miei passeggeri, e mi aspettavo di dare un passaggio a due uomini e basta. La donna e stata una sorpresa per me, ed ho pensato di essermi sbagliato. Invece, ho le persone giuste, e lascero che siate voi a spiegare la presenza della donna quando sarete a destinazione.
— Voi non sapete quale sia la nostra destinazione.
— Guarda caso, lo so: andate al Dipartimento dei Trasporti.
— Non e la che vogliamo andare.
— Questo non ha la benche minima importanza, Consigliere. Se fossi un tassista vi porterei dove volete. Dato che non lo sono, vi portero dove voglio andare io.
— Scusate — disse Pelorat sporgendosi in avanti ma mi pare che siate sicuramente un tassista: guidate un taxi.
— Chiunque puo guidare un taxi. Non tutti hanno la licenza, pero. E non tutte le vetture che sembrano taxi sono taxi.
Trevize intervenne: — Smettiamola di cincischiare. Chi siete, e cosa state facendo? Ricordate che dovrete rendere conto del vostro comportamento alla Fondazione.
— Io, no — ribatte l’autista. — I miei superiori, forse. Io sono un agente della Forza di Sicurezza comporelliana. Ho l’ordine di trattarvi col dovuto rispetto in considerazione della vostra carica, pero dovete seguirmi. E niente scherzi, perche questo veicolo e armato, ed ho l’ordine di difendermi in caso di aggressione.
8
Il veicolo, raggiunta la velocita di crociera, avanzava silenzioso e senza scossoni, e Trevize sedeva assolutamente immobile, come pietrificato. Si rendeva conto, anche senza guardare, che di tanto in tanto Pelorat lo fissava con espressione incerta e sembrava chiedergli: «Che facciamo adesso? Per favore, dimmelo».
Bliss, noto Trevize dopo una rapida occhiata, era invece calma, apparentemente imperturbabile. Certo, lei era un mondo intero di per se stessa. Tutta Gaia, nonostante la distanza galattica, era racchiusa nella sua pelle. Bliss disponeva di grandi risorse, e poteva utilizzarle in caso di emergenza.
Ma, in sostanza, cos’era successo?
Chiaramente, il funzionario della stazione d’ingresso, seguendo la prassi, aveva inoltrato il suo rapporto, omettendo Bliss, e il rapporto aveva attirato l’attenzione del corpo di sicurezza e, fatto strano, del Dipartimento dei Trasporti. Perche?
Era tempo di pace, e Trevize non era al corrente di attriti particolari tra Comporellen e la Fondazione: lui stesso era un importante funzionario della Fondazione…
Un attimo, aveva detto al funzionario della stazione di ingresso… Kendray, si, si chiamava cosi… aveva detto a Kendray di avere affari importanti con il Governo locale. Lo aveva sottolineato, nel tentativo di ottenere il permesso di ingresso. Kendray doveva avere riferito anche questo fatto, il che aveva suscitato ovviamente un interesse notevole.
Trevize non lo aveva previsto, mentre avrebbe dovuto prevederlo.
Dov’era finita la sua prodigiosa intuizione? Cominciava a credere veramente di essere la scatola nera che diceva Gaia? Stava lasciandosi attirare in un pantano per un eccesso di sicurezza basata sulla superstizione?
Come aveva potuto lasciarsi intrappolare da quell’idea folle anche per un attimo? Non aveva mai sbagliato in vita sua? Sapeva che condizioni meteorologiche ci sarebbero state il giorno dopo? Vinceva grandi somme ai giochi d’azzardo? No, e poi no…
Allora, era solo riguardo le cose in generale, i fatti vaghi, che aveva ragione? Come poteva saperlo?
Meglio lasciar perdere! Dopo tutto, dichiarando di avere importanti affari di Stato… no, aveva parlato di motivi di sicurezza della Fondazione…
Be’, dichiarando di essere li per motivi di sicurezza della Fondazione, arrivando in gran segreto senza contatti ufficiali, era logico che avesse attirato l’attenzione. Gia pero finche non avessero saputo di che si trattasse, i Comporelliani avrebbero dovuto agire con la massima circospezione, avrebbero dovuto essere cerimoniosi, trattarlo come si convenisse ad un personaggio di primo piano. Non avrebbero dovuto rapirlo e ricorrere alle minacce.
