Trevize scosse la testa. — Non lo so, di preciso. Dovro improvvisare.

11

Il Ministro Lizalor sedeva ancora alla scrivania quando tornarono nel suo ufficio. Vedendoli entrare, contrasse la faccia in un sorriso sinistro.

Disse: — Spero, Consigliere Trevize, che siate qui per dirmi che intendiate cedere la nave della Fondazione in mano vostra.

— Sono qui per discutere delle condizioni, Ministro — rispose calmo Trevize.

— Non ci sono condizioni da discutere, Consigliere. Se proprio insistete, si puo istruire un processo molto rapidamente, e chiuderlo ancor piu rapidamente. Vi garantisco una condanna anche in caso di un dibattimento perfettamente equo, dato che portando su Comporellen, una persona priva di cittadinanza avete commesso un reato lampante. Dopo di che, noi confischeremo la nave con un atto del tutto legittimo e voi tre dovrete scontare pene severe. Non fatevi punire a tutti i costi solo per rimandare di un giorno l’inevitabile.

— Eppure, ci sono delle condizioni da chiarire, Ministro, perche anche condannandoci con la massima rapidita non potrete impadronirvi della nave senza il mio consenso. Se tenterete di introdurvi a bordo con la forza, distruggerete la nave, lo spazioporto e tutte le persone dello spazioporto. In questo modo renderete furiosa la Fondazione, e non credo che oserete tanto. Ricorrere alle minacce o ai maltrattamenti per costringermi ad aprire la nave e sicuramente un atto contrario alle vostre leggi, e se in preda alla disperazione violerete la legge e ci torturerete o ci sottoporrete a una carcerazione dura e particolarmente lunga, la Fondazione verra a saperlo e si infuriera ancora di piu. Nonostante tengano tanto alla mia nave, non possono creare un precedente del genere che consentirebbe di maltrattare impunemente dei cittadini della Fondazione… Bene, possiamo discutere delle condizioni?

— Sono solo sciocchezze — replico il Ministro accigliandosi. — Se necessario, chiameremo in causa la Fondazione stessa. Loro saranno in grado di aprire la loro nave, o vi costringeranno ad aprirla.

Trevize disse: — Non avete usato il mio titolo, Ministro, ma siete sconvolta, quindi forse e una mancanza perdonabile. Sapete benissimo che non vi rivolgerete mai alla Fondazione, dato che non avete alcuna intenzione di restituire la nave.

Il volto del Ministro si irrigidi. — Che assurdita sono queste, Consigliere?

— Sono assurdita che forse gli altri non dovrebbero sentire, Ministro. Lasciate che il mio amico e la ragazza si ritirino in una comoda stanza d’albergo e riposino come meritano, e fate uscire anche le vostre guardie. Rimarranno accanto alla porta, e potrete chiedere un disintegratore. Non siete una donna gracile, e con un disintegratore non avrete nulla da temere da me: io sono disarmato.

Il Ministro si sporse in avanti sulla scrivania. — Non ho nulla da temere da voi in ogni caso.

Senza voltarsi, rivolse un cenno ad una delle guardie, che si avvicino immediatamente e si fermo di fianco alla scrivania battendo i tacchi. Il Ministro disse: — Guardia, porta quei due all’Appartamento cinque. Resteranno la, e dovranno disporre di ogni comodita ed essere ben sorvegliati. Sarai ritenuto responsabile di qualsiasi maltrattamento ai loro danni, e di qualsiasi infrazione alla sicurezza.

Si alzo, e nonostante si stesse sforzando di conservare una compostezza assoluta Trevize non riusci ad evitare un lieve sussulto. Era alta; alta almeno quanto lui, cioe un metro e ottantacinque, forse addirittura un paio di centimetri piu di lui. Aveva una vita sottile, e le due strisce bianche incrociate sul petto proseguivano girandole attorno alla vita, facendola sembrare ancor piu snella. Era aggraziata ma comunque imponente, e Trevize riflette mesto che affermando di non avere nulla da temere da lui quella donna forse non aveva parlato a vanvera. In un corpo a corpo sarebbe stata capacissima di inchiodarlo con le spalle al tappeto.

Il Ministro disse: — Venite con me, Consigliere. Se proprio volete dire delle assurdita, per il vostro bene, meno persone vi sentiranno, meglio sara per voi.

