abbia la precedenza.»

«Hai davvero qualcosa di interessante per lui?»

«Solo il volo ultraluce. Il vero volo ultraluce, non quella sciocchezza dell’iperassistenza. Adesso abbiamo qualcosa che ci aprira la porta dell’universo.»

XXXVIII

Il luogo dove l’equipe di Tessa Wendel era al lavoro, decisa a scuotere l’universo, era stato preparato ancor prima che Tessa fosse reclutata e si trasferisse sulla Terra. Si trovava all’interno di una rocca montuosa inaccessibile alla brulicante popolazione terrestre; li era stata costruita una vera e propria cittadella scientifica.

Ora era sul posto anche Tanayama, seduto su una carrozzella motorizzata. Solo i suoi occhi, dietro le palpebre socchiuse, sembravano vivi… penetranti, mobilissimi.

Tanayama non era assolutamente la piu alta personalita del governo terrestre, e nemmeno la piu alta personalita presente, ma era stato, ed era tuttora, la forza propulsiva alla base del progetto, e tutti automaticamente gli cedevano il passo.

Solo Tessa Wendel non sembrava intimidita.

La voce di Tanayama era un sussurro frusciante. «Cosa vedro, dottoressa? Una nave?»

Non si vedeva nessuna nave li intorno, naturalmente.

«Niente navi, Direttore» rispose Tessa. «Per le navi, bisognera aspettare ancora qualche anno. Ho solo una dimostrazione, ma eccitante. Assistera alla prima dimostrazione pubblica di vero volo ultraluce, qualcosa che supera di gran lunga l’iperassistenza.»

«E come faro a vederlo?»

«Credevo l’avessero informata, Direttore.»

Tanayama ebbe un accesso violento di tosse e dovette riprendere fiato. «Hanno provato a parlarmi, ma io voglio sentirlo da lei» disse poi, fissandola con un’espressione dura e sinistra. «E lei che comanda qui. Il progetto e suo. Mi spieghi.»

«Non posso spiegarle la teoria. Ci vorrebbe troppo tempo. La stancherei.»

«Non m’interessa la teoria. Cosa vedro

«Vedra due contenitori cubici di vetro. All’interno di entrambi c’e il vuoto spinto.»

«Perche il vuoto?»

«Il volo ultraluce puo iniziare solo nel vuoto, Direttore. Altrimenti l’oggetto spinto a una velocita superiore a quella della luce trascina con se della materia, i consumi energetici aumentano e diminuisce la controllabilita. E deve anche finire nel vuoto, altrimenti le conseguenze potrebbero essere catastrofiche perche…»

«Lasci perdere il perche. Se questo suo volo ultraluce deve iniziare e terminare nel vuoto, come lo utilizziamo, noi?»

«Prima e necessario raggiungere lo spazio esterno col volo normale, per poi passare nell’iperspazio e restarci. Si arriva vicino alla destinazione desiderata e si rientra nello spazio normale, quindi col volo normale si percorre l’ultimo tratto.»

«Cosi ci vuole tempo.»

«Nemmeno il volo ultraluce consente spostamenti istantanei. Ma se si puo raggiungere una stella a quaranta anni luce dal Sistema Solare in quaranta giorni anziche in quarant’anni, be’, non mi pare giusto lamentarsi del tempo impiegato.»

«D’accordo, d’accordo… Ci sono questi due contenitori cubici di vetro. E allora?»

«Sono proiezioni olografiche. In realta, i contenitori sono separati da una distanza di tremila chilometri, tremila chilometri di massa terrestre, si trovano ognuno in un posto sicuro e isolato tra i monti. Se la luce potesse viaggiare da un contenitore all’altro attraverso un vuoto senza ostacoli, impiegherebbe un millesimo di secondo, un millisecondo, per compiere il passaggio. Noi non useremo la luce, naturalmente. Sospesa al centro del cubo di sinistra, trattenuta da un potente campo magnetico, c’e una piccola sfera, che in realta e un minuscolo motore iperatomico. Vede, Direttore?»

«Vedo qualcosa, la» rispose Tanayama. «Be’, tutto qui?»

«Se osserva attentamente, vedra scomparire la sfera. Il conto alla rovescia sta procedendo.»

Era un sussurro all’orecchio di tutti i presenti, e allo zero la sfera spari da un cubo e apparve nell’altro.

