una cima e assicuro l’imbarcazione. I soliti gesti come al ritorno da una normale gita.

— Vai a riferire quello che abbiamo scoperto — disse Terry. — Io voglio vedere se ci sono in giro altre bestie del genere.

— Non…

— Stai tranquilla — la rassicuro il giovane. — Mi serviro del ricevitore subacqueo. Deirdre lo guardo, con ansia.

— Ti prego! Sii prudente! — Gli si accosto e lo bacio d’impeto. Poi salto sul molo e corse verso riva.

Terry preparo l’apparecchio per convogliare i pesci. Gli pareva di essere diviso in due persone diverse. Una continuava a pensare a Deirdre. L’altra non smetteva di preoccuparsi per quello che poteva succedere se davvero i bolidi non erano corpi celesti naturali, o se gli oggetti di plastica e i ronzii sottomarini erano dovuti a un’intelligenza talmente progredita da saper variare la velocita spaziale delle meteoriti per farle cadere in un punto prestabilito.

Controllo il nastro inserito nel registratore, calo fuori bordo l’apparecchio trasmittente, lo oriento in modo da dirigere il suono verso il centro della laguna, e mise sul massimo l’amplificatore per aumentare l’effetto sonoro. Poi aziono la leva che metteva in funzione l’apparecchiatura.

Di colpo l’aspetto della laguna cambio. I pesci cominciarono ad agitarsi e dappertutto fu un brulicare di creature che tentavano inutilmente di sfuggire alla tormentosa sensazione provocata dall’onda sonora.

Nel punto in cui la creatura abissale aveva assalito Terry l’acqua ribolliva in maniera diversa come se una forza spaventosa stesse impegnando una terribile lotta contro il rumore ossessionante. La laguna divenne tutta bianca di schiuma, e per due volte Terry vide due enormi tentacoli sollevarsi nell’aria e ricadere a flagellare la superficie della laguna.

In nessun altro punto pero accadde un uguale fenomeno. Quindi c’era un solo mostro.

Quando Davis e gli altri tornarono sul panfilo, Terry spense il suo apparecchio e provvide a spalmare di unguento le bruciature prodotte dalle ventose del polipo. Il giovane dovette rispondere a mille domande. Tutti volevano sapere i particolari della sua avventura.

— Sono stufo di dover esprimermi sempre per metafore, evitando di dire chiaramente quello che penso. Anzi, quello che pensiamo tutti! — sbotto a un tratto il giovane. — La verita e che sul fondo dell’oceano vive qualcosa di estremamente intelligente!

Si guardo intorno con espressione di sfida, e aggiunse: — Qualcuno di voi non ci crede, forse? Gli apparecchi-spia non trasmettono piu informazioni perche abbiamo eliminato tutti i pesci che li portavano addosso. E allora il “coso” che sta nella Fossa di Luzon ha spedito nella laguna qualcuno che noi, poveri selvaggi ignoranti, non avremmo mai avuto il coraggio di affrontare. Ha pensato che quel polipo mostruoso sarebbe bastato ad atterrirci! Non conosce gli uomini! Ma noi ci faremo conoscere!

— Forse dovremmo informare quelli del “Pelorus” — disse il dottor Morton.

— A bordo ci sono dei biologi, e…

— No — interruppe Terry. — Ho un fatto personale con quel mostro. Avrebbe potuto uccidere Deirdre, ci pensate! E poi Davis ha gia tentato una volta di mettere al corrente i vostri biologi, e si e fatto ridere in faccia. Vogliono delle prove, loro. E se anche gliele diamo le prove, resta da vedere se si degnano di esaminarle e di prenderle in considerazione. Quindi ce la vedremo da soli. Il problema e troppo importante per affidarlo agente che non ci crede in partenza.

— Si, troppo importante — ripete Deirdre. — Sappiamo ormai che le stelle cadenti non sono affatto stelle cadenti, e che giu nel fondo dell’oceano c’e realmente qualcuno o qualcosa di “intelligente”, di raziocinante. Be’, non possiamo spartire il nostro mondo con altri esseri che vengono dallo spazio anche se si interessano prevalentemente del mare. Bisogna combatterli finche non saranno spazzati tutti dal nostro oceano! Terry ha ragione!

— Veramente non ho sentito questo giovanotto esprimere le intenzioni che gli avete attribuito — ribatte Morton. — Pero quel che avete detto e vero. E poi non mi va l’idea di un mostro marino installato nella laguna. Soprattutto se si dimostra cosi aggressivo! Ma per eliminarlo…

— A bordo dell’“Esperance” abbiamo due bazooka — interruppe Terry. Guardo Davis. — Se ve la sentite di arrischiare il vostro panfilo, possiamo tentare dia trascinare il mostro verso riva servendoci dell’amplificatore e del nastro registrato. Poi entreranno in azione le armi. Cosa decidete?

