intendo affatto tornare su Solaria.

— Levarle la fissazione… una sciocchezza, vero, Trevize? Ma che ne sai tu di certe cose? Non hai mai percepito una mente, non hai la piu pallida idea della complessita di una mente, altrimenti non parleresti della rimozione di una fissazione come se si trattasse di togliere della marmellata da un vasetto.

— Be’, almeno potresti indebolirla.

— Potrei indebolirla leggermente, forse, ma dopo un mese di infralettura accurata.

— Infralettura? Che significa?

— E impossibile spiegarlo ad un non-iniziato.

— Be’, allora che intendi fare riguardo la bambina?

— Non lo so ancora… Bisognera riflettere a fondo.

— In tal caso — disse Trevize — ti spieghero cosa faremo noi. So gia quali siano le tue intenzioni: tornare su Nuova Terra ed abbordare di nuovo la bella Hiroko, se ti promettera di non contagiarti questa volta.

Trevize rimase impassibile. — No, ho cambiato idea: andremo sulla Luna… che e il nome del satellite, stando a Janov.

— Sul, satellite? Perche e il mondo piu a portata di mano? Non ci avevo pensato.

— Neppure io. Ne alcun altro… Nella Galassia non esistono satelliti degni di nota… ma questo satellite, per le sue dimensioni, e unico. E soprattutto, l’anonimato della Terra si estende anche sul suo satellite: chi non trova la Terra non trova nemmeno la Luna.

— E abitabile?

— In superficie, no… Pero non e radioattiva, quindi non e inabitabile in assoluto. Forse ospita la vita… forse brulica addirittura di vita, sotto la superficie. E, naturalmente, tu sarai in grado di dircelo quando saremo abbastanza vicini.

Bliss si strinse nelle spalle. — Provero… Ma come mai tutt’ad un tratto hai pensato al satellite?

Trevize rispose sottovoce: — L’idea mi e venuta dopo che Fallom si e impadronita dei comandi ed ha fatto una cosa.

Bliss aspetto maggiori delucidazioni, quindi si strinse ancora nelle spalle. — Qualunque cosa abbia fatto Fallom, ho la sensazione che non avresti avuto questa ispirazione se avessi dato retta ai tuoi impulsi di ucciderla.

— Mai avuto intenzione di ucciderla, Bliss.

Bliss agito la mano. — D’accordo… Stiamo avanzando verso questa Luna, adesso?

— Si. Per precauzione procediamo lentamente, ma se non ci saranno intoppi entro trenta ore dovremmo essere a destinazione.

30

La Luna era una distesa desolata. Trevize osservo la parte diurna che scorreva in basso… Un panorama monotono di crateri e di aree montuose, e di ombre nere e nettissime che spiccavano nel chiarore solare. Il terreno presentava lievi cambiamenti di colore e, di tanto in tanto, ampi tratti pianeggianti butterati da piccoli crateri.

Avvicinandosi al lato notturno, le ombre si allungarono per fondersi poi con l’oscurita. Per un po’, dietro di loro, i picchi montuosi scintillarono, piu luminosi delle stelle. Poi scomparvero e sotto la “Far Star” rimase solo il debole riflesso della Terra, una grande sfera bluastra illuminata per meno di tre quarti. La nave infine supero anche la Terra, che scomparve sotto l’orizzonte, ed il panorama divenne di un nero assoluto.

Poi, di fronte, apparvero nuove stelle, brillanti… dapprima un paio, poi altre, sempre piu fitte, a formare quasi una massa compatta. E di colpo oltrepassarono il terminatore e furono di nuovo nel lato diurno. Il sole ardeva, era di uno splendore infernale… Lo schermo cambio subito inquadratura, filtrando il riflesso abbagliante del terreno sottostante.

Trevize si rendeva perfettamente conto che fosse assurdo sperare di trovare una via d’accesso all’interno abitato (sempre che esistesse) affidandosi solo ad una esplorazione visiva, data l’enormita di quel mondo.

Si volto verso Bliss, seduta accanto a lui. Bliss non osservava lo schermo: aveva gli occhi chiusi e, piu che seduta, era accasciata sulla sedia.

Trevize, chiedendosi se si fosse addormentata, fece sottovoce: — Non capti altro?

Bliss scosse la testa. — No… Solo quella debole traccia. Meglio tornare la… Conosci la posizione?

— Il computer la conosce.

Era come puntare su un obiettivo, e non ci volle molto per individuarlo. La zona in questione era nel lato notturno e, a parte il lucore grigiastro e spettrale riflesso dalla Terra, non si distingueva nulla, malgrado le luci della sala comandi fossero state spente per facilitare l’osservazione.

Pelorat si era avvicinato ed indugiava apprensivo sulla soglia. — Non abbiamo trovato nulla?

Trevize lo zitti alzando una mano. Stava osservando Bliss. Sapeva che sarebbero trascorsi dei giorni prima che la luce solare tornasse ad illuminare quel punto, ma sapeva anche che per quello che Bliss stesse cercando di individuare non occorreva alcun genere di luce.

Bliss disse: — E qua.

— Sicura?

— Si.

— Ed e l’unico punto?

— L’unico che ho individuato. Abbiamo sorvolato tutta la superficie della Luna?

— Gran parte.

— Be’, nella parte che abbiamo esaminato, non ho individuato altro. Adesso e piu forte… come se ci avesse individuato, e non mi sembra nulla di pericoloso. Percepisco una sensazione di benvenuto.

— Sicura?

— E la sensazione che percepisco.

Pelorat disse: — Non potrebbe essere una finzione?

Bliss replico con un lieve scatto di alterigia: — Se fosse un trucco me ne accorgerei, te lo assicuro.

Trevize borbotto qualcosa a proposito della sicurezza eccessiva, poi disse: — Percepisci un’intelligenza, spero…

— Un’intelligenza molto forte. Solo che… — E la voce di Bliss assunse un tono strano.

— Solo che?

— Shhh… Lasciami concentrare — sussurro Bliss. Poi, sorpresa: — Non e umana!

— Non e umana? — disse Trevize, ben piu sorpreso. — Ancora robot? Come su Solaria?

— No — sorrise Bliss. — Non e nemmeno robotica.

— O e l’una o e l’altra.

— Nessuna delle due invece. — Ora Bliss ridacchiava. — Non e umana, eppure e diversa da quella dei robot che abbia incontrato finora.

Pelorat esclamo: — Mi piacerebbe proprio vedere cosa sia! — Scuoteva forte la testa, ed aveva gli occhi spalancati tanto era entusiasta. — Sarebbe eccitante… Qualcosa di nuovo!

— Qualcosa di nuovo — annui Trevize sentendosi d’un tratto rincuorato… ed un lampo inatteso di intuizione parve sprizzargli dagli occhi.

31

Scesero verso la superficie lunare trascinati da qualcosa che rasentava l’esultanza. Persino Fallom si era unita a loro, e con tipico abbandono infantile faceva salti di gioia come se stesse tornando davvero su Solaria.

Trevize invece avvertiva dentro di se un barlume di equilibrio mentale che creava degli interrogativi… Era strano che la Terra… o la parte di Terra che si trovasse ora sulla Luna… dopo aver fatto il possibile per tenere alla larga gli intrusi, adesso stesse invece invitandoli ad avvicinarsi… Che lo scopo fosse sempre lo stesso? Che si

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