4. Su Comporellen
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Erano passati. La stazione d’ingresso si era ridotta rapidamente ad un punto luminoso sempre piu fioco dietro di loro, e entro un paio d’ore avrebbero attraversato lo strato di nubi.
Una nave gravitazionale non doveva rallentare immettendosi in una lunga rotta a spirale, ma non poteva nemmeno tuffarsi in picchiata a tutta velocita. Essere liberi dalla gravita non significava esserlo anche dalla resistenza dell’aria. La nave poteva scendere in linea retta, ma con prudenza; non era possibile esagerare con la velocita.
— Dove stiamo andando? — chiese Pelorat confuso. — Vecchio mio, con tutte quelle nubi non riesco a distinguere nulla.
— Nemmeno io — disse Trevize. — Ma abbiamo una mappa ufficiale di Comporellen, una mappa olografica che ci fornisce la forma delle masse continentali, con tanto di altezze dei rilievi e profondita oceaniche, ed anche le suddivisioni politiche. La mappa e nel computer, e sara il computer a provvedere a tutto. Confrontera la configurazione planetaria con la mappa, orientando cosi la nave correttamente, e ci condurra seguendo una rotta cicloidale.
Pelorat disse: — Andando nella capitale, ci immergeremo subito nel vortice politico. Se questo mondo e anti-Fondazione, come ha lasciato intendere quel tipo alla stazione d’ingresso, andremo in cerca di guai.
— D’altro canto, la capitale dev’essere il centro intellettuale del pianeta, e se vogliamo informazioni, e la che le troveremo, ammesso che esistano. E per quanto riguarda le loro tendenze ostili, dubito che potranno mostrarle troppo apertamente. Forse non saro molto simpatico al Sindaco, pero il Sindaco non puo nemmeno permettere che un Consigliere venga maltrattato: non vorra certo creare un precedente del genere.
Bliss era uscita dalla toilette; si era lavata le mani, che erano ancora umide. Sistemandosi la biancheria intima come se nulla fosse, disse: — A proposito, spero che gli escrementi vengano interamente riciclati.
— Per forza — rispose Trevize. — Secondo te, quanto durerebbe la nostra scorta d’acqua se non riciclassimo gli escrementi? Secondo te, come crescono quelle focacce aromatiche lievitate che mangiamo per insaporire le nostre razioni surgelate? Spero che questo non ti rovini l’appetito, mia efficiente Bliss.
— Perche dovrebbe? Da dove credi che provengano il cibo e l’acqua su Gaia, o su questo pianeta, o su Terminus?
— Su Gaia, naturalmente, gli escrementi sono vivi come te.
— Non vivi, consapevoli. E diverso. Naturalmente, il livello di consapevolezza e bassissimo.
Trevize sbuffo sprezzante, ma non cerco di ribattere. Disse: — Vado in sala comandi a tener compagnia al computer.
Pelorat disse: — Possiamo venire ad aiutarti a tenere compagnia al computer? Non riesco ad abituarmi al fatto che il computer sia in grado di portarci sul pianeta da solo, individuando altre navi, o perturbazioni… o che so io!
Trevize sorrise. — Meglio che ti ci abitui. La nave e molto piu sicura affidata al controllo del computer che guidata da me… Certo, venite pure, comunque. Sara istruttivo vedere cosa succede.
Erano sul lato illuminato del pianeta adesso e come stava spiegando Trevize la mappa del computer poteva essere confrontata piu facilmente coi dati reali alla luce del sole che al buio.
— E ovvio — commento Pelorat.
— Non e affatto ovvio. Il computer reagisce altrettanto rapidamente ai raggi infrarossi che la superficie emana anche in presenza dell’oscurita. Ma le onde infrarosse, per la loro lunghezza, non consentono al computer la definizione d’immagine consentita dalla luce visibile. In parole povere, il computer vede meno bene e meno chiaramente con l’infrarosso, e se non e proprio necessario preferisco facilitargli le cose il piu possibile.
— E se la capitale si trova sul lato notturno?