«Ricordi» disse la Wendel. «Tra quei cubi in realta ci sono tremila chilometri di distanza. Il dispositivo di cronometraggio indica che, tra la partenza e l’arrivo, sono trascorsi poco piu di dieci microsecondi, il che significa che il passaggio e avvenuto a una velocita quasi cento volte superiore a quella della luce.»

Tanayama alzo lo sguardo. «E chi mi dice che sia cosi? Potrebbe essere tutto un trucco per imbrogliare quello che lei ritiene un vecchio ingenuo.»

«Direttore» disse la Wendel severa. «Ci sono centinaia di scienziati qui, tutti famosi e stimati, e alcuni di loro sono terrestri. Le mostreranno qualsiasi cosa voglia vedere, le spiegheranno come funzionano gli strumenti. Qui non trovera altro che della scienza onesta e del lavoro scrupoloso.»

«Anche se e come dice lei, che significa? Una pallina… una pallina da pingpong che percorre qualche migliaio di chilometri. E questo il risultato che ha ottenuto dopo tre anni?»

«Forse quello che ha visto e piu di quanto fosse lecito aspettarsi, Direttore, con rispetto parlando. Quello che ha visto avra anche le dimensioni di una pallina da pingpong spostatasi di appena tremila chilometri, pero e il vero volo ultraluce, proprio come se avessimo inviato un’astronave da qui ad Arturo a cento volte la velocita della luce. Lei ha assistito alla prima dimostrazione pubblica di volo ultraluce della storia umana.»

«Ma e l’astronave che voglio vedere.»

«Per quella dovra aspettare.»

«Non ho tempo. Non ho tempo» gracchio Tanayama in un sussurro rauco, e fu scosso di nuovo da un accesso di tosse.

«Nemmeno la tua volonta puo muovere l’universo» disse Tessa Wendel sottovoce, e forse solo Tanayama senti quelle parole.

XXXIX

A Iper City (nome non ufficiale del centro di ricerca) i tre giorni dedicati ai burocrati erano passati in modo opprimente, e adesso gli intrusi se n’erano andati.

«In ogni caso, ci vorranno ancora due o tre giorni per riprendersi e tornare al lavoro a pieno ritmo» disse Tessa Wendel a Crile Fisher. E, l’aria disfatta e contrariata, aggiunse: «Che vecchio spregevole!»

Fisher capi immediatamente che si riferiva a Tanayama. «E un vecchio ammalato.»

Tessa gli lancio un’occhiata rabbiosa. «Lo difendi?»

«Sto solo affermando un dato di fatto.»

Lei alzo un dito ammonitore. «Sicuramente quel miserabile relitto umano era irrazionale e irragionevole anche in passato, quando non era ammalato, o quando non era vecchio, se e per questo. Da quanto tempo e Direttore dell’Ufficio?»

«Da oltre trent’anni. Tanayama e un’istituzione. E prima e stato Vicedirettore per un periodo di tempo quasi altrettanto lungo, e probabilmente anche allora era lui il vero capo e i tre o quattro Direttori che l’hanno preceduto avevano solo un potere simbolico. E per quanto possa invecchiare o ammalarsi in modo sempre piu grave, rimarra Direttore fino al giorno della sua morte… e forse ancora per qualche giorno, in seguito, mentre la gente aspettera, per assicurarsi che non risorga.»

«Mi pare di capire che lo trovi divertente.»

«No, ma non si puo far altro che ridere di fronte a uno spettacolo del genere… a un uomo che, senza gestire apertamente il potere, senza essere noto al grande pubblico, da quasi mezzo secolo tiene in soggezione i membri del governo, li fa vivere nella paura, solo perche controlla saldamente i segreti scomodi e compromettenti di ognuno e non esiterebbe a servirsene.»

«E loro lo sopportano?»

«Oh, certo. Nessun membro del governo e mai stato disposto a sacrificare con certezza la propria carriera senza avere alcuna garanzia di rovesciare Tanayama.»

«Nemmeno adesso che la sua autorita sta diventando senza dubbio piu debole?»

«Ti sbagli. La sua autorita cessera con la morte, magari, pero fino a quel momento non sara mai debole. Sara l’ultima cosa che verra a mancare, dopo che il suo cuore si sara fermato.»

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