«A Marlene piaceva andare lassu ogni tanto» rispose Eugenia. «Mi ha spiegato che di solito era sola. Nell’ultimo anno, piu o meno, diceva che le piaceva osservare Eritro. Avrei dovuto ascoltarla con maggiore attenzione…»
«Marlene e insolita… Secondo me, la cosa che da fastidio alla maggior parte della gente e le impedisce di venire quassu e quella.»
«Cosa?» domando Eugenia.
«La… Guarda.» Genarr stava indicando un punto del cielo, ma nell’oscurita Eugenia non vedeva il suo braccio. «Quella stella molto luminosa… la piu luminosa.»
«Vuoi dire il Sole… il nostro Sole… il Sole del Sistema Solare…»
«Si. E un intruso. Se non fosse per quella stella cosi luminosa, questo cielo sarebbe quasi identico al cielo visto dalla Terra. Alfa Centauri e in una posizione piuttosto anomala e Sirio e leggermente spostata, ma non ci faremmo caso. A parte queste cose, il cielo che vedi sarebbe quello osservato dai Sumeri cinquemila anni fa. Se non fosse per il Sole.»
«E tu pensi che il Sole tenga lontane le persone dalla sala d’osservazione?»
«Si, puo darsi che sia un fenomeno inconscio, pero la vista del Sole le turba, secondo me. Si tende a pensare che il Sole sia lontano, lontanissimo, irraggiungibile, che appartenga quasi a un altro universo. Invece, eccolo la, in cielo, luminoso, che si impone alla nostra attenzione, che suscita in noi sensi di colpa per averlo abbandonato.»
«Ma allora, perche i bambini e gli adolescenti non frequentano la sala d’osservazione? In pratica, loro non sanno nulla del Sole e del Sistema Solare.»
«Noi adulti diamo un esempio negativo. Quando saremo morti noi, quando per tutti i rotoriani che verranno dopo il Sistema Solare sara soltanto un’espressione, nient’altro che parole, Rotor si sentira di nuovo padrone di questo cielo, e questo posto sara affollato… se esistera ancora.»
«Pensi che non esistera piu?»
«Non possiamo prevedere il futuro, Eugenia.»
«Finora, sembra che prosperiamo, che ci stiamo sviluppando.»
«Gia, e vero… Ma e quella stella luminosa, l’intruso, che mi preoccupa.»
«Il nostro vecchio Sole. Che puo farci? Non puo raggiungerci.»
«Certo che puo» replico Genarr, fissando l’astro scintillante nella parte occidentale del cielo. «Quelli che abbiamo lasciato alle nostre spalle, sulla Terra e sulle Colonie, scopriranno Nemesis prima o poi. Forse l’hanno gia scoperta. E forse hanno l’iperassistenza. Secondo me, devono aver messo a punto l’iperassistenza poco dopo la nostra partenza. La nostra scomparsa improvvisa deve averli stimolati parecchio.»
«Siamo partiti quattordici anni fa. Perche non sono gia qui?»
«Forse li spaventa il pensiero di un viaggio di due anni. Sanno che Rotor ha tentato, ma non sanno che il tentativo ha avuto successo. Forse pensano che i resti di Rotor siano sparsi nello spazio dal Sole a Nemesis.»
«A
«No, non lo avevamo il coraggio. Credi che Rotor avrebbe tentato se non ci fosse stato Pitt? E stato
«Un grande capo» lo corresse Eugenia. «
Seguirono altri attimi di silenzio, finche Genarr non disse sottovoce: «Aspetto sempre che ci seguano, che arrivino qui. E questa la mia piu grande paura, e sembra che si accentui quando vedo l’intruso che brilla in cielo. Ormai sono quattordici anni che abbiamo lasciato il Sistema Solare. Cos’hanno fatto loro in questi quattordici anni? Non te lo sei mai chiesto, Eugenia?».
«Mai» rispose lei, semiaddormentata. «Le mie preoccupazioni sono piu immediate.»
