tunnel. Fra i gradini e il punto dov’era, THX non vedeva altro che oscurita.

Si tiro su faticosamente. Inciampo. Tenendosi la spalla ferita, si addentro nel buio della galleria.

«Non si fermeranno finche non mi avranno trovato. O finche non avranno trovato il mio corpo.»

Si mise a correre lungo il muro, cercando di orientarsi. Le sue mani tastarono una nicchia, un incavo. Vi entro alla cieca e si senti rotolare in un canale metallico. Urlo di stupore e di paura.

Atterro in un mucchio di rifiuti. Puzzavano, si muovevano in un rimescolio disgustoso. Buio completo. Ma era chiaro che quella massa ripugnante stava procedendo come un fiume in piena. Agitandosi nella melma, cerco disperatamente una via d’uscita. Ma non c’era niente cui appigliarsi, ne pareti, ne punti d’appoggio solidi. Sotto i suoi piedi che si agitavano spasmodicamente, solo una fanghiglia molle, come di sabbie mobili.

Stava affondando. Giu, sempre piu giu. Tocco qualcosa con un piede. Qualcosa di affilato e metallico che gli taglio il calcagno. Con la ferita che gli bruciava, si tiro verso l’alto, finche incontro un altro canale. E in fondo a questo c’era una luce!

Il canale si restringeva. Adesso riusciva a scorgere, nella luce azzurrognola, le pareti e un soffitto che si abbassava gradatamente, costringendo il fiume di melma a correre piu forte, sempre piu forte, verso la luce.

Finalmente capi cos’era quella luce. «Una torcia di fusione!» Si trattava dunque di un inceneritore rifiuti, dove la spazzatura della citta veniva bruciata dalla fiamma di fusione a calore stellare e ridotta ad atomi pronti per essere riciclati come nuovo materiale grezzo.

Un plasma di fusione di miliardi di gradi. tanto potente da essere quasi invisibile. THX cerco di puntellarsi contro un lato del canale e di resistere al flusso che lo sospingeva inesorabilmente verso la torcia. Adesso sentiva anche il rumore, il rombo basso e costante dell’energia termonucleare, roca canzone di morte di una stella fatta dall’uomo.

Ora la luce azzurrognola era abbastanza forte da fargli male agli occhi. Proprio in quel momento, THX vide un appiglio che sporgeva dal soffitto. Allungo la mano una, due volte, finche riusci ad afferrarlo.

Era un portello. Dolorante, con la spalla ferita che gli dava fitte acute, si tenne alla maniglia e attivo il meccanismo d’apertura. Cigolando, il portello si apri.

THX si tiro su con un ultimo estremo sforzo, e infine giacque esausto. Puzzava, ansimava, ma era in salvo, era vivo.

«LUH».

Avrebbe voluto stare li, dormire, avere il tempo di riprendersi e di riposare. Ma la sua mente ripeteva: «LUH. Bisogna avvisarla. Bisogna fuggire».

S’impose di alzarsi. Si avvio barcollando lungo il corridoio in cui si trovava. In fondo a questo, c’erano un bagno e uno spogliatoio.

«Non posso andar fuori di qua conciato cosi.»

Il bagno era vuoto. Si svesti e fece la doccia, poi mise vestiti puliti. In un angolo dello spogliatoio c’era una serie di flaconi pieni di pillole. THX rabbrividi, ma non le tocco.

Gli sembro di metterci un secolo ad arrivare al suo appartamento. Si trovava dalla parte sbagliata della citta, ma non oso prendere il tram ancora. Si mantenne nelle affollate zone acquisti, nei corridoi gremiti, e uso piu che pote gli scivoli.

Ogni volta che incontrava dei robopoliziotti sentiva una morsa allo stomaco, ma nessuno lo noto.

Finalmente, arrivato all’appartamento, spalanco la porta.

— LUH!

Si precipito dentro e controllo freneticamente ogni stanza, gridando il nome di lei.

Ma lei non c’era. L’appartamento era vuoto.

