Fisher non aveva mai parlato di Eugenia con Tessa Wendel, a parte qualche accenno superficiale, e non aveva intenzione di lasciarsi attirare proprio adesso in una discussione del genere.

«Ho una figlia, la» disse. «Penso che tu possa capire la situazione, Tessa. Hai un figlio.»

Era vero. La Wendel aveva un figlio di poco piu di vent’anni, che frequentava l’universita su Adelia e di tanto in tanto scriveva alla madre.

L’espressione di Tessa si addolci. «Crile, non farti illusioni pericolose. D’accordo, i rotoriani sapevano della Stella Vicina, quindi e la che sono andati, te lo concedo. Pero, solo con l’iperassistenza, il viaggio dev’essere durato oltre due anni. Non possiamo essere sicuri che siano sopravvissuti a un viaggio del genere. E anche se fossero sopravvissuti, le probabilita di trovare un pianeta adatto all’uomo attorno a una nana rossa sono praticamente nulle. Arrivati alla Stella Vicina, quindi, puo darsi che abbiano continuato il viaggio, in cerca di un pianeta abitabile. Andando dove? E come faremmo a trovarli?»

«Immagino che sapessero che non avrebbero trovato un pianeta adatto attorno alla Stella Vicina. Per cui, e probabile che intendessero semplicemente restare in orbita con Rotor attorno alla stella, no?»

«Anche se fossero sopravvissuti al viaggio e fossero entrati in orbita attorno alla stella, sarebbe una vita sterile la loro, forse incompatibile con i modelli civili a lungo andare. Crile, devi prepararti al peggio. E se riuscissimo a organizzare la spedizione e una volta raggiunta la stella non trovassimo nulla, o trovassimo al massimo il relitto vuoto di Rotor?»

«In tal caso, amen. Ma e senz’altro possibile che siano sopravvissuti.»

«E che tu trovi tua figlia? Crile, caro, e prudente basare le tue speranze su cosi poco? Ammettiamo che Rotor sia sopravvissuto, che tua figlia sia sopravvissuta… lei aveva appena un anno quando l’hai lasciata, nel ‘22. Se apparisse di fronte a te adesso, avrebbe dieci anni, e se raggiungessimo la Stella Vicina al piu presto, mettendo a punto la nave in cinque anni, tua figlia avrebbe quindici anni. Non ti riconoscerebbe. E tu non la riconosceresti.»

«Dieci anni, o quindici, o cinquanta… non ha importanza. Se la vedessi, Tessa, la riconoscerei» disse Fisher.

19 Permanenza

XL

Marlene sorrise esitante a Siever Genarr. Si era abituata a entrare nel suo ufficio a proprio piacimento.

«Disturbo? Sei impegnato, zio Siever?»

«No, cara, in realta questo non e un lavoro impegnativo. E stato ideato apposta perche Pitt potesse liberarsi di me, e io l’ho accettato e l’ho tenuto per liberarmi di Pitt. Non lo confesserei a nessuno, ma sono costretto a dirti la verita dal momento che tu riconosci sempre le bugie.»

«Questo ti spaventa, zio Siever? Ha spaventato il Commissario Pitt, e avrebbe spaventato Aurinel… se gli avessi mostrato le mie capacita.»

«No, non mi spaventa, Marlene, perche mi sono rassegnato. Ho deciso che sono fatto di vetro, per te. Se devo essere sincero, la cosa e riposante. A pensarci bene, mentire e faticoso. Se la gente fosse davvero pigra, non mentirebbe mai.»

Marlene sorrise di nuovo. «E per questo che ti piaccio? Perche ti permetto di essere pigro?»

«Non riesci a capirlo?»

«No. Capisco che ti piaccio, pero non sono in grado di comprendere il perche. Dal tuo comportamento, e chiaro che ti piaccio, ma il motivo e nascosto nella tua mente, e al massimo riesco ad avere qualche sensazione vaga, a volte. Li dentro non posso penetrare.» Marlene riflette un attimo. «A volte mi piacerebbe poterlo fare.»

«No, e meglio cosi, dovresti essere contenta. Le menti sono posti sporchi, umidi, sgradevoli.»

«Perche dici questo, zio Siever?»

«Per esperienza. Non ho la tua dote naturale, pero sto in mezzo alla gente da molto piu tempo di te. Ti piace l’interno della tua mente, Marlene?»

Marlene parve sorpresa. «Non so. Perche non dovrebbe piacermi?»