22 Asteroide
22 agosto 2235! Significava qualcosa per Crile Fisher, perche era il compleanno di Tessa Wendel. Per la precisione, era il suo cinquantatreesimo compleanno. Tessa non fece alcun accenno al giorno, ne al suo significato… forse perche su Adelia era cosi orgogliosa del proprio aspetto giovanile, o forse perche era fin troppo consapevole dei cinque anni di vantaggio di Fisher.
Ma a Crile non importava la loro relativa differenza di eta.
Anche se Crile non fosse stato attratto dalla sua intelligenza e dal suo vigore sessuale, Tessa deteneva la chiave di Rotor, e lui lo sapeva.
Ora attorno agli occhi di Tessa c’erano delle minuscole grinze, e la parte superiore delle sue braccia era piuttosto flaccida, ma quel compleanno passato sotto silenzio fu un giorno trionfale per la scienziata. Tessa Wendel arrivo spedita nell’appartamento, che nel corso degli anni era diventato sempre piu lussuoso, e si abbandono sulla solida poltrona (dal fondo a campo d’energia) con un sorriso soddisfatto.
«E andato tutto liscio come lo spazio interstellare. Perfezione assoluta.»
«Mi sarebbe piaciuto assistere» disse Crile.
«Anche a me sarebbe piaciuto che fossi presente, Crile, ma adesso i non addetti ai lavori non sono ammessi, e ti coinvolgo gia in fin troppo.»
L’obiettivo era stato Ipermnestra, un asteroide anonimo che si trovava in una posizione adatta allo scopo, non troppo vicino ad altri asteroidi in quel momento, e soprattutto non troppo vicino a Giove. Inoltre, non interessava a nessuna Colonia ed era abbandonato a se stesso. E, per concludere, c’erano le prime due sillabe del nome, un particolare senza dubbio insignificante, ma che sembrava indicare un obiettivo adeguato per un volo ultraluce nell’iperspazio.
«Dunque, la nave e arrivata a destinazione senza problemi…»
«A diecimila chilometri dall’asteroide. Avremmo potuto farla avvicinare di piu senza difficolta, ma non volevamo rischiare un’intensificazione del suo campo gravitazionale, anche se era debole. E naturalmente l’abbiamo riportata nel punto prestabilito. Adesso sta rientrando scortata da due navi normali.»
«Le Colonie saranno state all’erta, immagino.»
«Oh, certo, ma un conto e vedere la nave che sparisce improvvisamente, un conto e sapere dov’e andata, se e partita alla velocita della luce o a una velocita inferiore o a una molto superiore… e soprattutto, che sistema e stato usato. Quindi, quello che vedono le Colonie non significa proprio nulla.»
«Non avevano nulla nelle vicinanze di Ipermnestra, vero?»
«Non potevano conoscere la destinazione scelta, a meno che il nostro apparato di sicurezza non avesse funzionato, cosa che a quanto pare non si e verificata. E anche se lo avessero saputo o avessero indovinato qualcosa, sarebbe stato comunque troppo poco per aiutarli a capire. Considerando tutto, e andata in modo molto soddisfacente, Crile.»
«Un passo da gigante, allora.»
«Con altri passi da gigante ancora da compiere. Era la prima nave, in grado di trasportare un essere umano, di raggiungere una velocita ultraluce, pero, come sai, il personale di bordo, se questa e l’espresione giusta, era costituito da un robot.»
«Il robot ha funzionato bene?»
«Benissimo, ma non e un dato molto significativo… dimostra solo che possiamo trasferire una massa abbastanza grande avanti e indietro senza danni… almeno senza danni a livello macroscopico. Ci vorranno parecchie settimane di controlli per assicurarsi che non ci siano stati danni pericolosi a livello microscopico. E, naturalmente, dobbiamo sempre costruire navi piu grandi, mettere a punto i sistemi di sopravvivenza e collaudarli, aumentare i