— Le probabilita sono pari, ma anche se fosse sul lato notturno, una volta confrontata la mappa alla luce del giorno, possiamo abbassarci progressivamente e raggiungerla con precisione nonostante l’oscurita. E prima di avvicinarci alla capitale, incroceremo fasci di microonde e riceveremo messaggi che ci guideranno verso lo spazioporto piu comodo… Non c’e motivo di preoccuparsi.
— Sicuro? chiese Bliss. — Mi stai portando sul pianeta senza documenti, e senza che abbia un mondo d’origine riconosciuto da questa gente… e io non intendo, anzi non posso, fare il nome di Gaia, in alcun caso. Cosa faremo allora se una volta sulla superficie mi chiederanno i documenti?
— Improbabile che accada — rispose Trevize. — Tutti penseranno che certe formalita siano gia state sbrigate alla stazione d’ingresso.
— Ma se dovessero chiedermeli?
— Se sorgera questo problema, lo affronteremo a tempo debito. Intanto, non creiamoceli dal nulla i problemi.
— Quando affronteremo i problemi che potranno presentarsi, forse sara troppo tardi per risolverli.
— Conto sulla mia ingegnosita per far si che non sia troppo tardi.
— A proposito di ingegnosita, come sei riuscito a farci superare la stazione d’ingresso?
Trevize guardo Bliss, e lascio che le sue labbra si schiudessero lentamente in un sorriso monellesco. — Ho usato semplicemente il cervello.
— Ma cos’hai fatto, vecchio mio? — Insiste Pelorat.
Trevize rispose: — Si trattava solo di rivolgersi a lui nel modo giusto. Avevo provato con le minacce e con la corruzione velata. Avevo fatto appello alla sua logica e alla sua fedelta alla Fondazione. Non ottenendo nulla, ho giocato la mia ultima carta: ho detto che tradivi tua moglie, Pelorat.
— Mia moglie? Ma amico mio, non ho alcuna moglie al momento.
— Lo so, ma lui non lo sapeva.
Bliss intervenne: — Con “moglie” presumo vi riferiate ad una donna che sia la compagna regolare di un uomo.
Trevize preciso: — Qualcosa di piu, Bliss. Compagna legale, con diritti esercitabili riguardo il rapporto di compagnia.
Pelorat disse nervoso: — Bliss, non ho alcuna moglie. Ne ho avute occasionalmente in passato, ma e da parecchio tempo che non ho una moglie. Se vuoi che celebriamo il rito legale…
— Oh, Pel — rispose Bliss con un gesto secco della destra. — Che vuoi che m’interessi? Ho innumerevoli compagni che mi sono sempre vicini, come le tue braccia sono sempre vicine al tuo corpo. Solo gli Isolati si sentono cosi distaccati da dover ricorrere a convenzioni artificiose per consolidare un legame che e un debole surrogato della vera compagnia.
— Ma, Bliss… io sono un Isolato, cara.
— Col tempo, sarai meno Isolato, Pel. Forse non sarai mai pienamente Gaia, ma sarai meno Isolato, e avrai una miriade di compagni.
— Io voglio solo te, Bliss! — esclamo Pelorat.
— E perche non sai nulla della vera compagnia: imparerai.
Durante quella discussione Trevize si era concentrato sullo schermo, con un’espressione di tolleranza forzata in volto. Lo strato di nubi si era avvicinato, e per un attimo tutto si trasformo in una nebbia grigia.
«Visione microonde», penso Trevize, ed il computer passo subito al rilevamento degli echi radar. Le nubi scomparvero e la superficie di Comporellen apparve; i colori erano falsati, e i confini tra i settori di diversa composizione erano un po’ sfocati e tremolanti.
— E cosi che ci apparira Comporellen d’ora in poi? — chiese Bliss stupita.
— Solo finche non sbucheremo al di sotto delle nubi. Poi passeremo di nuovo alla luce solare. — Mentre Trevize rispondeva, il sole e la visibilita normale ritornarono.
— Capisco — annui Bliss. — Ma c’e una cosa che non capisco… Non vedo perche il fatto che Pel tradisca o meno la moglie dovesse interessare al funzionario della stazione d’ingresso.