«Ti piace tutto quello che pensi? Tutto quello che immagini? Ogni tuo impulso? Sii sincera. Anche se non posso leggerti in faccia, sii sincera.»

«Be’, certe volte penso delle cose sciocche, o cattive. Certe volte mi arrabbio e penso di fare delle cose che in realta non farei. Ma non capita spesso.»

«Non capita spesso? Non dimenticare che sei abituata alla tua mente.

Non l’avverti quasi. E come i vestiti che porti. Non senti il loro contatto, talmente sei abituata a indossarli. I capelli ti scendono sulla nuca, arricciandosi, ma non te ne accorgi. Se i capelli di qualcun altro ti toccassero la nuca, il prurito sarebbe insopportabile. La mente di qualcun altro potrebbe contenere dei pensieri per niente peggiori dei tuoi, ma sarebbero i pensieri di un altro e non ti piacerebbero. Per esempio, potrebbe non piacerti la simpatia che ho per te… se sapessi perche mi piaci. E molto meglio accettare il fatto che tu mi piaci cosi com’e, e basta, senza cercare le ragioni nella mia mente.»

La domanda di Marlene fu inevitabile. «Perche? Quali sono le ragioni?»

«Be’, mi piaci perche una volta ero come te.»

«Cosa intendi dire?»

«No, non ero una signorina con degli occhi splendidi e delle doti percettive insolite. Voglio dire che ero giovane, sentivo di non essere bello e sentivo che tutti mi detestavano per questo. E sapevo di essere intelligente, e non capivo perche gli altri non mi apprezzassero per la mia intelligenza. Mi sembrava ingiusto… mi disprezzavano per una qualita negativa e ignoravano una qualita positiva. Ero ferito, arrabbiato, Marlene, e ho deciso che non avrei mai trattato gli altri come gli altri trattavano me, ma non ho avuto molte occasioni per mettere in pratica i miei buoni propositi. Poi ho conosciuto te, e avevamo delle cose in comune. Io ero molto piu brutto di te, e tu sei molto piu intelligente, ma non mi dispiace che tu sia migliore di me.» Genarr fece un ampio sorriso. «E come se avesssi un’altra possibilita, una nuova opportunita… con dei vantaggi. Ma… basta. Non credo che tu sia venuta qui per parlarmi di questo. Non avro la tua perspicacia, pero fin qui ci arrivo.»

«Ecco, si tratta di mia madre.»

«Oh?» Genarr aggrotto le ciglia, e di colpo il suo interesse aumento in modo evidente. «Si?»

«In pratica, ha ultimato il suo progetto, lo sai. Se tornera su Rotor, vorra che anch’io torni con lei. Devo proprio?»

«Penso di si. Non vuoi andare?»

«No, zio Siever. Sento che e importante che io rimanga qui. Quindi dovresti fare una cosa: dire al Commissario Pitt che ti piacerebbe tenerci qui. Puoi inventare una scusa convincente. E il Commissario, ne sono certa, sara felicissimo di lasciarci su Eritro, soprattutto se gli spiegherai che la mamma ha scoperto che Nemesis distruggera la Terra.»

«Ti ha detto questo, Marlene?»

«No, non mi ha detto nulla, ma non era necessario. Puoi spiegare al Commissario che la mamma probabilmente lo secchera in continuazione, insistendo che bisogna avvertire il Sistema Solare.»

«Non hai pensato che Pitt non sara tanto ansioso di accontentarmi? Se avra l’impressione che io voglia tenere voi due qui nella Cupola, c’e il rischio che vi ordini di tornare su Rotor solo per contrariarmi.»

«Sono sicurissima che il Commissario preferira fare un favore a se stesso tenendoci qui, piuttosto che contrariarti richiamandoci su Rotor. E poi, tu vuoi che mia madre stia qui, perche… le vuoi bene.»

«Molto. Da una vita, a quanto pare. Ma lei non vuole bene a me. Tempo fa mi hai detto che tuo padre occupa ancora i suoi pensieri.»

«Le piaci sempre piu, zio Siever. Le piaci moltissimo.»

«Simpatia e amore sono due cose diverse, Marlene. Immagino che tu l’abbia gia scoperto.»

Marlene arrossi. «Sto parlando delle persone anziane.»

«Come me.» Genarr piego la testa all’indietro e rise. «Scusa, Marlene» disse poi. «Il fatto e che i vecchi

Вы читаете Nemesis
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату