non erano in grado di scaldarlo ulteriormente senza affrontare costi proibitivi. Ed in ogni caso, le parti abitate sicuramente saranno riscaldate artificialmente a livelli accettabili per l’uomo. Quindi non dire con tanto moralismo e superbia che sarebbe meglio lasciare alla natura certe decisioni.

Trevize disse: — Parli per Gaia, immagino.

— Parlo sempre per Gaia: io sono Gaia.

— Ma se Gaia e cosi sicura della propria superiorita, perche si e resa necessaria la mia decisione? Perche non avete agito senza di me?

Un attimo di pausa, quasi volesse riordinarsi le idee, poi Bliss rispose: — Perche non e saggio fidarsi eccessivamente di se. E piu facile, e naturale, vedere le proprie virtu che i propri difetti. Noi siamo ansiosi di fare quel che e giusto; non quello che ci sembri giusto, ma quel che sia giusto, obiettivamente, ammesso che esista qualcosa di obiettivamente giusto. Tu sei la cosa piu vicina all’obiettivita che siamo riusciti a trovare, dunque ci lasciamo guidare da te.

— Ho talmente ragione, sono cosi vicino al giusto, che non capisco nemmeno il perche della mia decisione, e cerco una giustificazione di base — commento con aria mesta Trevize.

— La troverai — disse Bliss.

— Lo spero.

— Se devo essere sincero, vecchio mio — intervenne Pelorat — mi pare che quest’ultima discussione sia stata vinta piuttosto agevolmente da Bliss. Perche non riconosci che le sue argomentazioni giustifichino la tua decisione, che Gaia rappresenti il futuro dell’umanita?

Trevize rispose brusco: — Perche quando ho preso la mia decisione non sapevo nulla di queste argomentazioni, non ero al corrente di certi particolari di Gaia. E stato qualcos’altro ad influenzarmi, almeno inconsciamente, qualcosa che non e collegato a Gaia, qualcosa che dev’essere piu basilare. E questo che devo scoprire.

Pelorat alzo una mano, conciliante. — Non arrabbiarti, Golan.

— Non sono arrabbiato. Sono solo sottoposto ad una tensione quasi insostenibile: non voglio essere il punto focale della Galassia.

Bliss disse: — Ti capisco, Trevize, e mi spiace davvero che le tue capacita ti abbiano costretto ad occupare questa posizione… Quando atterreremo su Comporellen?

— Fra tre giorni, e solo dopo aver fatto sosta ad una delle stazioni d’ingresso in orbita attorno al pianeta.

Pelorat chiese: — Non dovrebbero esserci problemi alla stazione, vero?

Trevize scrollo le spalle. — Dipende dal numero di navi che convergono su Camporellen, dal numero delle stazioni di ingresso esistenti, e soprattutto dalle norme in base a cui consentire o rifiutare l’ingresso. Certe norme cambiano di tanto in tanto.

Pelorat eruppe, indignato: — Come, rifiutare l’ingresso? Come possono rifiutare l’ingresso a cittadini della Fondazione? Comporellen non fa parte dei territori della Fondazione?

— Be’, si… e no. A questo proposito c’e una questione legalitaria piuttosto delicata, e non so di preciso in che modo la interpreti Comporellen. Puo darsi che ci rifiutino il permesso d’ingresso, ma lo ritengo poco probabile.

— E se accadesse, cosa facciamo?

— Non lo so — rispose Trevize. — Aspettiamo di vedere cosa succeda prima di logorarci pensando a piani alternativi.

3

Erano sufficientemente vicini a Comporellen, e adesso il pianeta appariva come un globo consistente anche senza ingrandimento telescopico. Con l’ausilio del telescopio, pero, era possibile vedere le stazioni d’ingresso. Erano le strutture orbitanti piu esterne, ed erano ben illuminate.

Avvicinandosi dalla direzione del polo sud del pianeta, come stava facendo la “Far Star”, una meta del globo era costantemente illuminata dal sole. Le stazioni d’ingresso sul lato notturno naturalmente erano visibili in maniera piu netta come scintille di luce. Erano distribuite a intervalli regolari formando un arco attorno al pianeta. Se ne scorgevano sei (piu sei sul lato diurno, senza dubbio), e tutte ruotavano a velocita costante e identica.