Fece strada con passo svelto, e Trevize la segui, sentendosi sminuito dalla sua sagoma massiccia, sensazione che non aveva mai provato in precedenza di fronte a una donna.

Salirono su un ascensore e, mentre la porta si chiudeva, lei disse: — Siamo soli, adesso, Consigliere, e se credete di poter usare la forza con me per raggiungere chissa quale fine, per favore dimenticatevene. — Poi con il tono cantilenante della voce piu pronunciato, chiaramente divertita disse: — Avete l’aria di un tipo abbastanza robusto, ma vi assicuro che non avro alcuna difficolta a spezzarvi un braccio, o la schiena, se necessario. Sono armata, ma non avro bisogno di usare nessuna arma.

Trevize si sfrego una guancia e i suoi occhi squadrarono dall’alto in basso, e viceversa, quel corpo femminile. — Ministro, in un incontro di lotta posso tener testa a qualsiasi uomo del mio peso, ma ho gia deciso di rinunciare a misurarmi con voi. Quando sono surclassato, me ne rendo conto.

— Bene — disse lei soddisfatta.

— Dove andiamo, Ministro?

— Giu! Molto in basso. Ma non preoccupatevi. In un iperdramma, questa discesa annuncerebbe il vostro trasferimento in una prigione sotterranea, immagino… ma non abbiamo segrete su Comporellen… solo prigioni decenti. Stiamo andando nel mio appartamento privato; non sara romantico come una segreta dell’infame epoca imperiale antica, ma e molto piu comodo.

Trevize calcolo che dovevano essere ad almeno una cinquantina di metri dalla superficie del pianeta, quando la porta dell’ascensore si apri e loro uscirono.

12

Trevize si guardo attorno nell’appartamento, stupito.

Il Ministro disse con espressione torva: — Non vi piace il mio alloggio, Consigliere?

— Oh, no, perche non dovrebbe piacermi, Ministro? Sono solo sorpreso. Non me l’aspettavo. Da quel poco che ho visto e sentito dal mio arrivo sul vostro mondo, mi ero fatto l’impressione che fosse un mondo sobrio, scevro di lussi inutili.

— Ed e cosi, Consigliere. Le nostre risorse sono limitate, e la nostra vita deve essere dura come il nostro clima.

— Ma questo, Ministro. — E Trevize allargo le mani quasi ad abbracciare la stanza dove, per la prima volta su quel mondo, vedeva dei colori, dove i divani erano bene imbottiti, dove la luce delle pareti era soffusa, e dove il pavimento era rivestito da un campo di forza che rendeva i passi elastici e silenziosi. — Questo mi pare proprio lusso.

— Come avete appena detto, Consigliere, evitiamo i lussi inutili, l’ostentazione, gli sprechi del lusso eccessivo. Questo comunque e lusso privato, e ha una sua utilita. Io lavoro duramente e ho grandi responsabilita. Ho bisogno di un posto dove poter dimenticare, per un po’, le difficolta della mia carica.

— E tutti i Comporelliani vivono cosi quando gli occhi altrui sono rivolti altrove, Ministro? — chiese Trevize.

— Dipende dal genere di lavoro e responsabilita. Pochi possono permetterselo, e lo meritano o, grazie al nostro codice etico, lo desiderano.

— Ma voi, Ministro, potete permettervelo, lo meritate… e lo desiderate?

— Il rango ha i suoi privilegi, oltre che i suoi doveri. E adesso sedetevi, Consigliere, e parlatemi di questa vostra follia. — Il Ministro si sedette sul divano, che cedette lentamente sotto il suo peso, e indico una poltrona altrettanto soffice di fronte a se, a breve distanza.

Trevize si accomodo. — Follia, Ministro?

Il Ministro si rilasso visibilmente, appoggiando il gomito destro su un cuscino. — In privato non siamo tenuti ad osservare le regole del discorso formale con eccessivo puntiglio. Chiamatemi Lizalor. Io vi chiamero Trevize… Ditemi cosa avete in mente, Trevize, e discutiamone.

Trevize accavallo le gambe. — Vedete, Lizalor, mi avete offerto la possibilita di scegliere tra il consegnare spontaneamente la nave e l’essere sottoposto ad un procedimento penale. In entrambi i casi, la nave finirebbe in

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