tragedia sarebbe la fine di un sogno. Se non torniamo, non sapranno mai com’e andata. Puo darsi che pensino che la transizione sia stata fatale, e magari non proveranno piu.»

«Ma devono insistere, se vogliono abbandonare la Terra.»

«Forse rinunceranno, aspetteranno passivi che la stella si avvicini e prosegua nello spazio, morendo a poco a poco.» Tessa lo aveva guardato, battendo le palpebre, il volto stanchissimo. «E sarebbe anche la fine del tuo sogno, Crile.»

Fisher aveva stretto le labbra, rimanendo zitto.

Quasi timidamente, Tessa aveva detto: «Ma in questi anni, Crile, hai avuto me. Se sei destinato a rinunciare al tuo sogno… a tua figlia… io ti sono bastata?»

«Potrei chiederti… se sei destinata a rinunciare al tuo sogno, al volo ultraluce, ti sono bastato, io

Non era facile rispondere, per nessuno dei due, poi pero Tessa aveva detto: «Dopo il volo ultraluce, Crile, tu sei la cosa piu importante che abbia avuto, e non posso proprio lamentarmi. Grazie».

«Questo vale anche per me, Tessa… e non l’avrei mai immaginato, all’inizio. Se non avessi avuto una figlia, ci saresti stata solo tu. Vorrei quasi…»

«No. Mi accontento di occupare il secondo posto, in ordine di importanza.»

Si erano tenuti per mano. In silenzio. E avevano osservato le stelle.

Poi Merry Blankowitz si era affacciata alla porta. «Capitano Wendel, Wu ha un’idea. L’ha sempre avuta, dice… pero era restio a parlargliene.»

Tessa si era alzata. «Perche era restio?»

«Una volta le ha accennato la cosa, sostiene… e lei gli ha detto di non essere sciocco.»

«Davvero? E convinto che io sia infallibile? Adesso lo ascoltero, e se sara una buona idea gli torcero il collo per non avere insistito prima.»

Dopo di che, Tessa era uscita.

LXXII

Nel giorno e mezzo successivo, a Fisher non era rimasto che aspettare. Avevano mangiato assieme, come sempre, ma in silenzio. Chissa se gli altri avevano dormito? Fisher non lo sapeva. Lui aveva dormito solo a intervalli irregolari e al suo risveglio era piombato di nuovo nella disperazione.

'Quanto possiamo andare avanti cosi?' si chiese il secondo giorno, ammirando la bellezza di quel puntino irraggiungibile che brillava nel cielo, e che fino a poco tempo prima lo aveva scaldato e aveva illuminato il suo cammino sulla Terra.

Prima o poi, sarebbero morti. La moderna tecnologia spaziale avrebbe prolungato la vita. I sistemi di riciclaggio erano piuttosto efficienti. Anche il cibo sarebbe durato a lungo, purche fossero disposti a mangiare l’insipido pane di alghe che sarebbe rimasto alla fine.

I motori a microfusione avrebbero continuato a erogare energia per un pezzo. Ma, sicuramente, nessuno avrebbe voluto prolungare la propria esistenza per tutto il tempo consentito dalla nave.

Di fronte alla prospettiva certa di una lenta agonia e di una morte solitaria, la soluzione razionale sarebbe stata quella di ricorrere ai demetabolizzatori regolabili.

Sulla Terra era il metodo preferito per suicidarsi… perche non avrebbe dovuto esserlo anche a bordo della nave? Volendo, si poteva regolare il dosaggio per una giornata intera di vita normale, e viverla il piu gioiosamente possibile… sapendo che sarebbe stata l’ultima. Al termine del giorno, sarebbe subentrata una sonnolenza naturale. Sbadigliando, il «demetabolizzato» sarebbe scivolato in un sonno tranquillo costellato di sogni riposanti; lentamente, il sonno sarebbe diventato piu profondo, i sogni sarebbero svaniti, e non ci sarebbe piu stato alcun risveglio.

Non era mai stata inventata una morte piu dolce.

Poi, poco prima delle 17, ora della nave, a due giorni di distanza dalla transizione che aveva spostato la nave lungo una traiettoria curva invece che rettilinea, Tessa si precipito nella sala. Aveva gli occhi spiritati, ansimava, e i suoi capelli scuri, ormai cosparsi di grigio, erano scarmigliati.

«Brutte notizie?» chiese Fisher costernato, alzandosi.

«No, buone!» Tessa si abbandono su un sedile.

Fisher non era sicuro di avere capito bene… forse le parole di Tessa erano solo ironiche. La fisso, e vide che si calmava, che tornava padrona di se.

