«E se hai fretta, pensi che la gravita sia trascurabile, e invece non e cosi?»
«Devi augurarti che non accada.»
«Hai parlato di tensioni durante la transizione. Questo significa che la nostra prima transizione potrebbe essere fatale, anche tenendo conto della gravita.»
«
«Anche se non fosse fatale, potrebbe essere spiacevole, no?»
«E piu difficile rispondere a questa domanda, perche in questo caso si tratta di esprimere un giudizio soggettivo. Devi renderti conto che non c’e accelerazione. Con l’iperassistenza, una nave deve raggiungere la velocita della luce, e perfino superarla per certi periodi, usando un campo iperspaziale a bassa energia. Il rendimento e basso, le velocita sono alte, i rischi notevoli, e francamente non so quali possano essere i disagi. Col volo ultraluce, usando un campo iperspaziale ad alta energia, noi compiamo la transizione a velocita normali. Magari viaggiamo a una velocita di mille chilometri al secondo, e un attimo dopo filiamo a mille milioni di chilometri al secondo senza accelerazione. E dato che non c’e accelerazione, non la sentiamo.»
«Com’e possibile che non ci sia accelerazione se la velocita aumenta in un attimo di un milione di volte?»
«Perche la transizione e l’equivalente matematico dell’accelerazione. Tuttavia, mentre il corpo umano reagisce all’accelerazione, non reagisce alla transizione.»
«Ma come si fa a stabilirlo?»
«Inviando degli animali nell’iperspazio da un punto a un altro punto. Sono nell’iperspazio solo per una frazione di microsecondo, ma e la transizione spazioiperspazio che ci interessa, e questa transizione avviene in entrambe le direzioni anche per un passaggio brevissimo nell’iperspazio.»
«E avete provato con gli animali?»
«Certo. Arrivati a destinazione, non potevano raccontarci le loro impressioni, pero erano illesi, tranquilli. Chiaramente non avevano subito alcun danno. Abbiamo provato con decine di animali di ogni genere. Perfino con le scimmie, e sono sopravvissute tutte benissimo… a parte un caso.»
«Ah! E in quell’unico caso, cos’e successo?»
«L’animale era morto, mutilato in modo… grottesco. Ma l’incidente e stato provocato da un errore di programmazione. Non e stata la transizione. E qualcosa del genere puo accadere anche a noi. E improbabile, pero e possibile. Equivarrebbe a varcare una soglia, inciampare, cadere e rompersi il collo. Sono cose che capitano, pero non ci aspettiamo che capitino tutte le volte che varchiamo una soglia. Va bene?»
«Non ho scelta, immagino» osservo Fisher, torvo. «Va bene.»
Due ore e ventisette minuti dopo, la nave passo indenne nell’iperspazio, senza che i membri dell’equipaggio avvertissero nulla, e il primo volo ultraluce a velocita molto superiori a quella della luce ebbe luogo.
La transizione avvenne alle 21,20 del 15 gennaio 2237, ora standard terrestre.
31 Nome
Silenzio!
A Marlene piaceva moltissimo… soprattutto perche poteva romperlo se solo lo desiderava. Si chino a raccogliere un sassolino e lo getto contro una roccia. Un lieve tonfo, poi il sassolino cadde sul terreno e si fermo.
Poiche aveva lasciato la Cupola con gli indumenti che avrebbe indossato su Rotor, era perfettamente libera.
Si era allontanata dalla Cupola avviandosi direttamente verso il ruscello, senza nemmeno soffermarsi a controllare i punti di riferimento.
Le ultime parole di sua madre erano state una implorazione piuttosto debole… «Ti prego, Marlene, ricorda che hai detto che rimarrai in vista della Cupola.»
Marlene aveva sorriso un istante, ma non aveva prestato attenzione. Forse sarebbe rimasta nei paraggi, o forse no. Non intendeva lasciarsi imporre restrizioni, indipendentemente dalle promesse che era stata costretta a fare per il quieto vivere. In fin dei conti, aveva con se un ricetrasmettitore di segnali. Avrebbero potuto localizzarla in qualsiasi momento. E lei avrebbe potuto servirsi dell’apparecchio per individuare la direzione della Cupola.