Eppure, era proprio quello che avevano fatto. Perche?
Cos’era che li facesse sentire tanto forti e potenti da riservare una simile accoglienza ad un Consigliere di Terminus?
La Terra, forse? La stessa forza che nascondeva cosi efficacemente il mondo d’origine, persino ai grandi mentalisti della Seconda Fondazione, stava operando anche adesso per ostacolare fin dalla fase iniziale la ricerca di Trevize? La Terra era onnisciente? Onnipotente?
Trevize scosse la testa. No, quelli erano sintomi paranoici. Intendeva forse incolpare la Terra di tutto? Ogni comportamento strano, ogni circostanza avversa, ogni piccolo intralcio… doveva dipendere per forza dalle macchinazioni segrete della Terra? Cominciando a pensare in quel modo, poteva gia considerarsi battuto!
Senti che il veicolo rallentava, e fu riportato di colpo al presente.
Si rese conto di non avere osservato, neppure per un attimo, la citta che avevano attraversato. Al che, si guardo attorno, con un pizzico di frenesia. Gli edifici erano bassi, ma era un pianeta freddo, e probabilmente gran parte delle strutture erano sotterranee.
Non vide traccia di colori, e questo gli sembro contrario alla natura umana.
Di tanto in tanto, vedeva passare una persona, infagottata. Del resto la gente, come gli edifici, doveva essere per lo piu sottoterra.
Il taxi si era fermato davanti ad una costruzione bassa ed ampia, situata in una depressione di cui Trevize non riusciva a scorgere il fondo. Passarono alcuni secondi, e il taxi continuava a rimanere immobile, come l’autista. Il suo cappello bianco di pelo sfiorava il tetto del veicolo.
Trevize si chiese per un attimo come facesse l’autista a salire e a scendere senza perdere il cappello, poi disse con la collera contenuta che era lecito aspettarsi da un funzionario altero e bistrattato: — Ebbene, autista, e adesso?
La versione comporelliana del campo di forza scintillante che separava il conducente dai passeggeri non era affatto rudimentale. Le onde sonore potevano attraversarlo, ma Trevize era certo che gli oggetti materiali con una certa forza d’impatto non l’avrebbero superato.
L’autista disse: — Qualcuno salira a prendervi. Restate seduti e tranquilli.
Mentre parlava, tre teste sbucarono lentamente dall’avvallamento che ospitava l’edificio, seguite dal resto dei corpi. Chiaramente, i tre uomini stavano salendo con una specie di scala mobile, ma dalla posizione in cui si trovava Trevize non era in grado di notare i particolari.
Mentre i tre si avvicinavano, la portiera del taxi si apri, lasciando entrare una ventata d’aria gelida.
Trevize smonto, stringendo il giaccone al collo. Gli altri due lo imitarono; Bliss con considerevole riluttanza.
I tre Comporelliani erano informi, indossavano indumenti rigonfi che probabilmente erano riscaldati elettricamente. Trevize provo un senso di disprezzo a quella vista. Certe cose erano superflue su Terminus, e l’unica volta che aveva preso in prestito un soprabito termico durante l’inverno sul pianeta vicino Anacreon, Trevize aveva scoperto che l’indumento tendeva a scaldarsi lentamente, cosi quando si era accorto di avere troppo caldo stava gia sudando abbondantemente.
Mentre i Comporelliani avanzavano, Trevize noto indignato che erano armati, e non si curavano di nasconderlo. Anzi… Ognuno aveva un disintegratore in una fondina fissata esternamente.
Uno di loro, fermandosi di fronte a Trevize, disse con voce burbera: — Scusate, Consigliere — e gli apri il giaccone con un movimento brusco. Allungo le mani e le sposto velocemente su e giu lungo i fianchi di Trevize, lungo la schiena, il torace e le cosce. Il giaccone venne scosso e tastato. Sopraffatto dalla confusione e dallo sbigottimento, Trevize si rese conto di essere stato perquisito con estrema efficienza solo ad operazione terminata.
Pelorat, il mento piegato e la bocca contratta in una smorfia, stava subendo un identico trattamento indegno per mano del secondo Comporelliano.