«Buone» ripete lei. «Ottime. Eccezionali! Crile, hai di fronte a te un’idiota. Immagino che non mi riprendero piu da questo colpo.»

«Be’, che e successo?»

«ChaoLi Wu aveva la risposta. Fin dall’inizio. Me l’aveva detto. Ricordo benissimo. Mesi fa. Un anno fa, probabilmente. Non gli ho dato retta.

Non l’ho nemmeno ascoltato, in pratica.» Tessa fece una pausa per riprendere fiato. L’eccitazione aveva sconvolto il ritmo naturale del suo linguaggio. «Il guaio e che mi consideravo la massima autorita mondiale in fatto di volo ultraluce, ed ero convinta di sapere gia tutto, di avere gia pensato a tutto. Se qualcuno suggeriva qualcosa che a me sembrava strana, be’, l’idea era sbagliata e basta, e stupida, magari. Capisci?»

«Ho conosciuto delle persone del genere» rispose torvo Fisher.

«Capita a tutti di comportarsi cosi, ogni tanto, in determinate circostanze. Soprattutto agli scienziati quando invecchiano, suppongo. Ecco perche i giovani e audaci rivoluzionari della scienza diventano vecchi fossili dopo qualche decennio. La loro immaginazione perde elasticita, l’amor proprio la blocca, ed e la fine. E per me, adesso, e la fine… Ma, lasciamo perdere. Ci e voluto piu di un giorno per risolvere il problema, per modificare le equazioni, per programmare il computer e allestire le simulazioni necessarie, per imboccare vicoli ciechi e uscirne. Ci sarebbe voluta una settimana, normalmente, ma abbiamo lavorato a un ritmo pazzesco.»

Tessa Wendel si interruppe, quasi avesse bisogno di riprendere fiato un’altra volta. Fisher attese che continuasse e la incoraggio annuendo, stringendole la mano.

«E complicato» prosegui Tessa. «Provero a spiegartelo. Ecco… Attraverso l’iperspazio, andiamo da un punto dello spazio a un altro punto dello spazio in tempo zero. Ma per farlo seguiamo una traiettoria, un sentiero, che cambia ogni volta, a seconda del punto di partenza e di quello d’arrivo. Noi non vediamo questo sentiero, non possiamo osservarlo, non lo percepiamo, e in realta non lo seguiamo in senso spaziotemporale. La sua esistenza e abbastanza incomprensibile. Lo chiamiamo 'sentiero virtuale'. Io stessa ho elaborato questo concetto.»

«Se non si puo osservare, se non si percepisce, come fai a sapere che esiste?»

«Si puo calcolare, con le equazioni che usiamo per descrivere il moto attraverso l’iperspazio. Le equazioni ci danno il sentiero.»

«E chi ti garantisce che le equazioni descrivano qualcosa di realmente esistente? Potrebbe essere solo… matematica.»

«Gia. Lo pensavo anch’io. E l’ho ignorato. E stato Wu a suggerire che avrebbe potuto essere un particolare importante… un anno fa, forse… e io, idiota, ho respinto l’idea. Un sentiero virtuale aveva solo un’esistenza virtuale, secondo me. Se non si poteva misurare, esulava dall’ambito della scienza. Sono stata miope. Se ci penso, mi detesto.»

«D’accordo. Supponiamo che il sentiero virtuale in qualche modo esista. Allora?»

«In tal caso, se il sentiero virtuale passa accanto a un corpo di dimensioni considerevoli, la nave e soggetta alle influenze gravitazionali. Questo e stato il primo concetto nuovo, strabiliante, utilissimo… l’attrazione di gravita puo farsi sentire lungo il sentiero virtuale.» Tessa scosse la testa in un gesto rabbioso. «In un certo senso, l’avevo intuito anch’io, ma ho pensato che, dal momento che la nave avrebbe viaggiato a una velocita molto superiore a quella della luce, l’attrazione di gravita non avrebbe avuto il tempo di farsi sentire in modo percepibile. Quindi, ho concluso che lo spostamento sarebbe stato rettilineo.»

«Ma non e andata cosi.»

«No, naturalmente. E Wu ha spiegato il fenomeno. Immaginiamo che la velocita della luce sia un punto zero. Tutte le velocita inferiori a quella della luce sarebbero grandezze negative, e tutte quelle superiori alla velocita della luce sarebbero grandezze positive. Nell’universo normale in cui viviamo, percio, tutte le velocita sarebbero negative, in base a questa convenzione matematica… e infatti devono essere negative… Ora, l’universo e regolato da principi di simmetria. Se una cosa fondamentale come la velocita di moto e sempre negativa, qualche altra cosa, altrettanto fondamentale, dovrebbe essere sempre positiva… e secondo Wu,

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