«Ma non stai dicendo tutto, zio Siever» osservo Marlene, calma.

«Ah!» esclamo Eugenia, con un accenno di esultanza. «Cosa nasconde, Marlene?»

«E un po’ agitato per me. Non crede fino in fondo nel mio senso di sicurezza, nella mia incolumita. E incerto.»

«Com’e possibile, Marlene?» chiese Genarr. «Sono sicurissimo della tua incolumita.»

Ma Marlene ebbe un’illuminazione improvvisa e disse raggiante: «Secondo me, e per questo che hai aspettato tre giorni, zio Siever. Hai provato a convincere te stesso, ti sei imposto una sicurezza fittizia, perche io non notassi la tua incertezza. Ma non ha funzionato. La vedo ugualmente».

«Se si vede, Marlene, e soltanto perche sei molto importante per me, talmente importante che anche il minimo rischio mi disturba» spiego Genarr.

Eugenia intervenne rabbiosa. «Se anche il minimo rischio ti disturba, cosa credi che provi, io, che sono sua madre? Cosi, visto che eri incerto, ti sei procurato quelle analisi cerebrali, violando la privacy medica di Marlene.»

«Dovevo informarmi. E l’ho fatto. Sono insufficienti.»

«Insufficienti? In che senso?»

«Poco dopo la nascita della Cupola, quando il Morbo imperversava, abbiamo messo a punto un analizzatore cerebrale piu preciso e un programma piu efficiente per l’interpretazione dei dati. Queste apparecchiature sono rimaste sempre su Eritro. Dal momento che intendeva nascondere a tutti i costi l’esistenza del Morbo, Pitt non ha voluto che su Rotor apparisse all’improvviso un nuovo analizzatore cerebrale perfezionato. Avrebbe potuto suscitare degli interrogativi inopportuni, delle dicerie imbarazzanti. Assurdo, secondo me, ma anche in questo caso Pitt ha ottenuto cio che voleva. Quindi, Marlene, non sei mai stata esaminata in modo accurato, e io voglio un controllo col nostro analizzatore.»

Marlene arretro. «No.»

Sul volto di Eugenia apparve un’espressione speranzosa. «Perche no, Marlene?»

«Perche quando zio Siever l’ha detto… la sua incertezza e aumentata di colpo.»

«No, non e…» Genarr s’interruppe, alzo le braccia, e le lascio ricadere, rassegnato. «Bah, tanto, a che serve? Marlene, cara, se all’improvviso ti sono sembrato preoccupato, e perche abbiamo bisogno di un’analisi cerebrale della massima precisione da usare come modello di normalita mentale. Cosi, se il contatto con Eritro dovesse provocare la minima alterazione mentale, non riscontrabile altrimenti, ne osservandoti ne parlandoti, l’analisi cerebrale ci permettera di individuarla ugualmente. Be’, non appena parlo di un’analisi cerebrale di precisione, penso alla possibilita di scoprire appunto qualche cambiamento impercettibile… e questa idea suscita automaticamente un senso di preoccupazione. Ecco cosa vedi. Sentiamo, Marlene, quant’e grande la mia incertezza?»

«Non molto, pero e presente. Il guaio e che so solo che sei incerto. Non sono in grado di cogliere il perche. Forse questa analisi cerebrale speciale e pericolosa.»

«Impossibile. E stata usata tante… Marlene, tu sai che Eritro non ti danneggera. Non sai anche che l’analisi cerebrale non ti danneggera?»

«No.»

«Sai che ti danneggera?»

Una pausa, poi Marlene rispose riluttante: «No».

«Sei sicura riguardo a Eritro, e non sei sicura riguardo all’analisi cerebrale… Com’e possibile?»

«Non lo so. So solo che Eritro non mi danneggera, ma non so se l’analisi cerebrale sia in grado di nuocermi.»

Sul volto di Genarr apparve un sorriso. Non ci volevano doti particolari per capire che quel sorriso esprimeva un sollievo enorme.

«Perche questo ti fa sentire meglio, zio Siever?» domando Marlene.

«Perche se tu stessi inventando questa tua capacita intuitiva, per darti importanza o per qualche illusione fantastica o per romanticismo, la sfoggeresti sempre, in qualsiasi circostanza. Invece, no. Fai delle scelte. Sai certe cose, e certe altre non le sai. Per questo, sono molto piu propenso a crederti quando sostieni di essere certa che Eritro non ti danneggera, e non ho piu paura che l’analisi cerebrale possa rivelare qualcosa di allarmante.»