Se avesse avuto un incidente, se fosse caduta o si fosse fatta male in qualche modo, avrebbero potuto soccorrerla.
Se l’avesse colpita un meteorite… be’, sarebbe morta. Non ci sarebbe stato nulla da fare, anche se fosse stata vicino alla Cupola. Anche col pensiero inquietante dei meteoriti, era tutto cosi meraviglioso e tranquillo su Eritro.
Su Rotor, sempre rumore.
Dovunque si andasse, l’aria vibrava di onde sonore che martellavano i timpani stanchi. Sulla Terra doveva essere anche peggio… otto miliardi di esseri umani, trilioni di animali, tempeste, scrosci d’acqua dal mare e dal cielo. Una volta aveva provato ad ascoltare una registrazione intitolata
Ma li su Eritro c’era un silenzio meraviglioso.
Giunse al ruscello. L’acqua le scorreva accanto gorgogliando. Marlene raccolse un ciottolo dentellato e lo getto nell’acqua, e si senti un tonfo leggero. I suoni non erano proibiti su Eritro; erano semplicemente distribuiti con parsimonia come ornamenti occasionali che servivano a rendere piu prezioso il silenzio circostante.
Batte il piede sul fondo argilloso della sponda. Di nuovo un lieve tonfo, e un’impronta vaga. Si chino, chiuse la mano a coppa, prese un po’ d’acqua, e la verso sul terreno di fronte a se. Il terreno si inumidi e divento piu scuro in certi punti… chiazze cremisi sullo sfondo rosa. Verso altra acqua, poi premette il piede destro con forza. Quando alzo la scarpa, c’era un’impronta piu profonda.
C’erano delle rocce sparse qua e la nel ruscello, e Marlene le uso come appoggi per guadare.
Quindi prosegui, camminando spedita, dondolando le braccia, respirando a fondo. Sapeva che li la percentuale di ossigeno era piu bassa rispetto a Rotor. Se avesse corso, si sarebbe stancata in fretta, ma non aveva nessuna voglia di correre.
Correndo, non avrebbe potuto gustare con calma il suo mondo.
Voleva guardare ogni cosa!
Si volto. La Cupola era ancora visibile, soprattutto la bolla che ospitava gli strumenti astronomici. Marlene si irrito. Non era abbastanza lontana. Voleva poter girare su se stessa e vedere l’orizzonte come un cerchio perfetto anche se irregolare, ininterrotto, senza alcun segno della presenza umana (a parte lei).
Doveva chiamare la Cupola? Dire a sua madre che sarebbe sparita per un po’? No, avrebbero solo litigato. Tanto, ricevevano la sua portante, e avrebbero capito che era viva, stava bene, e si stava muovendo nella zona. Se l’avessero chiamata, li avrebbe ignorati, decise Marlene. Oh, si! Dovevano lasciarla in pace.
I suoi occhi si stavano abituando al rosa di Nemesis e del terreno tutt’intorno. Non era solo rosa. C’erano cento sfumature… porpora, arancione, quasi giallo in certi punti. Col tempo, con il progressivo adattamento, quel mondo sarebbe diventato una nuova tavolozza di colori per Marlene, variegata come Rotor, ma piu riposante.
Cosa sarebbe successo se un giorno gli uomini si fossero insediati su Eritro, introducendo la vita, costruendo citta? Lo avrebbero rovinato? O avrebbero tenuto presente l’esempio della Terra e si sarebbero comportati in modo diverso, prendendo quel mondo intatto e trasformandolo in qualcosa che si avvicinasse al loro ideale, ai loro desideri?
Ai desideri di chi?
Ecco il problema. Non tutti avrebbero avuto le stesse idee, e avrebbero litigato, perseguendo fini inconciliabili. Sarebbe stato meglio che Eritro rimanesse deserto?
Ma sarebbe stato giusto, dal momento che gli uomini avrebbero potuto goderselo tanto? Marlene non voleva lasciarlo, questo era certo. Su Eritro provava un senso di calore. Non sapeva perche, ma si sentiva piu a suo agio li