sottoporla a un’analisi cerebrale se ci saranno segni di anormalita.»
«Ho intenzione di darle il permesso di esplorare liberamente Eritro a suo piacimento. Posso contare sul tuo appoggio?»
«Dal momento che ho espresso la mia opinione professionale e le ho detto che la ragazza non ha il Morbo, io non faro nulla per ostacolarla, Comandante, pero dovra essere lei, lei solo, a dare l’ordine. E se sara necessario mettere qualcosa per iscritto, dovra essere lei a firmare.»
«Ma tu non cercherai ti fermarmi.»
«Non ho motivo di farlo.»
Il pranzo era terminato, e in sottofondo si sentiva una musica sommessa. Siever Genarr, che durante il pasto aveva parlato di altre cose, vista l’inquietudine di Eugenia, infine disse: «Le parole sono le parole di Ranay D’Aubisson, ma dietro c’e la forza di Janus Pitt, si sente che e stato lui a dettarle».
L’espressione di Eugenia si fece ancor piu ansiosa. «Lo pensi davvero?»
«Si… e dovresti pensarlo anche tu. Conosci Janus meglio di me. Peccato. Ranay e una scienziata in gamba, ha una mente profonda, e una brava persona, pero e ambiziosa… come tutti, del resto… quindi e corruttibile. Vuole davvero passare alla storia come la debellatrice del Morbo di Eritro.»
«E per riuscirci, sarebbe disposta a mettere a repentaglio Marlene?»
«Non nel senso che voglia farlo, o che sia smaniosa di farlo… disposta nel senso… be’, si, se non c’e altro sistema.»
«Ma qualche altro sistema dev’esserci. Mandare Marlene incontro al pericolo, come una qualsiasi cavia… e mostruoso.»
«Non dal suo punto di vista… sicuramente, non da quello di Pitt. Vale senz’altro la pena di perdere una mente, se serve a liberare un mondo e a renderlo abitabile per milioni di persone. E crudele considerare il problema in questi termini, ma le generazioni future potrebbero fare di Ranay un’eroina proprio per la sua crudelta, ed essere d’accordo con lei che valeva la pena di perdere una mente, o anche mille… se necessario.»
«Gia, la mente di qualcun altro, pero.»
«Naturale. Nel corso della storia, gli esseri umani sono sempre stati pronti a sacrificare gli altri. Pitt non esiterebbe di certo. Non sei d’accordo?»
«Riguardo Pitt? Si, eccome» rispose Eugenia, energica. «E pensare che ho lavorato con lui in tutti questi anni.»
«Quindi puoi immaginare il suo atteggiamento moralistico in un caso del genere. 'Il massimo bene per il massimo numero', direbbe. Ranay ammette di avere parlato con lui durante la sua recente visita su Rotor, e sono sicurissimo che Pitt le avra detto proprio questo… magari usando altre parole ma lasciando inalterata la sostanza.»
«E cosa direbbe Pitt se il Morbo distruggesse Marlene e rimanesse un mistero insoluto?» fece amara Eugenia. «Cosa direbbe se la vita di mia figlia venisse rovinata inutilmente? E cosa direbbe la D’Aubisson?»
«La dottoressa sarebbe infelice, ne sono certo.»
«Perche non scoprirebbe nessuna cura e non diventerebbe famosa?»
«Naturalmente, pero sarebbe infelice anche per la sorte di Marlene… e si sentirebbe in colpa, suppongo. Non e un mostro. In quanto a Pitt…»
«Lui
«Be’, non proprio… ma e di vedute limitate. Vede solo i suoi piani per il futuro di Rotor. Se qualcosa dovesse andare storto, dal nostro punto di vista, indubbiamente Pitt si dira che in ogni caso Marlene avrebbe intralciato i suoi piani… quindi, poco male per Rotor. E avra la coscienza tranquilla.»
Eugenia scosse leggermente la testa. «Vorrei che ci sbagliassimo, che Pitt e la D’Aubisson non fossero colpevoli di certe cose.»
«Anch’io lo vorrei, ma mi fido di Marlene e della sua capacita di leggere il linguaggio del corpo. Se Marlene sostiene che Ranay era
«La D’Aubisson ha detto che era felice per ragioni professionali» replico Eugenia. «Se devo essere sincera, posso anche capirla. In fin dei conti, anch’io sono una scienziata.»
