— No, non credo nemmeno che capirebbe… od almeno, non lo ha dato a vedere. Pero, Pel, ragionando ha concluso che Bander e morto, perche si e resa conto che la disattivazione di Jemby deve essere stata causata da una mancanza di energia, e dal momento che era Bander a fornire l’energia… La cosa mi spaventa.
Pelorat disse pensoso: — Perche, Bliss? In fin dei conti, e solo una deduzione logica.
— Da quella morte si puo ricavare un’altra deduzione logica. La morte deve essere un fenomeno raro ed isolato su Solaria, considerando la longevita e l’isolamento degli Spaziali. L’esperienza della morte naturale deve essere estremamente limitata per loro, e probabilmente e del tutto assente dalla vita di una bambina solariana dell’eta di Fallom. Se continuera a pensare alla morte di Bander, Fallom comincera a chiedersi
— Cioe concludera che noi abbiamo ucciso Bander?
— Non siamo stati noi, Pel. Sono stata io.
— Questo non potrebbe saperlo.
— Ma dovrei dirglielo. Fallom e gia seccata con Trevize, e Trevize e indiscutibilmente il capo della spedizione. Fallom attribuirebbe di certo a lui la responsabilita della morte di Bander, ed io non posso permettere che Trevize venga incolpato ingiustamente.
— Ma che importanza potrebbe avere, Bliss? La bambina non prova nulla per suo pa… per sua madre: e affezionata solo al suo robot, Jemby.
— Pero la morte di sua madre ha provocato la morte del suo robot. Per poco non ho confessato la mia responsabilita. La tentazione era forte.
— Perche?
— Per poterle spiegare tutto a modo mio, per poterla calmare, per impedirle di arrivare a scoprire col ragionamento questa azione in apparenza ingiustificata.
— Ma era del tutto giustificata: si e trattato di legittima difesa. Ancora un istante e saremmo morti tutti, se non avessimo agito.
— E quello che avrei voluto dirle, ma non ci sono riuscita: avevo paura che non mi credesse.
Pelorat scosse la testa e sospiro. — Pensi che avremmo fatto meglio a non portarla con noi? Questa situazione ti rende cosi infelice…
— No, non dire una cosa simile — scatto rabbiosa Bliss. — Sarei stata molto piu infelice al ricordo di avere abbandonato una bambina innocente, che sarebbe stata trucidata per colpa nostra.
— Sono le regole del mondo di Fallom, Bliss.
— Oh, Pel, non cominciare a pensare come Trevize. Per gli Isolati e possibile accettare cose del genere e non pensarci piu. Ma Gaia mira a salvare la vita, non a distruggerla o ad assistere passivamente alla sua distruzione. Sappiamo tutti che ogni forma di vita sia destinata a cessare per garantire la sopravvivenza di nuove forme di vita, ma questo non deve mai avvenire inutilmente, senza scopo. La morte di Bander, per quanto inevitabile, e gia abbastanza dura da sopportare… La morte di Fallom sarebbe stata qualcosa di intollerabile.
— Penso che tu abbia ragione, Bliss… Comunque, non ero venuto da te per parlare di Fallom… Si tratta di Trevize.
— Cos’ha?
— Bliss, mi preoccupa. E in attesa di verificare gli ultimi dati decisivi riguardo la Terra, e non so se riuscira a reggere alla tensione.
— Trevize non mi preoccupa: a mio avviso, ha una mente solida e stabile.
— Abbiamo tutti i nostri limiti. Senti, la Terra e piu calda del previsto, me l’ha detto lui. Ho l’impressione che pensi che possa essere troppo calda per essere abitabile, anche se chiaramente sta cercando di convincersi del contrario.
— Forse ha ragione: forse non e troppo calda per essere abitabile.
— Inoltre, ammette che non sia escluso che il calore possa derivare da una crosta radioattiva, ma si rifiuta di credere anche a questa possibilita… Tra un paio di giorni saremo abbastanza vicini da conoscere la verita… E se la Terra fosse davvero radioattiva?
— Be’, dovra accettare la realta.
— Ma… Non so come esprimerlo in termini mentali… Ma se alla sua mente…
Bliss attese, quindi disse con un sorrisetto amaro: — Saltasse un circuito?
— Ecco, si… Non dovresti fare qualcosa per rinforzare le sue difese? Per mantenerlo equilibrato e padrone di se?
— No, Pel. Trevize non e cosi fragile, secondo me. E poi Gaia ha deciso che la sua mente non debba subire alcun intervento.
— Ma e proprio questo il punto! Trevize possiede questa dote insolita di “esattezza” decisionale ed intuitiva. Se l’intero progetto fallisse quando siamo cosi vicini alla meta, forse il trauma per quanto grave non distruggerebbe il suo cervello, pero potrebbe distruggere questa sua capacita di “esattezza”. E una capacita estremamente insolita, no? Non potrebbe essere anche estremamente fragile?
Bliss riflette un attimo, poi si strinse nelle spalle. — Be’, forse lo terro d’occhio, allora.
24
Nelle trentasei ore successive, Trevize si rese conto in modo vago che Bliss e Pelorat sembrassero seguirlo in ogni suo spostamento. Comunque, non era un fatto sorprendente date le dimensioni ridotte della nave, e lui aveva altro a cui pensare.
Ora, mentre sedeva al computer, avverti la loro presenza appena oltre la porta. Sollevo lo sguardo e li fisso, inespressivo.
— Be’? — mormoro.
Piuttosto impacciato, Pelorat disse: — Come stai, Golan?
— Chiedilo a Bliss: mi fissa in continuazione da ore. Scommetto che stia frugando nella mia mente… Vero, Bliss?
— No, non e vero — rispose Bliss tranquilla. — Ma se credi di avere bisogno del mio aiuto, posso provare… Vuoi che ti aiuti?
— No, perche mai? Lasciatemi in pace adesso.
Pelorat chiese: — Per favore, spiegaci cosa stia succedendo.
— Indovina!
— La Terra…
— Gia! Quello che ci hanno ripetuto chissa quante volte e verissimo. — Trevize indico lo schermo. La Terra presentava il suo lato notturno e stava eclissando il Sole. Era un cerchio nero sullo sfondo del cielo stellato, e la sua circonferenza era delimitata da una curva arancione spezzata.
Pelorat fece: — Quell’arancione… e la radioattivita?
— No. E la luce del Sole rifratta dall’atmosfera. Sarebbe un cerchio arancione perfetto se l’atmosfera non fosse cosi nuvolosa. La radioattivita non si vede. Le radiazioni, persino i raggi gamma, vengono assorbite dall’atmosfera. Comunque, formano delle radiazioni secondarie piu deboli che il computer e in grado di rilevare. Sono sempre invisibili ad occhio nudo, ma il computer puo tradurre in luce visibile qualsiasi particella od onda radioattiva che riceva, e creare un’immagine contrastata a colori della Terra. Ecco.
Il cerchio nero si accese di una debole luce azzurrognola disseminata a chiazze.
— Quanta radioattivita c’e? — chiese Bliss. — Abbastanza da escludere la possibilita di sopravvivenza della vita umana?
— Di qualsiasi forma di vita — rispose Trevize. — Il pianeta e inabitabile: anche l’ultimo virus e scomparso da un pezzo.
— Possiamo esplorarlo? — chiese Pelorat. — Certo, indossando la tuta spaziale…
— Per qualche ora… Poi saremmo contagiati in modo irreversibile dalle radiazioni.
— Allora cosa facciamo, Golan?
— Cosa facciamo? — Trevize fisso Pelorat con la stessa espressione vuota. — Sai cosa avrei voglia di