sono contento che tu mi abbia svegliato. Mi sarei infuriato come un galletto colto di sorpresa da un acquazzone se tu non fossi venuta.

— Tocca a me ringraziarti, Mocky — disse lei. — Ho ancora molta paura.

3

Danil D. Appleby, che raramente pensando a se stesso usava il proprio nome (era un funzionario della Dogana che si prendeva molto sul serio), osservo l’ordine attraverso le sue lenti dalla montatura metallica e si passo una mano sui capelli rossi tagliati a spazzola. — Be’, dice che potete farlo, se lo volete.

— E…?

— Ed e firmato dal generale Forester.

— Quindi mi aspetto che voi collaboriate.

— Ma io devo approvare…

— Allora seguitemi e approvate sul posto. Non ho tempo per inviare un rapporto e aspettare che venga esaminato da una mezza dozzina di persone.

— Ma non ci sono altri modi…

— Si, ci sono. Venite con me.

— Ma, signorina Wong, io di solito non cammino per la citta dei Trasporti di notte.

— A me piace. Avete paura?

— Non esattamente. Ma…

— Devo ottenere un’astronave e un equipaggio per domani mattina. E questa e la firma del generale Forester. Va bene?

— Immagino di si.

— Allora venite. Devo farvi approvare la mia ciurma. — Cosi, mentre Rydra insisteva e il funzionario protestava, lasciarono insieme il palazzo di bronzo e vetro.

Attesero sei minuti alla stazione della monorotaia; quando ne discesero, le strade erano diventate piu strette e il cielo era affollato da un incessante flusso e riflusso di navi da trasporto. Magazzini e cantieri di riparazione, negozi e oscure pensioni dalle minuscole camerette. Sboccarono in una via piu larga, rumoreggiante di traffico, di scaricatori e di spaziali. Sorpassarono le sgargianti insegne al neon dei locali piu costosi e dei ristoranti che offrivano le specialita di molti mondi, e quelle piu squallide di alcuni bar e di miseri bordelli. Nella folla, il funzionario della Dogana doveva allungare il passo e farsi largo a spintoni per non lasciarsi distanziare da Rydra che procedeva spedita.

— Ma dove avete intenzione di trovare…?

— Il mio pilota? E la prima cosa che intendo cercare. — Si arresto a un angolo e infilo le mani nelle tasche dei pantaloni di pelle, guardandosi intorno.

— Avete gia in mente qualcuno in particolare?

— Sto pensando a diverse persone. Da questa parte. — Girarono in una strada lunga e stretta, ancora piu affollata e scintillante di luci della precedente.

— Ma dove stiamo andando? Conoscete questa sezione della citta?

Rydra scoppio a ridere e, prendendolo sottobraccio, come un’esperta ballerina che conducesse quella danza fece voltare l’ometto verso una scala di ferro.

— Qui dentro?

— Non siete mai stato prima in questo locale? — gli chiese lei, con una specie di ansia innocente che per un attimo diede al funzionario l’impressione di essere la sua scorta.

Scosse il capo.

Dallo scantinato del caffe sbuco… un uomo, dal viso color ebano, e con gemme rosse e verdi sistemate sulla pelle di quasi tutto il corpo, sul petto, sul viso e sulle braccia. Due membrane rugiadose, pure ingioiellate, pendevano dalle sue braccia e si agitarono come due ali sottili quando lui li raggiunse di corsa sui gradini metallici.

Rydra gli strinse una spalla. — Salve, Lome!

— Capitano Wong! — La voce era alta, squillante, e i denti bianchissimi appuntiti come aghi. Le sue orecchie aguzze si spinsero in avanti. — Che cosa fate qui?

— Lome, Ottone combatte stanotte?

— Volete vederlo? Se la deve sbrigare col Drago d’Argento, ma sara un incontro equilibrato. Ehi, capitano, vi ho cercata per tutto Deneb. Ho anche comprato il vostro libro: non ho potuto leggere molto, ma l’ho comprato. E non vi ho trovata. Dove siete stata in questi sei mesi?

— A terra, insegnavo all’Universita. Ma ora torno a viaggiare.

— E volete Ottone come pilota? Passereste per la via di Specelli?

— Esatto.

Lome le pose un braccio nero sulle spalle e la sua ala scintillante avvolse Rydra.

— Perche non passate per Cesare e non prendete Lome come pilota? Conoscete gia Cesare… — Fece una smorfia per scusarsi e scosse il capo. — Nessuno lo conosce meglio di voi.

— Quando lo faro non mancherai. Ma per ora e Specelli.

— Allora con Ottone siete in buone mani. Avete gia lavorato prima con lui?

— Ci siamo ubriacati insieme, quando abbiamo passato una settimana in quarantena su uno dei planetoidi di Cygni. Mi e sembrato un tipo che sapeva quello che diceva.

— Parlare, parlare, parlare — la derise bonario Lome. — Gia, ora vi ricordo bene, il capitano che parla sempre. Andate pure a vedere lottare quel figlio d’un cane; vi accorgerete di quello che e capace di fare.

— E quello che intendo fare, annui Rydra. Poi si giro verso il doganiere, che si schiaccio contro la ringhiera di ferro. “Dio” penso lui “vuole presentarmi!”

Ma lei soffoco un mezzo sorriso e torno a voltarsi.

— Ci vedremo, Lome, quando saro di ritorno.

— Gia, gia, lo avete detto un paio di volte, ormai. Ma in sei mesi non vi ho vista una sola volta. — Scoppio a ridere. — Ma mi piacete, signora capitano. Portatemi alla nebulosa di Cesare, un giorno o l’altro, e vi mostrero qualcosa.

— Quando andro, tu verrai con me, Lome.

Un sogghigno aguzzo. — Devo andarmene, eh? Allora arrivederci, signora capitano… — si inchino, portando una mano alla fronte per salutarla. — Capitano Wong. — E se ne ando.

— Non avreste dovuto lasciarvi impaurire — disse Rydra al funzionario.

— Ma era… — Mentre cercava una parola adatta, lui si chiese: “Come fa a saperlo?” — Da quale dei cinque inferni e sbucato quell’uomo?

— E un terrestre. Anche se credo sia nato a mezza strada fra Arcturus e un pianeta del Centauro. E se lui dice la verita, sua madre doveva essere una Lumaca. Ma Lome racconta molte storie.

— Volete dire che tutta quella chincaglieria e dovuta a un intervento di chirurgia cosmetica?

— Gia. — Rydra comincio a scendere gli scalini verso il seminterrato.

— Ma perche diavolo si conciano a quel modo? Sembrano usciti da un libro di magia nera. E per questo che la gente normale non vuole avere nulla a che fare con loro.

— I marinai sono abituati ai tatuaggi. E poi, Lome non ha altro da fare. Dubito che abbia avuto un ingaggio da pilota negli ultimi quarant’anni.

— Non e un buon pilota? Ma allora, tutto quel parlare della nebulosa di Cesare…?

— Oh, sono certa che lui la conosce bene. Ma ormai dovrebbe avere centoventi anni, e dopo gli ottanta i riflessi sono troppo lenti; e la fine della carriera per un pilota. Lome si accontenta di fare la spola fra un porto e

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