Marlene si giro verso la madre. «Ha ragione, mamma. Si sente molto meglio, e anch’io. E evidente. Non capisci anche tu?»

«Quello che capisco non ha importanza» rispose Eugenia. «Io non mi sento meglio.»

«Oh, mamma» mormoro Marlene. Poi, alzando la voce, si rivolse a Genarr. «Faro l’analisi.»

XLVI

«Non mi sorprende» sussurro Siever Genarr.

Stava osservando i grafici intricati, quasi floreali, del computer che scorrevano lentamente, colorati. Eugenia Insigna, al suo fianco, fissava senza comprendere.

«Non ti sorprende, cosa, Siever?» chiese.

«Non sono in grado di darti una spiegazione precisa perche non conosco bene il linguaggio specialistico. E se dovesse spiegarlo Ranay D’Aubisson, la nostra esperta locale del settore, nessuno dei due capirebbe. Comunque, Ranay mi ha fatto notare questo…»

«Sembra un guscio di chiocciola.»

«Risalta grazie al colore. Stando a Ranay, e un indice di complessita, piuttosto che una indicazione diretta di forma fisica. Questa parte e atipica. In genere, non si trova nei cervelli.»

Le labbra di Eugenia tremarono. «Intendi dire che Marlene e gia stata colpita?»

«No, assolutamente. Ho detto atipica, non anormale. Non credo sia il caso di spiegare la differenza a una scienziata come te. Devi ammettere che Marlene e diversa. In un certo senso, sono contento che ci sia la chiocciola. Se il suo cervello fosse completamente tipico, dovremmo chiederci: 'Perche Marlene e cosi, allora? Da dove viene la sua percettivita? E un’abile simulazione, o siamo degli sciocchi?'.»

«Ma come fai a sapere che non e qualcosa di… di…»

«Patologico? Impossibile. Abbiamo tutte le sue analisi cerebrali, dall’infanzia in poi. Questa atipicita e sempre stata presente.»

«Non mi hanno detto nulla. Non me ne hanno mai parlato…»

«Naturale. Quelle vecchie analisi erano piuttosto primitive e non si vedeva, almeno non in maniera tale da balzare agli occhi. Ma adesso che abbiamo questa analisi dettagliata e siamo in grado di vedere chiaramente questo particolare, possiamo esaminare le analisi precedenti e individuarlo. Cosa che Ranay ha gia fatto. Credimi, Eugenia, questa tecnica avanzata di analisi cerebrale dovrebbe essere usata anche su Rotor. Pitt ha fatto male a sopprimerla; e stata una delle sue mosse piu stupide. E costosa, naturalmente.»

«Paghero» mormoro Eugenia.

«Non essere sciocca. La spesa e a carico della Cupola. Dopo tutto, questo potrebbe aiutarci a risolvere il mistero del Morbo. Almeno, sara la spiegazione che daro se dovessero fare domande. Bene, siamo a posto. Il cervello di Marlene e stato registrato con una precisione senza precedenti. Se dovesse subire qualche alterazione, anche minima, si vedra subito sullo schermo.»

«Non hai idea di quanto sia spaventoso, questo» disse Eugenia.

«Sai, ti capisco. Ma Marlene e cosi fiduciosa che non posso fare a meno di essere d’accordo con lei. Sono convinto che questo forte senso di sicurezza abbia un fondamento logico.»

«Com’e possibile?»

Genarr indico il guscio di chiocciola. «Tu non hai questo, e nemmeno io, quindi nessuno dei due e in grado di stabilire da dove provenga il senso di sicurezza di Marlene. Pero lei e sicura, quindi dobbiamo lasciarla uscire sulla superficie.»

«Perche dobbiamo esporla a questo rischio? Puoi spiegarmelo?»

«Per due motivi. Primo, Marlene sembra molto decisa, e ho la sensazione che prima o poi otterra quel che vuole, se e tanto decisa. In tal caso, tanto vale accogliere la sua richiesta di buon grado e mandarla fuori, dato che non riusciremo a trattenerla a lungo. Secondo, e possibile che in questo modo scopriamo qualcosa sul Morbo… non so cosa, pero anche un piccolissimo indizio che consenta di ricavare altri dati sul Morbo sara preziosissimo.»

«Non quanto la mente di mia figlia.»

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