Si mise a passeggiare nervosamente su e giu per il soggiorno. «Dove puo essere? Che l’abbiano arrestata? O che sia al sicuro?»

Si accorse di tre robopoliziotti in piedi sulla soglia. Entrarono. Avevano tutti le sbarre d’acciaio.

— THX uno uno tre otto, siete in arresto per evasione da medicinali e resistenza a pubblico ufficiale. E inutile che opponiate ancora resistenza.

Poi, dallo stesso robot provenne la voce di OMM: — Sono qui per aiutarvi. Rilassatevi. Non avete niente da temere. Sono qui io.

THX senti le spalle contrarsi. Non c’era nessun posto dove fuggire.

Da uno degli altri robot senti provenire una voce sottile:

— THX e stato preso sotto custodia con spesa minima. Costo totale dell’operazione inferiore di tremila unita, al budget. Congratulazioni. Siate efficienti. Siate felici.

L’altro robopoliziotto si fece avanti e tocco THX con la sua sbarra. Delicatamente.

L’elettricita passo fulminante per ogni nervo del suo corpo. THX si senti sprofondare nel buio.

9

Era seduto con la schiena eretta. Cerco per un pezzo di mettere a fuoco le cose, ma poi si rese conto che gli occhi non andavano a fuoco perche non c’era niente, li.

Era pulito, con vestiti nuovi, e si trovava in uno spazio infinito, informe e bianco. Un bianco da clinica, senza odori ne suoni, senza ombre ne orizzonti. Solo lui, e questo limbo bianco.

Si senti invadere da un brivido incontrollabile. Si rannicchio in posizione fetale, cercando di proteggersi contro il vuoto che lo circondava. Comincio a sentirsi stanco. Chiuse gli occhi. Si addormento.

Fu svegliato da un suono di voci. Non capiva da dove venissero. Non riusciva a sentire cosa dicessero: era come il chiacchierio degli ordini e delle istruzioni che venivano diffusi dagli altoparlanti, nella citta. THX si senti un po’ rassicurato. Almeno era qualcosa di familiare.

Si addormento ancora.

Questa volta fu svegliato da un rumore di passi. Si alzo in piedi e si guardo intorno per vedere da dove provenissero. Niente. Ma i passi si facevano piu forti. Solidi, pesanti, sostenuti. Si volto. C’era un robopoliziotto con in mano il manganello elettrico. THX indietreggio. Ma comparve un altro poliziotto, e poi ancora un altro. Cerco di sottrarsi loro: ormai conosceva l’effetto delle sbarre.

I tre lo circondavano. Erano identici e armati nello stesso modo. THX si mise a correre in cerchio: loro si disposero attorno a lui, chiudendogli ogni via d’uscita. THX correva come un animale in gabbia, cercando inutilmente un’apertura in quel nulla; corse finche senti le gambe cedere, gli occhi offuscati, i polmoni quasi scoppiare.

Crollo a terra. I robopoliziotti scomparvero dietro una luce azzurrognola.

Ansimante, madido di sudore, THX si guardo intorno. Era di nuovo solo, solo in quel biancore vuoto. «Cos’e peggio?» si domando.

Poi senti ancora delle voci, che Questa volta riusciva a distinguere.

— Aumentate.

— No. Ecco, mantenetelo cosi.

— Audio.

— C’e gia.

— Non riesco a sentirlo.

«Stanno parlando di me!»

— … collegamento con la corteccia, probabilmente provvisorio. Prima che denunciate un eventuale cattivo funzionamento delle attrezzature, vogliamo controllare il soggetto?

— Categoria stress.

— Esatto. Origine?

— Nascita naturale? Da atto sessuale? Non e registrato qui.

— Violazione?

— Evasione da medicinali con…

— Triplicate il tre! Triplicate il tre! Ehi, fate piano, la!

THX, seduto sul pavimento, ascoltava, cercando inutilmente con gli occhi qualcosa o qualcuno.

— Una caduta del tono nervoso di meno di duemila con conseguente perdita di piu di trecentocinquanta dal

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