Pelorat, un po’ intimorito dalla vista, disse: — Ci sono altre luci piu vicine al pianeta. Cosa sono?

Trevize rispose: — Non conosco Comporellen in modo dettagliato, quindi non sono in grado di dirtelo. Alcune potrebbero essere fabbriche orbitali, o laboratori od osservatori, forse addirittura comunita popolate. Certi pianeti preferiscono far si che gli oggetti in orbita risultino scuri esternamente, tranne le stazioni d’ingresso. Terminus, per esempio. Pare invece che Comporellen abbia un atteggiamento piu liberale.

— Verso quale stazione ci dirigeremo, Golan?

— Dipende da loro. Io ho inviato la mia richiesta a terra su Comporellen, e prima o poi riceveremo istruzioni che ci indicheranno a quale stazione rivolgerci, e quando. Dipende soprattutto da quante navi in arrivo stiano cercando di passare. Se ad ogni stazione c’e una dozzina di navi in attesa, dovremo per forza pazientare.

Bliss disse: — Prima d’ora mi sono trovata a distanza iperspaziale da Gaia due sole volte, ed in entrambi i casi ero su Sayshell o vicino a Sayshell: non mi sono mai trovata ad una distanza del genere.

Trevize la squadro arcigno. — Ha importanza? Sei ancora Gaia, no?

Per un attimo, Bliss parve irritata, poi si abbandono ad una risatina che rivelava un leggero imbarazzo. — Devo ammettere che questa volta mi hai colta in fallo, Trevize. La parola “Gaia” ha un doppio significato. Puo indicare il pianeta stesso come oggetto globulare nello spazio; puo inoltre indicare l’organismo vivente che include quel globo. Parlando correttamente, dovremmo usare due parole diverse per i due concetti diversi, ma i gaiani capiscono sempre dal contesto a cosa ci si riferisca. Ammetto che un Isolato a volte possa incontrare delle difficolta.

— Bene, allora — disse Trevize — assodato che ti trovi a molte migliaia di parsec da Gaia come globo, fai ancora parte di Gaia considerata come organismo?

— Se ci riferiamo all’organismo, si, faccio ancora parte di Gaia.

— Senza attenuazioni?

— Essenzialmente, no. Mi pare di averti gia detto che sia un po’ piu complesso rimanere Gaia attraverso l’iperspazio, comunque, sono ancora Gaia.

Trevize disse: — Non ti sembra che Gaia possa essere vista come un kraken galattico, il leggendario mostro tentacolato, coi tentacoli tesi in ogni direzione? Basta mettere qualche Gaiano su ogni mondo abitato, ed in pratica avrete gia realizzato Galaxia. Anzi, probabilmente e proprio quello che avete fatto. Dove sono piazzati i vostri gaiani? Immagino che un paio si trovino su Terminus, ed un altro paio su Trantor. Fino a dove vi spingete?

Bliss era visibilmente a disagio. — Ti ho detto che non ti avrei mentito, Trevize, ma questo non significa che debba per forza dirti tutta la verita. Ci sono certe cose che non sei tenuto a sapere, tra queste la posizione e l’identita di parti individuali di Gaia.

— Sono tenuto a conoscere la ragione dell’esistenza di quei tentacoli, Bliss, pur senza sapere dove siano?

— Secondo Gaia, no.

— Pero, posso cercare di indovinare, vero? Voi credete di fungere da guardiani della Galassia.

— Vogliamo una Galassia stabile e sicura, pacifica e fiorente. Il Piano Seldon, almeno nelle intenzioni originali di Hari Seldon, mira allo sviluppo di un Secondo Impero Galattico, un impero piu stabile e funzionale del Primo. Il Piano, che e stato continuamente modificato e migliorato dalla Seconda Fondazione, apparentemente ha funzionato bene finora.

— Ma Gaia non vuole un Secondo Impero Galattico nel senso classico del termine, vero? Voi volete Galaxia… una Galassia vivente.

— Dal momento che tu lo permetti, speriamo, col tempo, di realizzare Galaxia. Se tu non l’avessi permesso, ci saremmo impegnati per il Secondo Impero di Seldon ed avremmo cercato di renderlo il piu sicuro

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