— Accetto senz’altro — rispose Davis.

— Benissimo. Allora, un uomo alle macchine e uno al timone — continuo Terry, assumendo inconsciamente un tono di comando. — Io mi occupero del trasmettitore. Pero vi avverto che se il mostro afferra lo yacht con le sue ventose, addio all’“Esperance”, e anche a noi. Qualcuno si offre volontario?

Nel giro di pochi minuti il panfilo si stacco dal molo. Aveva a bordo tutto il suo equipaggio tranne Deirdre che Terry e il padre avevano costretto a sbarcare. In piu c’erano il dottor Morton e il miglior fotografo della stazione.

L’“Esperance” era pronto a dare battaglia. Davis intanto si ingegnava a fabbricare bombe a mano per se e Morton.

Il sole era alto sulle loro teste, Prima di scegliere il posto da dove sferrare l’attacco, Terry fece qualche domanda a Morton sulla laguna. Infine si accordarono per spingere il mostro in una piccola insenatura dove sarebbe stato relativamente facile immobilizzarlo alzando al massimo i suoni dall’azione paralizzante. Allora l’avrebbero ucciso.

L’impresa era alquanto pericolosa. In fondo l’“Esperance” era un’imbarcazione di soli venti metri, assai piu piccola del mostro. Se il batiscafo del “Pelorus” era stato attaccato e distrutto da uno di quei polipi, la forza della bestia doveva essere tale da poter affrontare e tenere testa almeno a un incrociatore. Pero con l’uccisione del polipo si sarebbe compiuto un passo avanti verso la soluzione del grave problema.

Terry mise a punto il suo apparecchio in maniera che funzionasse con l’intensita e nella direzione voluta, e lo aziono.

Immediatamente si ripete la scena di poco prima, con i pesci che balzavano impazziti fuori dall’acqua finendo persino sulla riva.

Poi in un punto l’acqua comincio ad agitarsi in modo piu convulso che altrove. Terry punto verso quella direzione il fascio di onde sonore. Le contorsioni aumentarono. Il giovane alzo ancora il volume dell’amplificatore. Sott’acqua si scateno un tumulto impressionante. I grossi tentacoli emersero agitandosi spasmodici, poi parve che il polipo fosse riuscito a sfuggire alla morsa dolorosa.

Il panfilo avanzo adagio. Terry spense un attimo l’apparecchio poi lo riaccese. Altre convulsioni, piu verso riva, questa volta. Il mostro, creatura degli abissi, cercava di sfuggire al tormento di suoni e di luce, e si sentiva intrappolato, lui vissuto sempre in acque profondissime, in quello specchio d’acqua che assorbiva tanta luce da disturbarlo. Il suo rifugio era il fango del fondo, ma i suoni elettrizzanti lo costringevano a uscirne, e sopra, verso la superficie, la luce era intollerabile per lui. Terry lo inseguiva con il suo raggio. L’acqua continuava a ribollire. I tentacoli apparivano e sparivano. Per un attimo affioro anche il corpo immenso del polipo che veniva spinto in acque sempre piu basse, sempre piu basse… La bestia non voleva finire dove la scarsita d’acqua gli avrebbe impacciato i movimenti, ma non poteva. Ormai era nella piccola baia scelta dagli uomini per essere il suo mattatoio, e si rifugio nella parte piu fonda. Poi i suoni ripresero di nuovo e lui balzo su di colpo. I tentacoli si agitarono sopra la superficie, e poi tutto il corpo a forma di torpedine usci dall’acqua, inarcandosi, scosso da una furia tremenda.

Il mostro si butto contro l’“Esperance”. Non poteva piu nuotare, e si trascinava sugli otto tentacoli nell’acqua troppo bassa. Avanzava con uno sforzo disperato, afferrando e lasciando ricadere tutto cio che incontrava sulla sua strada, teso verso il nemico.

Terry vide Nick e Jug aggiustare il tiro dei bazooka. Davis corse a prua armato di granate. E il polipo avanzava sempre, strisciando, mentre il ronzio diventava a mano a mano piu insopportabile.

Poi, a un tratto, con un muggito, il mostro comincio ad arretrare. Era il muggito che Terry aveva sentito salire dagli abissi. Adesso il polipo cercava scampo sulla riva. Ruoto su se stesso e dall’acqua emersero gli occhi abbagliati dal sole fortissimo. Occhi enormi. Soltanto il polipo, di tutti gli invertebrati, possiede occhi paragonabili a quelli delle creature umane. Quelli del mostro fiammeggiavano d’odio. Poi spunto il becco, come quello di un pappagallo, capace di frantumare l’acciaio. Si apriva e si chiudeva con uno schiocco spaventoso, proteso verso lo yacht. Uno dei tentacoli si levo nell’aria brandendo una grossa massa di corallo che volo verso il panfilo e ricadde a

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