«Certo.» Il volto non propriamente bello di Genarr s’increspo in un sorriso. «Tu hai lasciato il Sistema Solare e hai affrontato un viaggio senza precedenti, di anni luce, per acquisire nuove conoscenze astronomiche, pur sapendo che quel viaggio avrebbe potuto essere fatale a tutti i rotoriani.»
«Molto improbabile, a mio avviso.»
«Abbastanza improbabile da spingerti a rischiare la vita di tua figlia, una bambina di un anno. Avresti potuto lasciarla a tuo marito, cosi sarebbe stata al sicuro, anche se in questo modo non l’avresti piu rivista. Invece, l’hai esposta al pericolo, e non per il bene di Rotor… l’hai fatto per te stessa.»
«Smettila, Siever. Stai dicendo delle cose crudeli.»
«Sto solo cercando di dimostrarti che, con un po’ di ingegnosita, e possibile considerare da due punti di vista completamente opposti quasi qualsiasi cosa. Si, Ranay parla di piacere professionale, pero Marlene ha detto che l’atteggiamento della dottoressa era malvagio e, come ti ripeto, mi fido del giudizio di tua figlia.»
«Allora, suppongo che sia ansiosa di fare uscire di nuovo Marlene» disse Eugenia, mentre gli angoli della sua bocca si piegavano all’ingiu.
«Credo di si, pero e abbastanza cauta da insistere che sia io a dare l’ordine, e ha suggerito addirittura di metterlo per iscritto. Se dovesse andare storto qualcosa, vuole assicurarsi che la responsabilita ricada su di me. Comincia a ragionare come Pitt. Il nostro caro Janus e contagioso.»
«In tal caso, Siever, non devi mandar fuori Marlene. Perche fare il gioco di Pitt?»
«Al contrario, Eugenia. Non e affatto semplice. Noi
«
«Non c’e alternativa. E non c’e nessun pericolo per Marlene. Vedi, mi sono convinto adesso… avevi ragione quando hai parlato dell’esistenza di una forma di vita planetaria in grado di influenzarci. Hai fatto notare che io ho sperimentato l’effetto deleterio di quella influenza, come te, come la guardia… e e sempre successo quando qualcuno ha cercato di contrastare Marlene. E successo anche a Ranay, ho visto benissimo. Quando ha provato a costringerla a sottoporsi all’analisi cerebrale, Ranay si e piegata in due, stava malissimo. Quando ho persuaso Marlene ad accettare l’analisi cerebrale, Ranay si e sentita subito meglio.»
«Be’, appunto, Siever… Se sul pianeta c’e una forma di vita maligna…»
«No, aspetta, Eugenia. Io non ho detto che questa forma di vita e maligna. Anche se ha provocato il Morbo, come pensi tu, il Morbo poi e cessato. Perche ci siamo accontentati di rimanere nella Cupola, secondo la tua teoria… ma se questa forma di vita fosse davvero maligna, ci avrebbe sterminati e non avrebbe accettato questa specie di compromesso civile.»
«Non credo sia saggio basarsi sulle azioni di una forma di vita completamente aliena per dedurre i suoi sentimenti o le sue intenzioni. Quello che pensa potrebbe esulare completamente dalla nostra comprensione.»
«Sono d’accordo. Pero questa forma di vita aliena non sta danneggiando Marlene. Tutto quel che ha fatto e servito a
«Allora, perche Marlene era spaventata, perche si e messa a correre verso la Cupola urlando? Non credo assolutamente alla storia che ha raccontato… Marlene non stava solo cercando di fare rumore perche il silenzio la innervosiva.»
«In effetti, e poco credibile. Ma il panico e scomparso in fretta. Quando i soccorritori l’hanno raggiunta, Marlene sembrava perfettamente normale. La forma di vita l’avra spaventata in qualche modo, immagino… se e improbabile che noi riusciamo a capirla e altrettanto improbabile che la forma di vita riesca a capire noi, suppongo… pero, quando si e accorta della reazione di Marlene, e intervenuta subito e l’ha calmata. Questo spiegherebbe l’accaduto e dimostrerebbe, ancora una volta, la natura benevola di questa forma di vita.»
Eugenia stava aggrottando le ciglia. «Il guaio e, Siever, che tu hai il vizio terribile di pensare bene di tutti… e di tutto. Non posso fidarmi della tua interpretazione.»
«Fiducia o no, ti accorgerai che non possiamo ostacolare Marlene in nessun modo. Fara quel che vuole, e chi provera a ostacolarla si ritrovera a boccheggiare per il dolore o privo di sensi.»